Il vero Josè Mourinho si è “confessato” a Fogli, l’inserto di “Studi Cattolici” e per gentile concessione pubblichiamo questa intervista. Un Mourinho molto umile e pacato.
Il vero “Special One” fa il modesto dopo i tre “tituli” - Coppa Italia, Scudetto e Champions League - del Grande Slam interista?«Non sono modesto, sono credente».
Credente o superstizioso?«Qualcuno mi aveva visto stringere un crocifisso durante una partita. Almeno una volta all’anno vado in pellegrinaggio a Fatima. Il crocifisso che porto con me è un regalo di mia moglie».
A proposito di crocifisso, che cos’era successo con il Sindaco di Reggio Calabria?«Mi aveva accusato di avere dato una moneta a un bambino disabile per umiliarlo. Invece a quel bambino avevo donato il mio crocifisso. Mia moglie l’aveva comprato a Fatima e lo tenevo in tasca da tre-quattro anni».
Riesce a essere criticato anche quando fa un gesto affettuoso.«Si vede che sono sfortunato...».
Come sconfigge la sfortuna?«Con la preghiera».
Prega molto?«Sono cresciuto in una famiglia religiosa».
Chi Le ha insegnato a pregare?«Mia madre. E ricordo ancora certe preghiere che mi faceva dire la sera».
Ha un santo di riferimento?
«La Madonna di Fatima».
Con chi è andato la prima volta al Santuario di Fatima?«Con mia madre. E da allora il 13 maggio è una ricorrenza molto importante per me e per la mia famiglia».
Sua madre la portava a Fatima mentre Suo padre Félix, ex portiere portoghese, sui campi di calcio.«Mio padre viveva per il calcio. Io gli devo tutto».
Oltre agli schemi tattici in campo le ha dato dei suggerimenti anche per la vita?«Onestà e lealtà verso il prossimo».
Che valori ha trasmesso ai suoi figli?«Gli stessi».
Compreso l’insegnamento cattolico?«Se n’è occupata soprattutto mia moglie».
Un papà forse un po’ assente?«Quando posso, vado a prendere i miei figli a scuola e sto con loro. Mi ripaga delle volte che manco, per lavoro, alle feste importanti come i loro compleanni».
Sua moglie la segue sempre?«Una vera famiglia deve essere unita. Ovunque».
Com’è Mourinho in famiglia?«Normale. È una famiglia fantastica la mia. Siamo molto felici. Mia moglie e i miei figli sono molto importanti nella mia vita».
Sua moglie non compare nelle foto dei giornali.«Non ama la mondanità, le piace stare tranquilla. Ha rinunciato alla sua carriera per starmi vicino».
Quando torna a casa dopo le partite parla di calcio?«Che vinca o perda, è impossibile che sia una persona diversa quando torno a casa».
Chi è il mister in casa Mourinho?«Mia moglie. Lei è fondamentale nella mia vita. I miei figli Matilde jr e José jr dicono, scherzando, che a casa non ho autorità. Matilde è il miglior allenatore del mondo. Mia moglie e i miei figli hanno la priorità su tutto. Non ci sono ambizioni che reggano».
È attaccato alla sua terra?«Setùbal è il posto dove ritrovo le mie radici».
E ogni estate vi torna per insegnare calcio ai bambini poveri.«Ho ricevuto tanto dalla vita e voglio regalare qualcosa a chi è meno fortunato».
Chi l’ha deciso?
«Matilde e io. Ma prima lei. Sono bambini sfortunati che noi siamo felici di aiutare».
A chi chiede aiuto quando una partita si mette male?«In campo bastano i giocatori».
Ma lei è “The Special One”.
«Non voglio peccare di superbia».
Lo fa ogni volta che dice di essere il miglior allenatore del mondo.«Ma è la verità».
Com’è un allenatore cattolico nei ritiri e in campo?«Serio. Nel lavoro e nella vita. A volte l’esclusione dalla formazione serve come insegnamento».
Quale insegnamento?
«Che la vita è una faccenda seria. E va affrontata seriamente».
Per la serie: “Dio perdona, Mourinho no”?«Solo dopo il ravvedimento».
Il Suo secondo nome è Mario, proprio come qualcuno che dovrebbe ravvedersi (leggasi Balotelli)?
«Io non faccio nomi».
Ci pensano i giornali.«I giornali non sono la Bibbia».
Dalla Bibbia al Corano, che cos’era successo con Muntari?«Niente di speciale».
L’aveva sostituito perché digiunava durante il Ramadan e in campo non rendeva.«Quando un giocatore non è in forma viene sostituito. Senza problemi».
Ha avuto problemi come allenatore cattolico in Inghilterra?«Ci mancherebbe. Non ascolto le critiche sul mio lavoro, figurarsi sul mio credo religioso».
Ha chiesto aiuto alla fede nei momenti difficili?«Non solo in quelli difficili. E non mi ha mai deluso.
Sono invece molto delusi i tifosi interisti per come si è comportato andando via. «Ho fatto quello che si aspettavano da me: vincere».
Adesso c’è la panchina del Real Madrid.«Sarò ancora il migliore».
A Madrid si aspettano che ripeta il “miracolo” di Milano.«Se le cose cominciano bene finiscono bene».
Che cos’ha provato mentre alzava per la seconda volta la “Coppa con le orecchie”?
«La voglia di alzarla per la terza volta. Tre Champions con tre squadre diverse: l’unico»
Sono state uniche anche le reazioni dopo la finale.«Si sapeva che era la mia ultima partita con l’Inter».
L’Italia non l’ha mai amata«Non mi hanno perdonato di avere dato autorevolezza all’Inter, che in termini mediatici è dietro il Milan e per il tifo viene dopo la Juventus».
Il giorno più bello di quest’anno “special”?«La promozione di mia figlia Matilde jr».
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domenica 3 ottobre 2010
Mourinho “normal one”
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lunedì 27 settembre 2010
Cinque (otto in realtà) idee di marketing online cretine che hanno avuto successo
Svoltare economicamente, fare il grano è un obiettivo che hanno in tanti: chi non vorrebbe vincere il superenalotto quando il montepremi è bello ciccione? Chi non vorrebbe trovare l’idea semplice che garantisca una vecchiaia serena (nostra, dei figli, dei nipoti e dei pro-nipoti) e lo stile di vita che ci meritiamo (e cioé non fare un cazzo vivendo tra feste in Costa Azzurra e i Caraibi e frequentando Paris H.).
Siccome è un’aspirazione condivisa ci provano in tanti ogni giorno a diventare ricchi con i metodi più svariati: rapinando furgoni, truffando poveracci, lavorando duro, risparmiando per poter comprare un locale, sposando qualche rampollo di buona famiglia, vendendo le stock option di Google oppure ideando meccanismi di marketing cretini e senza speranza. Peccato che queste idee spesso (più di quanto vorremmo) diventino una realtà e portino a chi le ha ideate un bel po’ di fama e soldi.
Ci ricordiamo ancora con fastidio MillionDollarhomepage, un’idea deficiente che ha portato nelle tasche di quel ragazzino un bel po’ di soldi e di notorietà. Oltre a essere quello che era ha anche avvicinato a Internet tutti coloro che vorrebbero svoltare ma senza impegnarsi o sbattersi più di tanto. Questa ideuzza era il classico esempio che chi voleva fare “qualcosa” online (quindi senza saperne un cazzo) portava per sottolineare che il lavoro o l’impegno non servono più di tanto, quello che importa è “l’idea”.
Un blog ha fatto la lista di 5 idee di marketing che hanno funzionato nonostante fossero delle cose che a prima vista non sembravano così interessanti (per non dire di peggio). Oltre al fenomeno della carità online (i soldi il tipo li ha fatti perché ha mosso la compassione della gente, mica perché qualcuno voleva assicurarsi un pixel di quella pagina) ci sono mirabili esempi di gente sfacciata e senza vergogna che ha trovato il momento giusto (al posto giusto: Internet) come “Salva il Coniglietto” – una specie di riscatto, se versate del grano fino ad arrivare a 50.000$ non ammazzo il coniglio che ho appena comprato, o come “Dai il tuo nome a una stella” – dove nessuna organizzazione mondiale ha titolo per assegnare nomi a stelle a parte l’Associazione Astronomica Internazionale (o qualcosa del genere).
L’articolo che riporta la lista parla di queste (e altre come santamail.org dove puoi scrivere a Babbo e sperare che non si dimentichi di te come tutti gli anni a patto di pagare) come idee semplici e ingegnose che possono essere da esempio per altri che vogliono diventare ricchi/famosi senza lavorare troppo (nella lista è stranamente incluso un software per Facebook che è in realtà un’idea ben più articolata delle altre). Visto che siamo in Italia abbiamo qualche compatriota che ha affinato queste tecniche e visto che non c’è spargimento di sangue ci possono sembrare sensate o lecite (o addirittura da preferire alla rapina o al ricatto).
Non voglio fare il moralista ma Internet è un’opportunità enorme per tutti in tutte le parti del mondo, se uno ha abbastanza fantasia per inventarsi una cosa del genere può anche avere altre idee magari meno cretine e che richiedono più applicazione e lavoro ma almeno sono cose di cui andare fiero (o non vergognarsene).
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