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mercoledì 29 dicembre 2010

Cugia: «Riporto alla radio le denunce di Jack Folla»

Jack Folla torna su Radio2. L’idea del di­rettore Flavio Mucciante è stata accolta con entusiasmo da Diego Cugia, scritto­re e regista nonché ideatore del perso­naggio dell’ex deejay rinchiuso nel braccio della morte del carcere di Alcatraz, in attesa dell’esecuzione. Alla mezzanotte del 31 di­cembre Radio2 trasmetterà la prima punta­ta integrale dello sceneggiato, andata in on­da per la prima volta nel novembre del ’98. Poi, dal 3 gennaio 2011, dal lunedì al venerdì (sempre a mezzanotte), sarà la volta della stri­scia quotidiana Alcatraz-Jack Folla. Un dj nel braccio della morte: riassunti di una ventina di minuti su cui, dice Cugia, «abbiamo ri­messo le mani, sperando di avere fatto un buon lavoro». L’ex dj, sullo sfondo della voce fuori cam­po che ne scandisce i giorni che lo separano dall’esecu­zione, tornerà dunque a sfo­gare la sua indignazione per il mondo che lo circonda. 
Cugia, dunque Jack Folla è ancora vivo?
«Non solo è ancora vivo, ma scalpita sempre. Ogni mat­tina, quando leggo i giorna­li o vedo i telegiornali, sento la sua voce che commenta le notizie».
E si indigna?
«Sì, anche perché l’attualità oggi è ancora più sconvolgente rispetto a dieci anni fa. Noi au­tori abbiamo l’abitudine di proiettarci in un futuro che immaginiamo e che poi, pun­tualmente, si presenta. In questo caso non solo si è presentato, si è anche fermato. Il no­stro Paese ha, da dieci anni, un futuro im­mobile».
Jack Folla divenne rapidamente un vero e proprio cult. Cosa colpì gli ascoltatori?
«Credo, prima di tutto, la trasparenza. Dietro Jack Folla c’era un autore che si svelava con le sue luci e le sue ombre. Il patto con l’a­scoltatore si crea soprattutto grazie alle om­bre, a quegli errori in cui chi ascolta può i­dentificarsi. Errori ammessi con sincerità, negli anni in cui siamo abituati alle false con­fessioni del Grande Fratello , assolutamente prove di emozioni».
La situazione delle carceri italiane oggi è drammatica: Jack Folla, che è un detenuto, cosa ne pensa?
«È sconvolto, ad esempio, da una notizia che ha sentito l’altro giorno: in alcune carceri il problema del sovraffollamento è talmente grave che i detenuti devono fare i turni per dormire. Jack Folla è un punto di riferimen­to per molti carcerati perché è sempre vici­no ai deboli, agli oppressi, senza discrimina­zioni, in modo quasi cristiano».
Quello che Radio2 propone dal 31 dicembre sono, seppur rimaneggiate, delle repliche. C’è la possibilità che Jack Folla torni con nuovi episodi?
«Dipende dal coraggio della rete. Personal­mente credo che non abbia molto senso ri­proporre le repliche di Jack Folla senza dar­gli poi la possibilità di parlare di nuovo. Co­me me la pensano le migliaia di persone che, da anni, mi scrivono mail per dirmi che a­spettano il ritorno di Jack Folla».