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venerdì 16 marzo 2012

I software per il programmatore Php

Un confronto tra i moderni linguaggi di programmazione per la scelta del sistema da utilizzare, non può oggi prescindere dal prendere in considerazione anche gli aspetti non direttamente connessi alla "bontà" del codice; una parte molto importante è svolta infatti dai software che aiutano il programmatore ad elaborare codice sorgente con quattro principali caratteristiche:
  • velocità di scrittura
  • facilità di manutenzione
  • portabilità elevata
  • velocità di esecuzione
Linguaggi di programmazione come visual basic e delphi hanno fatto dei lorotool rad (Rapid Application Development - Programmi per lo sviluppo rapido di applicazioni) il proprio punto di forza. Anche se il php non dispone direttamente di questi sistemi (e nella maggior parte dei casi non se ne sente molto la mancanza), è possibile rendere il lavoro svolto dal programmatore se non più leggero in quantità, almeno più leggero in qualità attraverso l'utilizzo di editors, strumenti per l'accesso rapido ai database, librerie di codice, cachers ed altro ancora.

Editor

Qualunque sia il sistema operativo che voi utilizziate esisterà sicuramente un editor in grado di permettervi di scrivere codice php: basta un semplice editor di testi come possono essere i vari notepad su windows e i gedit o altri su linux. Essenzialmente gli editor per questo linguaggio di programmazione infatti altro non sono se non editor di testi arricchiti con funzionalità specifiche per la programmazione che possono andare dalle più semplici come il diverso colore associato alle diverse parti del codice (ad esempio un colore per le parole chiave, uno per i commenti, uno per le stringhe, etc.) o la numerazione delle righe, fino a funzioni più complesse come l'autocompletamento del codice, l'integrazione delle "references" del linguaggio, la creazione di file di "progetto" o altro ancora.
Sul forum di html.it, alla sezione php, è stato aperto un thread sui linguaggi di programmazione in cui sono elencati alcuni dei software per scrivere codice in questo linguaggio.

Context

Il mio editor gratuito preferito è senza dubbio Context: parte veloce, non ha fronzoli inutili, legge facilmente file molto grossi (provato con un dump da database da 60 mb), ha l'highlight per molti linguaggi di programmazione e supporta la lingua italiana. Quando lavoro su sistemi Windows lo installo per modificare ogni genere di file testuali e quando programmo su linux ne sento la mancanza.
Non presenta la completezza di alcuni suoi concorrenti per quanto riguarda le funzionalità per il php ma d'altra parte non è stato progettato per essere un edito php bensì un editor per programmazione.

Bluefish

Bluefish si presenta come uno dei migliori editor per la programmazione in ambiente linux per Gnome. Personalmente l'ho trovato molto leggero e veloce anche se presentava un bug per cui il programma terminava al passaggio del mouse su un particolare menu, bug tra l'altro che è stato sicuramente risolto. E' stato pensato come editor html ma svolge egregiamente anche il ruolo di editor php. Da considerare il fatto che il progetto sia open source e con una discreta comunità di programmatori alle spalle.

Quanta plus

La prima caratteristica di questo programma che salta subito agli occhi è senza dubbio l'interfaccia grafica che sembra essere molto ben curata. A parte l'aspetto puramente estetico, Quanta plus, editor per ambiente Linux con KDE presenta un gran numero di funzionalità aggiuntive tra cui un comodo alberoper avere sempre sotto mano le varie componenti di uno script (variabili, funzioni, file inclusi, classi usate) e un assortito insieme di funzioni per scrivere codice html.

Dreamweaver

A differenza dei programmi menzionati precedentemente, Dreamweaver è uno degli editor a pagamento più conosciuti in ambito web. La sua caratteristica principale, cioè l'essere un editor WYSIWYG (What you see is what you get - Quello che vedi è quello che ottieni) non è molto utile allo sviluppo del codice php sotto forma di classi o codice funzionale, ma d'altra parte uno degli ambienti in cui è più utilizzato il php è nella realizzazione di piccole parti dinamiche all'interno di pagine web. Se utilizzate la versione MX di Dreamweaver potrete apprezzare l'integrazione che è stata raggiunta con questo linguaggio per il quale, in versioni precedenti di questo editor, era necessario installare componenti di terze parti come descritto da questa pagina di html.it.

Zend studio

Termino questa carrellata rapida sugli editor con il programma di casa Zend, la società a cui si deve il motore del php dalla versione 4, che integra una serie di funzionalità avanzate come un browser cvs, un albero per il codice usato dallo script, il completamento del codice, un debugger interno, un client ftp per caricare il codice scritto direttamente sul sito web di destinazione e un client sql per eseguire query sul database e verificare la correttezza del codice sql scritto (vedremo in seguito dei software in grado di fare questo). Purtroppo qui la qualità si paga eccome: la licenza annuale per lo Zend Studio Enterprise arriva a costare 1495 dollari!

mercoledì 14 marzo 2012

iAp Cracker

iAp Cracker è un geniale tweak che ci consente di rendere tutti gli in-app purchase completamente gratuiti.
Quest’applicazione funziona con ogni tipo di iDevice ed è effettuabile solamente su dispositivi aventi il Jailbreak. Grazie ad essa riusciremo ad ottenere vari contenuti che in realtà avremmo dovuto pagare, rendendo quindi molto più semplice il gioco.
Andiamo a vedere come funziona iAp Cracker, il crack per l’in-app purchase!
A volte, dopo aver scaricato gratuitamente o anche pagato un’applicazione, troveremo all’interno di essa uno store o un mercato dove è possibile acquistare contenuti specifici per il gioco, come monete extra per sbloccare armi avanzate o nuovi livelli. Questi contenuti andrebbero pagati, ma grazie ad iAp Cracker riusciamo a comprare tutto ciò senza spendere un soldo. 
Per installare iAp Cracker abbiamo bisogno di:
  • Un qualsiasi dispositivo iDevice jailbrekkato
  • Le repo di Xsellize oppure Bite Your Apple installate
Apriamo Cydia e dirigiamoci nella schermata Cerca, digitiamo quindi iAp Cracker per trovare i risultati e installarlo. Al riavvio della springboard l’applicazione sarà già dentro al nostro dispositivo e quindi utilizzabile.
Testiamo immediatamente iAp Cracker su un qualsiasi gioco, quindi apriamolo e dirigiamoci nel suo store interno per comprare un qualsiasi contenuto. Premete il pulsante Buy senza paura e noterete che l’oggetto o le monete che volevate sono state immediatamente acquistate.
Se per caso, durante un acquisto, si aprisse la schermata di accesso all’App Store, significa che iAp Cracker non è ancora compatibile con quell’applicazione: questo è l’unico caso in cui non dovrete continuare l’acquisto, o spenderete. Ciò che dovrete fare sarà aspettare un aggiornamento di iAp Cracker, che certamente implementerà anche l’app che non riuscivate a craccare. 

iAd Network

iAd reaches millions of iPhone, iPad and iPod touch users around the world in their favorite apps. With the iAd Network, you can reach the Apple audience, the world’s most engaged, influential and loyal consumers. This audience:

Has installed more than 15 billion applications
Has purchased over 315 million iOS devices
Spends, on average, 73 minutes per day using apps
Engages with iAd ads for an average of 60 seconds per visit

Each ad is shown only to the audience you want to reach, in the apps they love and use the most. 
Our highly-effective targeting can leverage demographic data, as well as unique interest and preference data that taps into user passions that are relevant for your brand. 
Whether they are reading the news, playing a game or checking the local weather, your ad will make an impact.

venerdì 9 marzo 2012

L'aspirante Blogger





The Brain of the Beginning Blogger è un’interessante infografica in inglese a cura di Problogger che potrebbe essere tradotta il cervello dell’aspirante Blogger: ovvero come ragiona un blogger in erba.
In modo molto semplice si evidenziano i problemi realativi al posizionamento, al SEO, alla grafica, alle tematiche da trattare, alla monetizzazione.

giovedì 8 marzo 2012

5 falsi miti del marketing sulle donne

Questo post è una libera traduzione dell’articolo “5 Marketing Myths About Women Debunked” di Anne Szustek pubblicato su Business Insider.

I luoghi comuni nel mondo dell’advertising si sprecano, in particolar modo se ad essere tirate in ballo sono sempre le donne.
E quale soddisfazione migliore del poter smentire una banalità? Secondo Stephanie Holland di She-Conomy: le donne rappresentano il vero decisore nell’ 85% degli acquisti dei consumatori globali, e i prodotti maggiormente scelti variano dalla tecnologia alle automobili passando per gli acquisti di nuove case, la scelta delle vacanze e di conti bancari.E allora è arrivato il momento di sfatare alcuni falsi miti:

1. Mito: Le donne si dedicano solo alla cura della casa e alla cucina
Una statistica del laboratorio US Bureau ha smentito la convinzione secondo la quale le donne trascorrerebbero 15 ore a settimana più degli uomini ad operare in lavori domestici, con dati che dimostrano che lo scarto è relativo solo a 20 minuti al giorno! Il 69 % delle donne ha dichiarato di lavorare per la famiglia, ma ovviamente, il 53% degli uomini non è d’accordo, affermando che il carico di lavoro domestico per uomini e donne non sia poi così differente.

2. Mito: Le donne non acquistano automobili e computerNonostante gli annunci relativi a prodotti hi-tech e automobili siano nella stragrande maggioranza dei casi orientati agli uomini, una società di marketing chiamata Girlpower, ha dimostrato che le donne acquistano più del 50% dei prodotti definiti tradizionalmente “maschili”, inclusi gli strumenti di elettronica di consumo, e prodotti per automobili . E proprio in occasione dell’acquisto di una auto usata, le donne otterrebbero informazioni migliori (analisi della Florida LeaseTrader): le donne infatti, sarebbero più propense ad indagare sulla storia del veicolo, su incidenti passati e a controllare lo stato degli interni dell’auto.
3. Mito: Le donne amano il rosa
Che si tratti di birra rosa, come quella presentata lo scorso autunno dal Molson Coors nel Regno Unito; di gomme; di telefoni LG, o di portatili, l’importante è associare questo prodotto alle preferenze femminili.E questa associazione è amata anche dagli operatori del marketing. Ma, secondo un sondaggio del 2003 condotto da Joe Hallock , delle donne (così come degli uomini) il colore preferito sarebbe in realtà il blu. Il secondo colore più gradito, il viola. Inoltre, un rapporto intitolato “La verità sulle donne e l’elettronica di consumo” dalla Consumer Electronics Association, dimostra che per le donne, come per gli uomini, le variabili che incidono sulla decisione di acquisto sono: il prezzo, garanzie sul prodotto e sulle funzionalità. Il colore è tra gli ultimi fattori che viene valutato. “Dimenticate il rosa. Le donne non vogliono essere soddisfatte con prodotti accattivanti ultra-femminili, ma semplicemente preferiscono dispositivi leggeri che si adattino a mani più piccole, corpi più piccoli“.

4. Mito: Le donne curano più degli uomini il proprio aspetto
Certo, le donne continuano a comprare prodotti di bellezza più degli uomini, ma oggi tra gli uomini dilaga l’uso di prodotti per la cura personale. Secondo NPD Group, le vendite di prodotti per la pelle per gli uomini si sono innalzati dell’ 11% nel 2011. Di questi, il 37 % ha dichiarato di fare uso di detergenti per il viso oltre al classico sapone, e di creme idratanti per il viso. Il 30% avrebbe dichiarato di fare uso di prodotti per le labbra e addirittura di avere interessi nel curare il proprio odore. A tal proposito nel 2010, Procter & Gamble si è confrontata con l’idea che anche il corpo degli uomini potesse profumare, e avviò la campagna: “Smell like a men, men“, con uno spot che mostrava Isaiah Mustafa che incitava agli uomini a smettere di usare prodotti per la pulizia del corpo del mondo femminile, e passare al marchio Old Spice. La versione di YouTube dello spot ha raccolto oltre 39 milioni di visite e le vendite di prodotti per la pulizia del corpo sono saliti del 55% dopo il lancio della campagna.

5. Mito: Le donne non sono competitive
Per quale ragione ci sarebbero meno CEO di sesso femminile? Le donne, sarebbero poco attratte da ambienti di lavoro competitivi: questa è la convinzione comune come affermato da uno studio condotto dall’università di Chicago. Invece, dopo aver postato annunci di lavoro on line, si è potuto riscontrare che le donne, più degli uomini, sarebbero propense a ricoprire ruoli che prevedono una remunerazione basata sul miglior raggiungimento degli obiettivi rispetto ai colleghi. Uno studio recente del Journal, ha dimostrato che il “gap di genere nei concorsi” scompare quando le donne lavorano in team, indipendentemente se si tratti di colleghi uomini o donne.



martedì 6 marzo 2012

SEO per Ecommerce

I siti e-commerce sono alcuni tra i più grandi al mondo e la strategia SEO richiede molto tempo. Il sito deve avere un contenuto ottimizzato nelle pagine che descrivono i prodotti perché tali pagine raccolgono il contenuto più prezioso dell'intero sito.
La scheda prodotto deve contenere immagini, specifiche tecniche, recensioni, prezzi e opzioni per agevolare l'acquisto online.


Se si consente ad altri siti di vendere gli stessi prodotti, assicurarsi che vengano usate descrizioni uniche per i prodotti e parole chiave diverse. Infine, evitare di utilizzare le descrizioni dei prodotti fornite dai produttori perché quasi tutti le usano.
Implementare la navigazione e le reti di link interni SEO friendly è di vitale importanza per gli spider dei motori di ricerca che devono eseguire la scansione del sito, in particolare con i siti e-commerce che hanno migliaia o milioni di prodotti e link.

Un’altra pratica molto utile per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca di un sito e-commerce è l’uso di URL SEO friendly. In rete esistono innumerevoli siti di commercio elettronico che utilizzano URL prive di parole chiave al loro interno e non ottimizzate in ottica SEO. Un esempio di URL non ottimizzata è http://www.nomesito.com//product.php?id_cat=35&id_product=93 in cui, al posto delle keyword rilevanti, compaiono id numerici privi di significato per i motori di ricerca. Meglio sarebbe riscrivere l’URL come http://www.nomesito.com/nome-categoria/nome-prodotto, inserendo opportunamente le parole chiave per aggiungere benefici in termini di posizionamento.


Utilizzare il motore di ricerca interno al sito per sostenere gli sforzi SEO. Molti siti e-commerce hanno motori di ricerca mediocri, usando i quali, spesso, i clienti cercano un prodotto e non appare nulla nonostante la pagina corrispondente a quel prodotto esista e sia raggiungibile navigando normalmente.

I siti di commercio elettronico devono essere in grado di produrre query di ricerca per i nomi dei prodotti e delle categorie, per le caratteristiche e le specifiche tecniche degli articoli. Investire in potenti motori di ricerca interni è una necessità per un sito e-commerce di successo. Essi possono aiutare a capire quali parole chiave vengono in realtà utilizzate dai clienti, consentendo di ottimizzare le campagne SEO e PPC. Inoltre, i dati di ricerca interna raccolti mostreranno anche le parole chiave che convertono maggiormente in vendita e quelle che causano l’abbandono dal sito da parte dei visitatori.


L'esperienza dell'utente è un aspetto da tenere in forte considerazione per la riuscita ottimale di un sito di commercio elettronico. Osservando i siti e-commerce di maggior successo a livello mondiale, è possibile notare alcuni fattori di user experience che questi siti hanno in comune. In primis, mostrare fin da subito i prezzi e la descrizione dei prodotti per aumentare il tasso di conversione. Mettere a disposizione opzioni di ordinamento degli articoli che permettano di mostrarli in ordine alfabetico, in base alla disponibilità di magazzino, dal più costoso al più economico e viceversa. Prevedere il raggruppamento dei prodotti in più venduti, ultimi arrivi e articoli in evidenza.

Un altro fattore importante per i siti e-commerce e per l'esperienza utente è rappresentato dalla velocità e dalle prestazioni del sito. Più rapidi sono i tempi di caricamento della pagina e maggiori saranno il traffico di ricerca e il tasso di conversione. Google, infatti, ha cominciato a considerare la velocità del sito e il tempo di caricamento della pagina come un nuovo fattore di ranking per la ricerca organica. Quindi, è possibile stabilire che ai siti più veloci corrispondono, generalmente, un miglior posizionamento nelle SERP ed una user experience positiva. Ancora, riuscire a progettare ed implementare Rich Snippet per il proprio sito di commercio elettronico, anche se non necessariamente fa salire di posizione nelle SERP, migliora la presentazione delle pagine nei risultati di ricerca, aumenta il CTR (click-through rate, la percentuale di click che gli utenti fanno sullo snippet) e favorisce l'esperienza dell'utente.


Infine, non bisogna trascurare i social media. Google prende in considerazione Like, Retweet e Share per determinare le classifiche di ricerca. Aggiungere i pulsanti per la condivisione nei social network alle pagine di descrizione del prodotto consentirà agli utenti di collegarsi al sito attraverso i social media. Interagire con i propri clienti tramite i social media è un ottimo modo per aumentare la consapevolezza del brand e le conversioni.


La SEO per Ecommerce è altamente competitiva e in continua evoluzione. Innovare e imparare dagli altri per comprendere meglio i motori di ricerca e il comportamento dei consumatori è fondamentale per il successo di qualsiasi sito di commercio elettronico.

giovedì 1 marzo 2012

Ottimizzare una pagina web

Ottimizzare una pagina web, affinché si posizioni tra i primi risultati per specifiche chiavi di ricerca, è un’attività complessa che può dare grandi soddisfazioni, facendo aumentare visite ed entrate, ma riserva non poche insidie.
L’attività di SEO deve tenere conto di numerosi fattori interni ed esterni al sito web, e richiede quindi competenze piuttosto diversificate, tuttavia un’ottimizzazione di base è quasi alla portata di tutti e, leggendo il molto materiale disponibile in rete potrete con facilità individuare alcuni dei fattori più importanti per effettuarla con buoni risultati.
Esistono però errori molto comuni che possono vanificare il vostro lavoro di ottimizzazione, vediamone rapidamente alcuni, così da prestarvi particolare attenzione.
Ottimizzate la vostra pagina per una sola seywords o key phrases, se volete posizionarvi per più parole chiave create più pagine, inserirle tutte in una sola pagina è un errore comune che vi fa disperdere forze e ranking.
Usate dei buoni anchor text per i vostri link, sia nel caso linkiate pagine del vostro sito, sia nell’attività di link building esterna al sito che è uno degli aspetti più rilevanti nel suo posizionamento.
Linkare le vostre pagine da siti di bassa qualità e con anchor text poco significativi è un errore che non dovete commettere, meglio pochi link con anchor text precisi, in cui indicherete le key con cui volete posizionarvi.
Infine un altro errore molto comune è sottovalutare l’importanza di una pagina veloce, evitate quindi immagini troppo pesanti e orpelli grafici che rallentano la velocità di caricamento del vostro sito, puntate invece ad un codice ben scritto, pulito e veloce, che verrà apprezzato sia dai vostri utenti che dai motori di ricerca.