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domenica 21 novembre 2010

Facebook addio: scopri i 5 concorrenti più agguerriti


Dopo l’annuncio di Messages, il popolo del web si interroga sul futuro del servizio di messaggistica unificato di Facebook. Sarà un successo o un flop? Una cosa è certa: il social di Zuckerberg ha centrato il punto debole di e-mail e sms.
Il web ne parla – Le reazioni sul nuovo servizio di messaging di Facebook non si sono fatte attendere: sta reinventando il modo di comunicare, sta cercando di far fuori il servizio della startup newyorkese GroupMe e, naturalmente, potrebbe fare le scarpe a Gmail. E la lista degli esempi potrebbe allungarsi. Ma come per qualsiasi nuovo servizio, quello che conta non è tanto il giudizio degli “addetti ai lavori”, quanto la reazione degli utenti comuni, di chi alla fine userà (o meno) il nuovo sistema di messaggistica.
Troppe e-mail – Se si analizza l’idea di messaging di Facebook a mente fredda, ci si accorge che si tratta davvero di un passo avanti perché uno dei maggiori problemi della comunicazione, soprattutto via e-mail, è che i messaggi che arrivano nella casella elettronica sono davvero troppi. Si potrebbe tenere il proprio indirizzo provato, è vero, ma per chi lavora non è una strada percorribile. Facebook ha centrato il cuore del problema, ossia offrire un servizio “chiuso” solo alle persone che realmente si conoscono, o almeno è così in linea di principio. Il sistema di filtraggio, poi, fa il resto.
Parole d’ordine: unificare – Altro punto a vantaggio di Facebook Messages è che aggrega varie forme di comunicazione. Se sul lavoro si privilegia l’e-mail e il telefono, in ambito privato vanno per la maggiore sms, chat, oltre ovviamente a porta elettronica e telefonate. La possibilità di avere tutta la comunicazione intercorsa con qualcuno, in qualsiasi forma sia avvenuta, in un unico posto è fantastico. Addio frammentazione e poi quando vi vuole tagliare i ponti con qualcuno, basta un clic per sbarazzarsi di tutto.
Bug qua e là – Il rovescio della medaglia, quando si tratta di Facebook, è sempre la questione della privacy e il proliferare delle false identità. Il super social non è un sistema perfetto e, nonostante le critiche, sta cercando di correre ai ripari, soprattutto adesso che la posta in gioco si fa sempre più alta. Così, nell’ennesimo tentativo di fare pulizia tra account ritenuti “falsi”, anche questa volta ci sono andate di mezzo vittime innocenti, soprattutto del gentil sesso. Quando il sistema automatico pensa di aver beccato un account “fake”, lo disabilita e chiede di confermare la propria identità con un documento di riconoscimento. È quello che sta succedendo in queste ore visto il numero di segnalazioni e reclami che si sollevano da più parti.