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giovedì 8 marzo 2012

5 falsi miti del marketing sulle donne

Questo post è una libera traduzione dell’articolo “5 Marketing Myths About Women Debunked” di Anne Szustek pubblicato su Business Insider.

I luoghi comuni nel mondo dell’advertising si sprecano, in particolar modo se ad essere tirate in ballo sono sempre le donne.
E quale soddisfazione migliore del poter smentire una banalità? Secondo Stephanie Holland di She-Conomy: le donne rappresentano il vero decisore nell’ 85% degli acquisti dei consumatori globali, e i prodotti maggiormente scelti variano dalla tecnologia alle automobili passando per gli acquisti di nuove case, la scelta delle vacanze e di conti bancari.E allora è arrivato il momento di sfatare alcuni falsi miti:

1. Mito: Le donne si dedicano solo alla cura della casa e alla cucina
Una statistica del laboratorio US Bureau ha smentito la convinzione secondo la quale le donne trascorrerebbero 15 ore a settimana più degli uomini ad operare in lavori domestici, con dati che dimostrano che lo scarto è relativo solo a 20 minuti al giorno! Il 69 % delle donne ha dichiarato di lavorare per la famiglia, ma ovviamente, il 53% degli uomini non è d’accordo, affermando che il carico di lavoro domestico per uomini e donne non sia poi così differente.

2. Mito: Le donne non acquistano automobili e computerNonostante gli annunci relativi a prodotti hi-tech e automobili siano nella stragrande maggioranza dei casi orientati agli uomini, una società di marketing chiamata Girlpower, ha dimostrato che le donne acquistano più del 50% dei prodotti definiti tradizionalmente “maschili”, inclusi gli strumenti di elettronica di consumo, e prodotti per automobili . E proprio in occasione dell’acquisto di una auto usata, le donne otterrebbero informazioni migliori (analisi della Florida LeaseTrader): le donne infatti, sarebbero più propense ad indagare sulla storia del veicolo, su incidenti passati e a controllare lo stato degli interni dell’auto.
3. Mito: Le donne amano il rosa
Che si tratti di birra rosa, come quella presentata lo scorso autunno dal Molson Coors nel Regno Unito; di gomme; di telefoni LG, o di portatili, l’importante è associare questo prodotto alle preferenze femminili.E questa associazione è amata anche dagli operatori del marketing. Ma, secondo un sondaggio del 2003 condotto da Joe Hallock , delle donne (così come degli uomini) il colore preferito sarebbe in realtà il blu. Il secondo colore più gradito, il viola. Inoltre, un rapporto intitolato “La verità sulle donne e l’elettronica di consumo” dalla Consumer Electronics Association, dimostra che per le donne, come per gli uomini, le variabili che incidono sulla decisione di acquisto sono: il prezzo, garanzie sul prodotto e sulle funzionalità. Il colore è tra gli ultimi fattori che viene valutato. “Dimenticate il rosa. Le donne non vogliono essere soddisfatte con prodotti accattivanti ultra-femminili, ma semplicemente preferiscono dispositivi leggeri che si adattino a mani più piccole, corpi più piccoli“.

4. Mito: Le donne curano più degli uomini il proprio aspetto
Certo, le donne continuano a comprare prodotti di bellezza più degli uomini, ma oggi tra gli uomini dilaga l’uso di prodotti per la cura personale. Secondo NPD Group, le vendite di prodotti per la pelle per gli uomini si sono innalzati dell’ 11% nel 2011. Di questi, il 37 % ha dichiarato di fare uso di detergenti per il viso oltre al classico sapone, e di creme idratanti per il viso. Il 30% avrebbe dichiarato di fare uso di prodotti per le labbra e addirittura di avere interessi nel curare il proprio odore. A tal proposito nel 2010, Procter & Gamble si è confrontata con l’idea che anche il corpo degli uomini potesse profumare, e avviò la campagna: “Smell like a men, men“, con uno spot che mostrava Isaiah Mustafa che incitava agli uomini a smettere di usare prodotti per la pulizia del corpo del mondo femminile, e passare al marchio Old Spice. La versione di YouTube dello spot ha raccolto oltre 39 milioni di visite e le vendite di prodotti per la pulizia del corpo sono saliti del 55% dopo il lancio della campagna.

5. Mito: Le donne non sono competitive
Per quale ragione ci sarebbero meno CEO di sesso femminile? Le donne, sarebbero poco attratte da ambienti di lavoro competitivi: questa è la convinzione comune come affermato da uno studio condotto dall’università di Chicago. Invece, dopo aver postato annunci di lavoro on line, si è potuto riscontrare che le donne, più degli uomini, sarebbero propense a ricoprire ruoli che prevedono una remunerazione basata sul miglior raggiungimento degli obiettivi rispetto ai colleghi. Uno studio recente del Journal, ha dimostrato che il “gap di genere nei concorsi” scompare quando le donne lavorano in team, indipendentemente se si tratti di colleghi uomini o donne.