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domenica 26 giugno 2011

Come comunicare (davvero) con TUTTI i fan

Che senso ha incrementare i fan della pagina se non riusciamo a comunicare con gran parte di loro?



Chi ha studiato il corso di marketing su Facebook sa bene che (purtroppo), quando pubblichiamo un contenuto sulla pagina fan, non sarà visto da tutti. I motivi per cui il nostro messaggio non raggiunge tutti i fan sono molteplici. Eccone alcuni:

1. Tanta gente è connessa a tante pagine. L’incremento dei mipiace per le pagine fan potrebbe rivelarsi inversamente proporzionale alla “visibilità” di cui ognuna di queste gode. Se sei fan di 2 pagine (ed hai pochi amici) probabilmente vedrai con un certa frequenza i contenuti da esse pubblicati. Se sei fan di 100 pagine …

2. Non tutti i fan sono su facebook quando pubblichiamo un contenuto. Nonostante Facebook utilizzi un algoritmo il cui obiettivo è render maggiormente visibili i contenuti che reputa di maggior qualità (per ogni persona), la data ed ora di pubblicazione rimangono di fondamentale importanza. Un contenuto, seppur di qualità, dopo poche ore (minuti? Secondi? Giorni?) è già vecchio.

3. La pertinenza della pagina/contenuto agli interessi e connessioni (grafo sociale) dell’utente. Sappiamo che Facebook preferisce mostrarci contenuti che reputa possano esser interessanti per noi (ed i nostri amici).

4. etc.

Esistono altri motivi (approfonditi nel modulo 2 del corso) ma l’obiettivo dell’articolo non è scoprirli tutti. L’obiettivo è individuare soluzioni.

Per risolvere questo problema ritengo non esista un metodo “botte di ferro” che permetta di far giungere il nostro messaggio a tutti i fan ogni volta che lo desideriamo. Esistono però 3 soluzioni che possono fare al caso nostro:

1. Inviare aggiornamenti.

Per inviare un aggiornamento vai su modifica pagina -> risorse -> invia un aggiornamento. Gli aggiornamenti saranno ricevuti dai fan come messaggi privati ma godono di “minore visibilità”. Gli aggiornamenti della pagina fan non producono notifica (come i messaggi privati tradizionali) e possono esser visualizzati nella cartella “altri” (sottocartella di “messaggi”). Nella cartella “altri” visualizziamo inoltre le email spedite ai nostri indirizzi nomeutente@facebook.com. Facebook fornisce visibilità agli “aggiornamenti non letti” pubblicandoli di tanto in tanto nei box posizionati sulla colonna destra (sopra le inserzioni).

Gli aggiornamenti saranno ricevuti da tutti i fan ma probabilmente non tutti li vedranno/leggeranno. Possiamo provare ad utilizzare gli aggiornamenti per contattare direttamente tutti i fan ricordando di non abusare, principalmente per due motivi: 1. Ricevere troppi aggiornamenti crea “assuefazione” :-) 2. Gli aggiornamenti possono esser segnalati come “spam” (immagina le conseguenze).

2. Crea una lista di email

Se i contenuti pubblicati in bacheca non raggiungono tutti i fan, le email hanno decisamente maggiori possibilità di successo. Ricordi quando si parlava di connessione debole e solida? Puoi fare in modo che gran parte dei fan della pagina ti comunichino la propria email. In questo modo, quando hai qualcosa di davvero utile da comunicare, potrai inviare a tutti una semplice email (oltre a pubblicare sulla pagina). Per far ciò noi utilizziamo il Sistema SALG che, tra le altre cose, spiega come creare un’app iframe che presenti contenuto differente ai fan e nonfan. Il tab riservato ai fan presenterà l’eventuale “form da compilare”. Se sei un programmatore/webmaster puoi creare l’app cliccando qui.

Esempio:


 
3. Utilizza Facebook ADS (a pagamento)

Puoi creare annunci il cui target è rappresentato da tutti (o parte) dei fan della tua pagina. Come:

3.1. Clicca qui

3.2. Trova il campo "connessioni su facebook" e seleziona "Definizione avanzata dei destinatari in base alle connessioni"

3.3. Nel campo "Definisci come destinatari gli utenti connessi a:" inserisci il nome della tua pagina fan. Vedrai che il numero di utenti stimati si avvicinerà al numero di fan della tua pagina (se non hai profilato il target in nessun altro modo).

In questo modo tutti i fan che si connettono a Facebook, durante il periodo di pubblicazione dell’annuncio, potranno visualizzare il tuo messaggio.

lunedì 20 giugno 2011

Come cambia il management nel contesto della Web Analytics

Con il rapido sviluppo di internet e dell’IT, un nuovo tipo di aziende sta emergendo. Amazon e Google sono solo alcuni esempi di aziende che stanno cavalcando i vantaggi di internet, con successo.  Ci sono due grandi ragioni perché questo stia avvenendo: primo, le persone spendono sempre più tempo online; secondo, misurare l’efficacia delle campagne di marketing online è molto più accurato e informativo di ogni altro mezzo. Tutto ciò pone al centro dell’attenzione come e cosa misurare, per comprendere la connessione tra le persone, il sito e il business. Come misurare, come collezionare, come analizzare e come comunicare i dati del sito web diventano elementi cruciali delle nuove aziende: la web analytics diventa parte essenziale della business intelligence.
L’analisi dei dati web esiste in realtà già da 15 anni, ma solo negli ultimi anni molte aziende hanno finalmente riconosciuto il valore della web analytics. Nel 2009, la Web Analytics Association definisce la web analytics come misurazione, collezione, analisi e reporting dei dati internet al fine di comprendere e ottimizzare l’experience. Se da un lato la definizione risulta così chiara e interessante, dall’altro però mettere in piedi un sistema di web analytics risulta complesso e molto dispendioso in termini di tempo e quindi di costo.
Cosa significa nel 2010 essere un’azienda che decide di porre la web analytics come parte significante all’interno dell’organizzazione?
Innanzitutto, bisogna partire da un presupposto fondamentale: il successo di una strategia di web analytics non dipende tanto dal tool di analytics implementato o installato (Google Analytics, Omniture SiteCatalyst, WebTrends, CoreMetrics, ecc.) ma dalle persone (Davenport&Harris, 2007). Oggigiorno, avere i dati web raccolti non risulta più un problema, esistono infatti svariati tool, gratuiti o a pagamento, più o meno complessi, che danno accesso a molteplici report. Il problema oggi sta nell’organizzazione, cioè nelle persone e nei processi: l’organizzazione non riesce a stare al passo con l’enorme flusso di dati web. E’ come avere una piscina in casa ma non saper nuotare.
Una soluzione per ridurre o addirittura azzerare il gap tra le persone e i dati è stata sviluppata da Kotter nel 1996. Kotter propone un cambiamento all’interno dell’organizzazione, composto da 8 step:
  • Stabilire un senso di urgenza: Trasmettere urgenza significa motivare le persone, creare interesse
  • Formare un team: Formare un gruppo capace di creare e comunicare la strategia aziendale, eliminare eventuali barriere e stimolare il nuovo modo di lavorare
  • Creare una strategia: La strategia deve essere chiara e facilmente comunicabile per motivare e procurarsi il supporto delle persone
  • Comunicare la strategia: La nuova visione deve essere comunicata in maniera corretta e deve essere supportata dall’intera organizzazione
  • Coinvolgere altri attori: Coinvolgere anche gli stakeholder affinchè la strategia abbracci tutte le aree
  • Pianificare obiettivi di breve termine: Siccome mettere in piedi una nuova strategia richiede molto tempo, può avvenire che in corso d’opera ci siano cali di supporto da parte delle persone, è importante pertanto fissare degli obiettivi di breve termine per ridurre tale rischio
  • Consolidare la nuova strategia: Dopo anni di intenso lavoro, il processo di cambiamento nella cultura aziendale sta finalmente avvenendo, ed è solo adesso che si deve pensare all’integrazione
  • Istituzionalizzare i nuovi approcci: Fare in modo che il management di prossima generazione utilizzi i nuovi approcci.
Per concludere, sviluppare una nuova strategia basata su un sistema di web analytics non è affatto semplice, anzi risulta spesso ostico, e a volte altalenante. I punti chiave da tenere sempre a mente sono: non è il tool che decreta il successo della nuova visione ma le persone, il supporto del management (più in generale dell’intera organizzazione) è fondamentale, non avere fretta perché il processo può essere molto lungo ma fissare sempre obiettivi di breve termine.

Gli iscritti a Facebook conoscono di PERSONA l'89% dei propri amici?

Ho preso in prestito l'immagine dall'articolo su Mashable. Questa indagine è la prova del fatto che ognuno di noi "conosce" un Facebook differente (chi ha studiato il corso sa bene cosa intendo).



Il nostro (insignificante) "Facebook Personale"

Il nostro "Facebook personale", e l'idea generale che ognuno di noi si fa del social network, è strettamente condizionata/correlata alla nostra rete di contatti (il nostro personale grafo sociale).

Nella migliore (si fa per dire) delle ipotesi la nostra rete di connessioni può esser composta massimo da 5000 persone. Facebook, ed altre ricerche, ci dicono che la gente è in media connessa a 130/150 amici.

Se rapporti il numero dei tuoi amici attuali col numero totale degli iscritti a Facebook ti accorgi di quanto la tua rete di amici sia insignificante rispetto all'intera rete di Facebook, e capisci perchè tutto ciò che "credi di sapere" di Facebook è spesso frutto di una visione ben limitata. Questo è uno dei motivi per cui sperare di fare marketing su facebook utilizzando solo il profilo personale vuol dire limitarsi parecchio.

Attendibile o presa in giro? Quando ho visionato l'immagine qui sopra l'ho considerata quasi subito una presa in giro, dato che dei miei 2500 (circa) attuali amici ho conosciuto di persona massimo il 10/15%. Poi ho compreso che io stesso sono condizionato dalla mia rete, dalla mia visione limitata di Facebook e dall'uso che ne faccio... difficile considerarmi un "utente nella media". Probabilmente anche tu che leggi non sei "nella media", specie se come me operi online e di conseguenza conosci molte persone quasi esclusivamente online (persone che probabilmente non incontrerai mai offline).
Dove voglio arrivare? Probabilmente l'indagine qui sopra è attendibile. La gente comune su Facebook si connette prima di tutto a chi già conosce di persona.  Il risultato dell'indagine potrebbe quindi esser interpretato/comunicato in modo leggermente differente: - ci connettiamo su Facebook a gran parte della gente che già conosciamo offline (perchè amici, parenti, colleghi, etc.) invece di- incontriamo offline il 90% delle gente con cui siamo connessi su Facebook Che ne dici? Va meglio? :-)Se è vero è bello! Se è vero che l'utente medio è connesso soprattutto a gente che già conosce offline ci fa piacere!  Ci fa molto piacere perchè sappiamo che la gente si fida soprattutto di chi conosce meglio. La gente si fida quando instaura dei rapporti personali, meglio se offline. E' dunque ovvio che visualizzare le azioni e preferenze su Facebook di chi già conosciamo offline, può ancor più incuriosirci ed in alcuni casi influenzarci (per effetto di riprova sociale e passaparola automatico).  In altre parole, se l'indagine è attendibile, ci fornisce un motivo in più per far leva sulle connessioni (del grafo sociale) per fare in modo che il nostro messaggio si propaghi in maniera orizzontale (da persona a persona). Se l'indagine è attendibile avvalora l'ipotesi dell'influenza dell'offline in Facebook, così come spiegato nel corso. Non è facile... e neanche impossibile.

sabato 11 giugno 2011

Votate e Partecipate numerosi!!

Facebook Page: Suggerisci agli amici senza inviare messaggi




Per diverso tempo, a partire dai primi giorni del 2011, la funzione "suggerisci agli amici" presente sulle pagine fan e finalizzata a segnalarle ai propri amici, è stata oggetto di particolare (dis)attenzione da parte di Facebook.

Per almeno 1 mese la funzione non è stata disponibile. In seguito, quando sembrava esserlo, abbiamo ricevuto decine di segnalazioni di amici che provavano a suggerire le proprie pagine ma non accadeva nulla (ora sappiamo perchè).

La funzione è stata inoltre resa disponibile ai soli amministratori della pagina. In precedenza chiunque poteva segnalare qualunque pagina e questo poteva effettivamente incentivare lo spam e/o l'invio massivo e frequente di inviti.

Anche se la ricezione di inviti potrebbe non esser considerata spam, produce secondo me un effetto indiretto negativo. Chi riceve TROPPI inviti tenderà ad ignorarli tutti, anche quelli a cui poteva esser davvero interessato (ciò accade ancora per gli eventi!!!).

Cosa Cambia?

Ciò che cambia nella funzione di suggerimento agli amici è ben evidente nell'immagine in alto. Facebook stava già modificando la funzione senza però avvisare esplicitamente che gli amici non avrebbero più ricevuto un vero e proprio invito, bensì avrebbero potuto visualizzare il "suggerimento" in un apposito box posto di solito nella parte destra, in alto nel profilo e/o sulla home.

Chi mi segue sa bene che non ho MAI utilizzato la funzione suggerisci agli amici per promuovere la pagina FBS. Erano così tanti gli inviti ricevuti dalla gente che la cosa più ovvia da fare era per me non farlo, ed inventare qualcosa che mi permettesse di interecettare le persone interessate all'argomento senza però disturbarle in alcun modo (in altre parole: distinguermi). Sembra che i risultati ottenuti fino ad oggi mi diano ragione.

Il Search Marketing di Facebook ADS

Il titolo è un pò provocatorio e ci tengo a precisare che, in questo caso, per Search Marketing non intendo far riferimento a ciò che già conosciamo bene (es. Google Adwords) ma al concetto più generico dell’intercettazione di intenzioni tramite “parole” (keyword). 

Parole digitate nella casella di un motore di ricerca o parole digitate in uno stato di Facebook? Cosa rappresentano davvero queste parole per chi le scrive? Sforziamoci di fare un passo indietro.

Sai già che il search marketing ha successo e funziona bene perché mette in contatto l’offerta e la domanda nel momento stesso in cui quest’ultima è espressa.

Com’è “espressa” la domanda nel caso del search marketing? La domanda è rappresentata dalla ricerca di parole su un motore di ricerca. Se la ricerca esprime un’intenzione, esigenza, desiderio, allora il motore di ricerca offre una risposta.

Cosa può invece rappresentare ciò che scriviamo su Facebook? Le parole che scriviamo su Facebook possono rappresentare una intenzione, esigenza, desiderio del momento? La mia personale opinione è:probabilmente SI.

Sembra che Facebook ci creda così tanto da testare la pubblicazione di inserzioni correlate alle parole (keyword) digitate dalle persone sui propri profili… Sono ormai mesi che notiamo questi test ma oggi sembrano molto più “espliciti”. Ecco un paio di esempi freschi di giornata:




Ringrazio la gentilissima Chiara Pranio per aver testato le funzione utilizzando il proprio profilo personale.

E’ evidente come le inserzioni sponsorizzate siano in un certo modo correlate alle parole scritte nello stato (e non solo).

E’ interessante inoltre notare che, partecipando alla discussione sul profilo di Chiara, ho immediatamente visualizzato anche io le inserzioni sul Sushi. Probabilmente Facebook suppone che chi partecipa ad una discussione sia interessato all’argomento principale … e spesso è proprio così.

Cosa ci aspetta?

Credo che l’ottimizzazione di tale sistema da parte di Facebook renderà le inserzioni ADS più efficaci (anche in termini di CTR). Il naturale incremento del numero di inserzionisti (e quindi annunci) permetterà a Facebook di fornire risposte (inserzioni correlate) ad un maggior numero di intenzioni, desideri, necessità (cioè parole scritte sul nostro profilo)… quindi vedremo sempre più spesso inserzioni relative a ciò che scriviamo.

domenica 5 giugno 2011

App Store con logo Windows


Alcuni ragazzi tedeschi, evidentemente grandi appassionati di Microsoft, hanno attaccato un bel logo di Windows alla facciata del nuovo Apple Store di Amburgo ancora in costruzione.
I due ragazzotti, dopo essersi costruiti un bel logo di Windows, hanno proceduto all’operazione in pieno giorno e sotto gli occhi dei passanti, attaccando il logo sul telo nero che ricopre la facciata del futuro Apple Store di Amburgo.