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martedì 3 agosto 2010

Baggio torna in azzurro ma non si sa perché

Roby Baggio? Proprio lui. L’uomo dei 205 gol in campionato, il Pallone d’Oro del 1993, il vicecampione del mondo del ’94. Tra poco interromperà il mestiere di pensionato giovane per cominciare a 43 anni un’altra avventura, quella al vertice del Settore Tecnico della Federcalcio. 

La notizia che sembrava uno scherzo, poco più di una battuta cialtronesca all’indomani del disastro Mondiale degli azzurri, oggi verrà invece ratificata e resa ufficiale dal Consiglio Federale. Inizia così il futuro del pallone nazionale: volti nuovi, a tutti i costi. La competenza? Chissà. Per ora l’importante pare essere improvvisare, rinnovare. E si comincia da un ruolo che pochi sanno a cosa serva, Baggio compreso. «Sarà un’esperienza impegnativa, ma spero divertente - ha sussurrato l’ex divin codino lasciando ieri gli uffici federali a Roma -. Il mio ruolo? Ci sono tanti settori di cui si deve occupare il settore tecnico, però ci vuole un po’ di tempo e bisogna capire tante cose...». Anche in merito ad eventuali poteri decisionali, Baggio ha preferito non sbilanciarsi: «Non lo so ancora, vedremo...».

Le certezze sono solo due. Che prenderà il posto di Azeglio Vicini, proprio l’uomo che lo lanciò in azzurro vent’anni fa. E che per fare il presidente del Settore Tecnico basta essere stato un grande campione, ed essere andato a caccia di anatre negli ultimi sei anni. A questo infatti si è soprattutto dedicato Baggio da quando ha smesso di dare del tu al pallone, in quel Milan-Brescia datato 16 maggio 2004.

Le due ore di incontro ieri in Figc non sono state di trattativa. Non ci sono soldi in ballo, nessun ingaggio da concordare. Perchè per presiedere il settore tecnico non si prende un euro. Semmai il problema sarà quello di costruire un progetto, uno staff, una sfera di intervento. E prepararsi ad indicare le linee guida per gli allenatori italiani. Non uno scherzo insomma. Soprattutto se a presiedere la struttura sarà uno che allenatore non è mai stato e che inizierà proprio a settembre il corso a Coverciano. A Baggio insomma la Federcalcio fa guidare un’automobile prima di assegnargli la patente. 

Il tutto con la benedizione (anzi la raccomandazione) di Renzo Ulivieri, grande sponsor del rientro di Baggio in azzurro. Proprio Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, uno che (giustamente) ha sempre fatto il tignoso sui patentini degli allenatori, pretendendo il rispetto delle regole e dei ruoli. «Quello di Roberto Baggio al settore tecnico - ha precisato Ulivieri - sarà un ruolo attivo e operativo: non sarà un uomo immagine. Il suo lavoro sarà impegnativo e faticoso, avrà potere su tutto quello che riguarda il settore tecnico ma chiaramente non influirà sulla gestione delle nazionali». 

Ad occhio e croce dunque più fumo che arrosto, ma anche per fare fumo occorre essere capaci, o almeno meritevoli. Forse basterebbe qualcuno che spiegasse perchè invece arriva una nomina senza requisiti. Ma in questo calcio, forse, è pretendere troppo.