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domenica 5 settembre 2010

Domingo, Rigoletto tivù per 1 miliardo di persone

Dietro gli arazzi hanno mimetizzato il televisore sul quale comparirà Zubin Mehta per dare gli attacchi ai cantanti. Che sentono la musica tramite auricolare e che hanno i microfoni nascosti tra i capelli. Riflettori in un camino, ma anche dietro i finestroni di palazzo Ducale. La telecamera che scruta nella casa di Rigoletto è dentro un piccolo armadio le cui ante, quando il regista Marco Belloccio chiederà il cambio di inquadratura, si dovranno chiudere in pochi secondi. «E se solo un cameraman o un tecnico sbagliano salta tutto».

Il produttore Andrea Andermann rivela i segreti del Rigoletto che stasera e domani andrà in diretta tv su Rai uno dai luoghi e nelle ore in cui Giuseppe Verdi ambientò il suo popolare melodramma. Anche se come paracadute è stata ripresa la prova generale, pronta a sostituirsi alla diretta nel caso di problemi. 

Perché la maratona che parte oggi alle 20.30 con un presentatore d’eccezione, il Capo dello Stato Giorgio Napoletano che introdurrà l’opera con un saluto, è anche una sfida tecnica. Un film in diretta. Primo atto a palazzo Tè poi domani ci si trasferisce alle 14 a palazzo Ducale e alle 23.30 sul Mincio, nella Rocca di Sparafucile. Rigoletto, che è poi Placido Domingo, tenore ancora una volta alle prese con un ruolo da baritono, arriverà in barca. Girare per il set dell’opera quasi ti fa pensare alla casa del Grande fratello: trenta telecamere, come in una finale di Champions, che seguono ossessive i personaggi tra gli affreschi di Mantenga e Giulio Romano. Certo, invece delle chiacchiere dei concorrenti del reality ci sarà la musica di Verdi. Che Mehta dirigerà, alla guida dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, dal teatro Bibiena in collegamento con i vari set. 

E per evitare la sfasatura del satellite per Mantova sono stati tirati chilometri di cavi che, assicura Mehta, «consentono un sincronismo perfetto tra musica e immagini». Quelle illuminate da Vittorio Storaro e riprese in alta definizione da Bellocchio. Il regista cinematografico, che la prossima settimana sarà alla Mostra di Venezia con Sorelle mai, promette: «Nessuna forzatura, sarò fedele a Verdi che sentivo cantare dalla mia mamma quando ero piccolo». Ma non rinuncia al suo sguardo disincantato: «In Rigoletto, che ho scelto nel 2004 per il mio debutto nella lirica a Piacenza, ritrovo molti temi a me cari come quello della provincia o della vendetta». 

Mantova blindata – malumori messi da parte nella speranza di un ritorno turistico dell’operazione – e strade chiuse per evitare che i rumori del traffico disturbino la musica. Vittorio Gigolo (Duca di Mantova), Julia Novikova (Gilda), Ruggero Raimondi (Sparafucile) e Nino Surguladze (Maddalena) posano per le foto. Domingo invece riposa. «Lo lascio tranquillo» dice Andermann che rivela: «Non mi interessava un baritono bravo, ma un cantante in grado di emozionare». 

Ma quando il giro sul set è finito ecco il cantante spagnolo. «Sono stanco, perché abbiamo lavorato sino allo sfinimento». E non nasconde l’emozione: «In prova ho pianto e ho paura che la lacrima mi tradisca in diretta. Mi mancherà, certo, il calore del pubblico, ma oltre la telecamera ci saranno un miliardo di persone». Perché è questo il pubblico che si attendono gli organizzatori. Rigoletto sarà trasmesso in 148 paesi: diretta in Europa e Australia. Differita in Africa, India e Cina. Negli Stati Uniti e in Russia per Natale. Poi un dvd e la speranza di bissare i successi di Tosca e Traviata che collezionarono un serie di premi tra cui i prestigiosi Grammy. Nessuno parla di cifre. «Come una puntata di un varietà del sabato sera» azzrarda Andermann, che avrà i diritti per la trasmissione di Rigoletto in tutto il mondo lasciando quelli per l’Italia alla Rai.