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lunedì 28 marzo 2011

The month's top-ten links check out

It's tough to keep up on the happenings in the world of SEO and online marketing. This digest will do the job for you--we'll send you the month's top-ten links that you should check out.

1) Google's Farmer/Panda Update
In an effort to improve ranking quality, Google updated its algorithm that reportedly affected 11.8% of site rankings. Learn how you can regain your rankings if your site was affected.

2) Bing/Google Clickstream-gate
Matt Cutts, Principal Engineer at Google, accused Bing of using Google data to improve its search results. Bing admitted to (unintentionally) copying Google's results. An ex-Google engineer confirmed that they partake in similar ranking quality practices.

3) Google Launches Site Blocker
Now we're all webspam police: Google launched the ability for searchers to block their choice of results.

4) JC Penney's Busted for Buying Links
JC Penney's site get busted by the New York Times' investigative reporting, launching a media hunt for sites abusing SEO.

5) Social is Key to SEO in 2011
Matt Cutts admitted that social media marketing is key to driving SEO--albeit indirectly.

6) Inbound Marketing Gains Interest
Inbound marketing software provider HubSpot received $32M in investment from Google Ventures, Sequoia Capital, and Salesforce.com, highlighting the growing interest in the inbound marketing movement.

7) AOL's Master Plan Leaked
"The AOL Way", AOL CEO Tim Armstrong's master plan for the site, is leaked to the public.

8) The Noob Guide to Online Marketing
Community member Oli Gardner introduces online marketing to newbies who might be SEO-savvy but could use some marketing education.

9) Forbes Busted by Google
Forbes is busted by Google for not cleaning up its paid links. Second time's the charm?

10) Chrysler Fires Agency Over Tweet
The automotive giant cans its social media agency over reposting a tweet that contained a vulgarity.

5 peggiori nemici nel posizionamento su Google

Ed eccomi, come promesso la scorsa settimana, ad intrattenervi su quello che non si deve MAI fare per non adirare il nostro motore di ricerca preferito. Elencherò le 4 cose valutate su Seomoz come "top negative ranking factor" e poi ne aggiungerò una che considero altrettanto importante.
Cloaking malevolo
Per chi non lo sapesse (male, molto male) il cloaking è quella pratica di far vedere ai motori di ricerca un contenuto differente da quello proposto agli utenti. Per esempio, al motore mostro una pagina di testo tutta curata e piena di keywords e poi un redirect in javascript mi porta gli utenti ad una pagina piena di banner e zozzerie varie.
Non sempre il cloaking è cattivo, pensiamo ad esempio ad un redirect automatico in base alla lingua dell'utente.
Concordo con questo punto, se (o meglio, quando) Google ci scopre sono "dolori".
Acquisto di link da noti "venditori di link"
Chiaro: se il page rank di basa sui voti, espressi come link", è ovvio che Google si arrabbi. Però io penso che più che penalizzare non conti il link e accenda una spia di alert. Perché altrimenti sarebbe troppo semplice far scomparire un concorrente, basterebbe acquistare un link a suo nome.
Link dalle nostre pagine verso siti spam
Ovvio. Cosa aggiungere? Ah sì, che Google non considera (solitamente) come spam i link inseriti in commenti dei blog. D’altro canto non li conta nemmeno come voti. Possiamo dire che li ignora. Quindi se vi siete dimenticati di moderare i commenti su wordpress non disperate.
Server con frequenti down e conseguente inacessibilità del sito
Ebbene sì, le prestazioni sono sempre importanti! Curate i vostri siti e fate in modo che rispondano sempre velocemente e non vadano offline. Risparmiare 50 Euro annui in hosting non è proprio la cosa migliore che si possa fare.
Eccessiva ripetizione della stessa anchor in un’alta percentuale di link esterni verso di noi
Questa tecnica non penalizza il sito di per se, ma non comparirete mai più (e quando dico mai più intendo mesi se non anni) con quella keyword!


domenica 13 marzo 2011

Come non fare un annuncio Facebook ADS

Girovagando giornalmente su Facebook faccio spesso attenzione alle inserzioni FB ADS. Eccone una nell'immagine accanto. Questa inserzione punta alla pagina ufficiale/fan di un B&B.

Anche non conoscendo i risultati di questa inserzione/campagna credo possa esser oggetto di maggiore attenzione ed ottimizzazione. Ecco cosa modificherei:

1. L'immagine. Chi già realizza campagne Facebook ADS sa molto bene che le immagini possono fare la differenza specie in termini di CTR (cioè il rapporto tra il numero di click sull'annuncio ed il numero totale delle visualizzazioni). 

Proprio per questo motivo l'immagine dell'annuncio può svolgere diversi ruoli: Attirare l'attenzione, anticipare il contenuto della pagina, emozionare, etc. L'immagine dell'annuncio che stiamo analizzando risulta esser di difficile comprensione, dato che presenta molto testo per nulla leggibile per via delle dimensioni.

C'è da dire inoltre che l'efficacia di un'immagine si può solo "ipotizzare", proprio come sto facendo io ora (in parte sbagliando). Puoi esser certo dell'efficacia di un'immagine solo confrontandola con altre, e creando quindi due annunci identici ma con due immagini differenti... in altre parole: test.


2. il testo dell'annuncio. Il testo dell'annuncio di esempio mi sembra quello suggerito da Facebook nel tool di creazione degli annunci. Perchè lo cambierei? Innanzitutto perchè non comunica un messaggio specifico e personalizzato. Nel caso ad esempio di un B&B proverei a dare al lettore un'indicazione della "località" in cui si trova... o almeno la regione. Perchè dovrei visitare e cliccare mipiace?

Potremmo anche ipotizzare io non sia in target con questo annuncio ma non mi sembra corretto non conoscendo il tipo di profilazione effettuata.

In generale ragazzi, se volete provare FB ADS senza buttar via denaro dovete fare attenzione ad alcuni dettagli (come sopra) e testare il più possibile. 

Ricorda che molto spesso CTR e costo per click sono INVERSAMENTE proporzionali.

venerdì 11 marzo 2011

Personalizzare Pagine Fan? Bye Bye FBML, Benvenuto iFrame!

Tra le funzioni della pagina fan, quella di personalizzare dei tab al fine (ad esempio) di accogliere il visitatore ed indurlo a diventare fan, è una delle più utili ed interessanti.

E così utile che negli ultimi mesi in tantissimi hanno adottato simili soluzioni. Fino ad oggi, per creare un tab personalizzato con semplici immagini e codice html, è bastato utilizzare l'applicazione Static FBML.

Facebook annuncia che dall'11 Marzo 2011 non si potranno più creare tab FBML!

A tal proposito Facebook scrive:

"On March 11, 2011, you will no longer be able to create new FBML apps and Pages will no longer be able to add the Static FBML app."

Sembra inoltre che, chi ha già creato applicazioni o tab per le pagine che utilizzano il linguaggio FBML non dovrebbe preoccuparsi (il condizionale è d'obbligo)... almeno per i prossimi giorni/mesi (?)...

Ecco cosa scrive Facebook:

"While all existing apps on Pages using FBML or the Static FBML app will continue to work, we strongly recommend that these apps transition to iframes as soon as possible."

Facebook consiglia quindi il passaggio da FBML ad Iframe nel più breve tempo possibile senza però specificare se e quando avverrà la completa e definitiva dipartita dell'FBML.

Come e cosa fare?

Per chi, dopo l'11 Marzo, desideri creare dei tab personalizzati per la propria pagina è necessario realizzare un'applicazione iframe. Il fine di tale applicazione è render visibile in un tab, una pagina presente su un sito web esterno (il tuo sito web).

In altre parole potrai a tutti gli effetti inserire in un tab della pagina facebook un qualunque contenuto presente sul tuo sito, come ad esempio:

1. Immagini,
2. Squeeze page con form da compilare (dati salvati in DB),
3. Video,
4. Animazioni,
5. Giochi,
6. Form da compilare,
7. Sondaggi,
8. Mappe,
9. Plugin di Facebook (es. tasto mi piace!)
10. etc. etc. etc.

Certamente comprendi al volo i benefici che può portare l'integrazione di qualunque contenuto sulla tua pagina fan.

Per creare un tab personalizzato devi innanzitutto creare una pagina sul tuo sito che sia larga massimo 520px (cioè la larghezza massima dei tab della pagina), oppure creare un'immagine della stessa larghezza.

Devi in seguito creare un'applicazione iframe che ti permetta di far visualizzare tale pagina/immagine all'interno del tab. Per creare un'applicazione visita la pagina http://developer.facebook.com.

Noi di FBS già da tempo stiamo lavorando all'aggiornamento di una parte del sistema SALG. In particolare abbiamo rifatto il modulo che spiega passo passo come creare un tab incentivo personalizzato sulle pagine fan, tramite la realizzazione di un'applicazione iframe (prima utilizzavamo l'FBML).

Il tab incentivo è (per intenderci) quello che rende visibile 2 differenti contenuti a fan e non fan al fine di incentivare le connessioni alla pagina.
Come puoi notare da questo semplice esempio (immagine sopra), è oggi possibile inserire il tasto mipiace direttamente all'interno del tab in qualunque posizione desideri.
ESEMPIO: Stiamo testando l'inserimento del tasto mipiace all'interno del tab della pagina ufficiale del sistema SALG, provalo.

In questo modo i visitatori non sono costretti a connettersi cliccando il "mipiace" accanto al titolo della pagina... potranno infatti diventare fan cliccando mipiace direttamente all'interno del tab ottenendo un effetto identico.
Attualmente abbiamo testato la pubblicazione tramite applicazione iframe di pagine in PHP. Stiamo per rilasciare anche il modulo che spiega l'implementazione di pagine ASP.NET.

Se desideri conoscere anche le altre caratteristiche del sistema SALG clicca qui.

Un pallone per la pace

Una squadra di calcio condannata a giocare sempre in trasferta, lontano dalla sua terra, non è una squadra come le altre, è una formazione infelice e perdente in partenza. Fino a ieri è stato questo il triste destino della nazionale della Palestina che però da oggi, ad al-Ram – periferia Nord-Est di Gerusalemme – oltre a disputare la sua prima gara internazionale in “casa”, aprirà una nuova era, quella in cui anche un pallone può diventare uno strumento di dialogo nella sfida più importante: la pace con Israele. 


Nell’ultimo secolo, nella storia di ogni singolo Paese, troverete sempre una sfera di cuoio che rotolando leggera vicino allo scarpino, ha fatto sentire all’uomo il mondo ai suoi piedi. È forse anche per questo che a volte un pallone lo ha reso ancora più “lupo” rispetto al suo simile? Nella ex Jugoslavia, i primi venti di guerra fratricida soffiarono il 13 maggio del 1990, in occasione della sfida tra i croati della Dinamo Zagabria e i serbi della Stella Rossa di Belgrado. La “Tigre Arkan”, Zeljco Raznjatovic (criminale di guerra ucciso nel 2000), prima di diventare il condottiero sanguinario della Serbia, era stato il capoultrà dei “Delije”, i guardiani dello stadio Maracanà di Belgrado. Un pallone è riuscito a diventare il giocattolo potente, il panem et circenses dei dittatori di ieri, da Mussolini a Hitler, passando per Salazar e Stalin, fino agli ultimi rigurgiti totalitari dell’albanese Hoxha e il bielorusso Lukašenko. Un pallone può trasformare un campo di calcio in un campo minato e uno stadio perfino in un “lager”. Ruud Gullit e Roberto Carlos sono diventati i due simboli, rispettivamente del calcio ceceno e di quello del Daghestan, Paesi che si combattono con pallottole e pallonate. Gullit è l’allenatore del Terek Grozny che appartiene al “piccolo dittatore” della Cecenia, Ramzan Kadyrov. Mentre l’Anzhi Makhachkala, in cui gioca il brasiliano Carlos, è nelle mani del famelico magnate Suleyman Kerimov, senatore del minuscolo Daghestan (2,5 milioni di abitanti), diventato il rifugio dei ribelli ceceni, ostili al regime di Kadyrov.



Una palla prigioniera, può dunque dividere i popoli. Ma il calcio è per lo più, libertà, unione, fratellanza e ventidue uomini in campo possono trasmetterlo a un’intera comunità. Un primo incontro che non fosse più uno scontro a senso unico, turchi e armeni l’organizzarono sul campo di calcio di Erevan (gara di qualificazione ai Mondiali del 2010). Alla 24ª edizione della Coppa d’Africa gli “amavubi” del Rwanda incontrarono i nemici storici, i “simba” del Congo e furono 90 minuti di grande fair-play. Certo 90 minuti non cancellano i genocidi degli armeni e dei rwandesi, ma un pallone con le sue traiettorie imprevedibili può disegnare la speranza.



Come quella scaturita dal gol di Younis Mahmoud Khalef all’Arabia Saudita, un lampo nel buio per l’Iraq che vinse la sua prima storica Coppa d’Asia. Quel 29 luglio del 2007, Baghdad per un giorno si è sentita la capitale pacifica dello sport mondiale. La stessa sensazione che ha provato la Palestina, il 27 ottobre del 2008, quando per la prima volta la sua nazionale, perennemente in esilio (in Egitto o in Qatar), organizzò il suo primo match casalingo: l’amichevole con la Giordania. Lì, nel piccolo stadio di al-Ram, a un passo da quel muro della vergogna che divide gli israeliani dai palestinesi, un pallone oggi torna a rimbalzare sull’erba, sintetica, e si spera anche sulle coscienze. 



È la prima partita internazionale: per la fredda cronaca, la nazionale olimpica della Palestina contro la Thailandia si gioca la qualificazione ai Giochi di Londra 2012. Ma comunque vada, è già un successo. Si torna in quello stadio – intitolato ad al-Husseini, leader dell’Olp e fondatore dell’Unione generale degli studenti palestinesi – fortemente voluto dalla Fifa e dalla comunità palestinese sparsa nel mondo e ricostruito dopo i bombardamenti israeliani. Oggi dagli spalti, dai tifosi della Palestina (non più di 12mila, altrettanti quelli fuori dallo stadio e sui balconi dei palazzi adiacenti) si alzeranno solo cori di gioia che rimbomberanno nella vicina Gerusalemme e idealmente si sentiranno fino a Gaza. Laggiù giocavano Alkurd e Moshate, due nazionali rimasti uccisi nel blitz israeliano denominato “Operazione piombo fuso”. A Gaza, dove è nata la stella Kash Kash, la partita non potranno vederla neppure dalla tv i cinque giocatori della selezione allenata dal ct tunisino al-Talele, perché non hanno ricevuto il visto per al-Ram. Il pallone palestinese con il suo messaggio, «a gol for peace», vorrebbe tanto entrare nelle porte e nei cuori di tutti gli israeliani, ma intanto resta confinato nella sola Cisgiordania. Ma da Israele qualcosa si muove. Sulla scia del “Centro Peres per la Pace” di Tel Aviv, cellule pacifiste israeliane – sono molte di più di quello che si crede – in giro per l’Europa hanno organizzato squadre “miste” in cui dopo un gol hanno abbracciato il compagno palestinese.



Ora questa partita, in un campo vicino a quello di “battaglia”, vuol dire normalità e un pallone può fare molto, anche lì dove trovare un’intesa sembra un’impresa impossibile. Un pallone, da rugby e poi da calcio, è riuscito a riunire i bianchi e i neri del Sudafrica. Un piccolo-grande “miracolo” che si è compiuto sotto gli occhi di Nelson Mandela, convinto da sempre che «lo sport ha il potere di cambiare il mondo». E allora un pallone, già da oggi, può cambiare il futuro della Palestina.

giovedì 10 marzo 2011

Profilare un utente

Oggi partiamo con due domande: cosa significa profilare (veramente) un utente? che vantaggi ci puo’ portare ?
Il profilo di un utente, per quello che serve a noi, è l’insieme dei dati che permettono al nostro sistema informatico di prendere conoscenza sulla persona, sui suoi gusti, sulle sue scelte. Può essere composto di nome, data di nascita, titolo di studio…
E fin qui niente di nuovo, ma proviamo ad andare oltre!
Per capire cosa un utente vuole leggere, cosa desidera comprare dobbiamo carpire cosa lo spinge all’azione, quali sono i suoi interessi, quali sono le sue relazioni. Ci interessa seguire i suoi percorsi di navigazione, le query date in pasto ai motori di ricerca (interni od esterno al sito).

Per capire cosa un utente vuole leggere, cosa desidera comprare dobbiamo carpire cosa lo spinge all’azione, quali sono i suoi interessi, quali sono le sue relazioni. Ci interessa seguire i suoi percorsi di navigazione, le query date in pasto ai motori di ricerca (interni od esterno al sito).
Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, ma possiamo andare oltre!
Quello che voglio proporvi è una profilazione tramite domande. Banali, semplici, spontanee.
Supponiamo che un sito vi chieda qual è il vostro genere di libri preferito; dopo qualche giorno il vostro colore preferito; subito dopo il vostro genere musicale preferito. Voi avete impiegato 2 secondi a domanda per rispondere, ma da queste informazioni il sito potrà intuire il vostro carattere, i vostri interessi e quanto altro la psicologia gli suggerirà. Potrà quindi proporvi film del vostro genere preferitto, canzoni del vostro autore prediletto e così via.
Ma quello che fa veramente la differenza, e quindi quello che vogliamo noi, è incrociare questi dati con quelli degli altri utenti dal profilo simile.
In base ai dati presenti nel profilo di un utente, siamo infatti in grado di stimare la vicinanza, rispetto a vari fattori, tra utenti. E’ quindi possibile creare bisogni e proporre risposte e soluzioni già collaudate dagli altri utenti vicini.
Possiamo, per esempio, vedere che gli utenti che ascoltano i Pink Floyd leggono mediamente più libri di filosofia degli altri utenti.
Perché non proporgli uno di questi libri? Magari dell’autore che ha venduto di più tra gli altri utenti appartenenti al gruppo ?
Possiamo trovare questo scontato e semplice, ma non è così. Basti pensare che i motori di ricerca rispondono sempre allo stesso modo alla stessa query, indipendentemente dalla precedenti preferenze dell’utente. E pensiamo inoltre a quante combinazioni di valori possono portare qualche decina di domande.
Però ricordiamoci che il valore di un database utenti è tanto più alto quante più sono le correlazioni che è possibile istituire tra i dati.
Provate ad usare questa tecnica per proporre pubblicità e rimarrete stupiti dei ritorni generati. Chiedete, chiedete, chiedete: gli utenti saranno ben felici di rispondervi!
Per chi volesse approfondire consiglio alcune keywords: affinità di contenuto, efficacia dei contenuti, affinità di prodotto.
See you estrattori di dati

sabato 5 marzo 2011

Posizionamento sui motori: i semi della discordia.

Dopo due anni dall'ultima newsletter ritorno a scrivere qualcosina sul posizionamento organico nei motori. Spero non vi siate dimenticati di me.. Se così fosse non sentitevi in colpa, ricominciamo a studiare! Oggi parlerò di Authority di un sito per Google.

Il concetto di Authority per un sito web è molto intuitivo. 
Pensiamo ad uno stato, magari diverso dall'Italia, e ad un'azienda. Quale delle due realtà risulta più autorevole?
 
Per i siti web è la stessa cosa. 
 
Il lato simpatico della medaglia è che Google usa molto questo fattore; quello più antipatico è che crearsi una grande autorevolezza è molto difficile.
Il perché è semplice: questo valore magico (chiamiamolo trust), come il page rank, si distribuisce attraverso i link
Il trust, a mio modo di vedere, è logico essere misurato come il page rank e quindi in scala logaritmica (circa in base 7). 
 
Cambia il nome, varia il metodo (neanche poi tanto), ma la sostanza, dal '96, è sempre quella! 
 In ogni caso, ovviamente più ci allontaniamo dalla sorgente più il trust diminuisce.
 
Sorgente.. ma quali sono questi siti sorgente? Gli stessi a cui state pensando: siti istituzionali, università internazionali, Nasa...
 
Ecco perché è difficile avere un alto trust.
 
Un aspetto meno noto è l'importanza della coppia trust - pagerank. 
 
Cosa succede se il nostro sito ha basso pagerank e alto trust? O, al contrario, alto pagerank e basso trust? 

Per me, e pure per Google, la situazione è sospetta...