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giovedì 6 ottobre 2011

Business Revolution

Oggi propongo due video di un noto investitore, coach e autore ovvero Alfio Bardolla.

Ecco i due video di una sua lezione
1 parte


A scuola di Business di Alfio Bardolla from Alfio Bardolla on Vimeo.

2 parte


A scuola di Business di Alfio Bardolla from Alfio Bardolla on Vimeo.

lunedì 4 aprile 2011

Google crea il suo Social Graph

Facebook il suo Algoritmo? La convergenza dei colossi.

Ieri ho aperto su web marketing forum una discussione che riguarda l'ipotetica evoluzione delle strategie di Google (e Facebook). La riporto qui perchè credo possa interessarvi.

La scorsa settimana siamo stati spettatori di un bel pò di "pesci d'aprile". Uno dei tanti annunci sembra non far parte della fauna marittima :-)

Mi riferisco a questo:



 Prima di cominciare a discutere vorrei ricordarvi anche questo (di qualche tempo fa):


















Mi piacerebbe mettessimo da parte per qualche minuto tutte le convinzioni su social e motori che ci portiamo dietro ormai da tempo, quelle che rendono più bello e simpatico Google di Facebook e viceversa.
+1 ... che roba è?

Se permettete io avanzerei un'ipotesi azzardata (ma neanche tanto): A google piacerebbe molto creare il proprio SOCIAL GRAPH. Come sappiamo il Social Graph è semplicemente una rete di connessioni che mette in relazione persone con altre persone ed "oggetti" di varia natura (interessi, prodotti, aziende, passioni, cazzate, etc.). Vi dico subito che non mi interessa discutere del "come" farà o come risolverà alcuni problemi tecnici.

Che se ne fa Google di un grafo sociale?
L'obiettivo di Google è fornire risultati di valore ai propri utenti, ipotizzavo che il valore potesse "incrementare" se gli utenti stessi in qualche modo (facevo riferimento anche a twitter e social...ma oggi le cose stanno cambiando...) potessero ESPRIMERE GRADIMENTO per alcune pagine. La condivisione di un link (come ad es. il retweet) poteva rivelarsi un'informazione importante ma non bastava.

Per questo Google cominciò ad interessarsi di "social" in maniera sempre più pressante partorendo una paio di schifezze del tutto inutili. Oggi forse ha capito che il problema non sta nel creare un vero e proprio social inteso come sito web a sè stante (o meglio, il problema non è solo quello)... il problema sta nel rendere social ciò di cui Google già dispone... il proprio database (BigDaddy... grazie Nicola Briani :-)).

Google ha capito che la vera potenzialità di Facebook non sta nelle cazzatine che scrivono sui giornali o in chi si lamenta del cazzeggio o in chi piagnucola perchè è senza fan... la vera potenzialità non si vede ... ed è nel social graph. Social Graph che Google oggi non ha.

Al contrario Facebook dispone del grafo sociale ma non della tecnologia che permette ad un motore di ricerca di fornire risultati rilevanti anche senza basarsi sulla componente sociale (ci prova con bing).

Quindi... +1?

Quindi +1 potrebbe rappresentare l'espressione di gradimento di Google. Potrebbe rappresentare lo strumento che permetterà a Google di associare Persone (fatte da nome, cognome e faccia... per intenderci) a degli "oggetti" di varia natura... proprio come fa Facebook, ma in modo diverso.

Algoritmo+Grafosociale

Cosa accade se Google riesce a creare il proprio grafo sociale ed a farlo lavorare insieme al già ottimo algoritmo? Accade che i risultati delle serp di Google presenteranno una "componente sociale" simile a quella di Bing. Cioè tra i risultati vedremo chi ha espresso gradimento (o QUANTI hanno espresso gradimento).

Non so se la componente sociale influenzerà il posizionamento (assoluto) di un sito e sinceramente me ne frega poco. Quello di cui sono certo è che la componente sociale influenzerà le azioni degli utenti nelle serp e le renderà sempre più personalizzate (cosa che fino ad oggi, diciamocelo, non è mai davvero accaduta).

Che senso avrà parlare di "posizionamento per tutti" se il posizionamento cambia da persona a persona il base alle proprie connessioni? (vedi ad esempio la home page di Facebook).

Strategie e modelli di business convergenti?

Perchè parlo di strategie convergenti? Fino a qualche giorno fa avrei mandato a quel paese chi parlava di concorrenza tra Facebook e Google, perchè tra loro troppo diversi.

Oggi sto cambiando idea...

Qual è la maggior fonte di reddito di Google? Adwords

Qual è la maggior fonte di reddito di Facebook? Facebook ADS

L'obiettivo finale di Google e Facebook è molto simile: fare in modo che ogni "impression" renda il più possibile. Per far ciò, nel modello pay per click, è necessario sforzarsi di incrementare al massimo il CTR (oltre al numero di inserzionisti concorrenti ).

Il CTR incrementa quando le inserzioni su Facebook e Google sono quanto più possibili pertinenti alle ricerche o agli interessi degli utenti. Per far ciò google e facebook fino ad oggi utilizzano modalità differenti...fino ad oggi...

Google fa oggi leva sulle INTENZIONI

Facebook fa oggi leva su INTERESSI e FIDUCIA

A Google oggi manca ciò che Facebook ha e viceversa. Se il +1 sarà utilizzato in maniera massiccia, Google conoscerà gli interessi ed influenzerà le scelte degli utenti tramite la FIDUCIA... fiducia che gli utenti hanno in chi conoscono, stimano, riconoscono come autorevole (ne ho straparlato nel modulo 2 del corso).

Va bene il +1... ma per connettere la gente?

Ciò che ancora non ho compreso è come farà Google a generare reti di persone... va bene Social CIrcle... ma chi diavolo lo conosce davvero? Se Google non mette in relazione milioni di persone non potrà introdurre la componente (riprova) sociale nelle serp (e nei siti che adottano il +1).

A pensarci bene però l'amico twitter può rivelarsi molto utile per chiudere il cerchio...

sabato 29 gennaio 2011

So You Want to Be a Web Copywriter?

I get tons of emails from people who want to break into web copywriting. Are you another one who's itching to get in on the copywriting action but don't know how it's done?
Let me guess... you come across these names on the internet... they're popping up everywhere. Damn! Are these people better than you? No. Then how come nobody knows YOUR name?
Well, one reason could be that you don't have a website.
Freelance copywriters often think they can get away with tacking their names up on a couple of freelance job sites and pitching clients via their email.
Are you SERIOUS? That's like living out of a suitcase. You'll never put on a good show, if you're forever throwing samples together that are all wrinkly.
What's the first thing you do when you want to find out about somebody? Why, stalk them on Google of course. Look for some good dirt. Look for anything that comes up with their name attached. What's the quickest way for someone on the web to win your confidence and trust? Lead you to their quality website, of course.

If you don't have a website, the time has come to seriously consider getting one built. Because if you don't, that client you pitched so hard to and send those awesome work samples is only going to get distracted when someone else comes along who DOES have a website.
Okay, so we've agreed that a website is a good home base for your business. But how will you get the word out about you?
Article marketing.
Article marketing can be instrumental in getting your website link out there while simultaneously building up your credibility. Write short articles that will do double-duty as someone else's web content. Include helpful tips and information that your target copywriting prospects will want to know about. Attach your name, short bio and website link to the bottom of your articles. Then post them onto the web through sites like EzineArticles.com.
People will then pick up your articles to display on their sites, and you'll begin to get contacted from interested parties who have read your work and are impressed with your ability. From there come paid writing jobs and countless other opportunities for income!
"Eww," you think, "That sure sounds like a lot of work." Well, maybe, but so is anything else when you're starting from square one.
Do you want to do this copywriting thing right, or do you want to sit there like a big, helpless baby with your arms stretched out, begging for someone to pick you up?
Got some news for you. Nobody is going to pick you up. So get off your duff and help yourself while the going's still good:

1. Build your copywriting website.
2. Start writing articles to promote your skills on the web.

venerdì 3 dicembre 2010

Le rotte del pallone sono davvero infinite e i più ricchi non piangono mai. Che i Mondiali del 2018 sarebbero andati alla Russia, per le logiche perverse del calcio-business, e non solo, sapevamo che, anche sulla scia degli Europei del 2012 in Polonia-Ucraina, poteva accadere. Ma che il Qatar avrebbe piegato la concorrenza degli Stati Uniti (oltre agli outsider Giappone Australia e Corea del Sud) per portarsi nel deserto il Mondiale del 2022, tutti credevano che sarebbe rimasto un miraggio e nulla più. 

E invece ieri a Zurigo, le votazioni “magiche” della Fifa che pende ancora dalla volontà del megapresidente Sepp Blatter, ha regalato una gioia immensa alla Russia di Putin e al Qatar degli emiri. Il miraggio è diventato realtà; quello del primo Paese arabo ad organizzare l’evento calcistico per antonomasia. Alla terza votazione il Qatar ha stracciato gli Usa di Barack Obama (14-8) che ha sentenziato: «Una scelta sbagliata quella della Fifa...». Il Qatar non raccoglie e tra un decennio sarà il più piccolo stato (appena 550mila abitanti) a mettere in piedi la kermesse planetaria del pallone. Stupori e miserie del terzo millennio. 

Ma del resto chi mai avrebbe immaginato che nel 2014 i Mondiali sarebbero planati tra le favelas del Brasile? Neppure Assange e il suo WikiLeaks avrebbero mai prospettato uno scenario brasiliano. Rio de Janeiro invece si concederà il lusso di un Mondiale di calcio, seguito da una coda olimpica, nel 2016. Il calcio da sempre non segue logiche sportive, ma è legato a doppio filo alla politica e ai movimenti della finanza internazionale.

Perciò non spiazza certo come un rigore calciato da Messi, il fatto che la Russia dei gasdotti abbia spazzato via la concorrenza dell’Inghilterra, la madrepatria del football che aveva fatto scendere in campo anche il Principe William per tentare il bis: Olimpiadi di Londra 2012 e Mondiali del 2018. Il premier russo Vladimir Putin alla notizia del successo di Mosca è volato a Zurigo annunciando: «Voglio ringraziare personalmente i membri del comitato esecutivo e parlare già dei dettagli per l’organizzazione dell’evento. 

Ci sarà molto da fare, stadi, aeroporti, hotel e strade, ma ce la faremo». La gioia di Putin esonda fino ai gasdotti e i pozzi di petrolio di Doha, la capitale del piccolo grande Qatar. «Grazie per avere allargato i confini del calcio e per aver dato un’opportunità al Medio Oriente, non ve ne pentirete», è stato il primo commento rivolto alla Fifa di Mohammed bin Hamad Al-Thani, presidente del comitato del Qatar. 

L’emiro Hamad ben Khalifa per il grande giorno di Zurigo ha smesso il tradizionale mantello e copricapo bianchi e ha indossato un elegante gessato grigio. E sotto l’abito che non fa l’emiro ha proclamato: «Siamo piccoli e per molti ancora quasi sconosciuti, ma il mondo sentirà parlare del Qatar perché siamo capaci di compiere grandi imprese». 

La prima impresa è stata quella di mettere in ginocchio gli Stati Uniti. Così come la Russia ha fatto piangere Londra e il testimonial di sua maestà, David Beckham, si è giustificato davanti alla nazione: «Chiediamo scusa a tutti gli inglesi perchè non potremo ospitare il più bell’evento sportivo al mondo».

mercoledì 1 dicembre 2010

Il business dei viaggi musicali

Ogni anno tiene incollate alla tv oltre un miliardo di persone. È il Concerto di Capodanno di Vienna. Quello che, in diretta dalla Sala d’oro del Musikverein, porta in tutto il mondo i valzer di Strauss la mattina del 1° gennaio. Ma vederlo dal vivo è una roulette. «L’unica possibilità per avere un biglietto – come si legge sul sito dell’orchestra dei Wiener Philharmoniker – è partecipare ad un sorteggio». Ma in realtà c’è una scorciatoia. Riservata a chi è disposto a spendere un po’ di soldi. Ma andiamo con ordine e atteniamoci alle istruzioni. I biglietti per assistere dal vivo al concerto sono estratti a sorte tra chi si iscrive sul sito dei Wiener dal 2 al 23 gennaio di ogni anno: prezzi, dai 30 euro per un posto in piedi ai 940 euro per una poltrona in prima fila. 

Questo per la mattina di Capodanno quando ci sono le telecamere, ma ci si può mettere in lista anche per i concerti del 30 dicembre (biglietti da 130 a 380 euro) e del 31 (da 25 a 720 euro): stesso programma, stesso direttore, quest’anno Franz Welser-Möst. Sorteggio a fine gennaio, entro il mese di marzo comunicazione scritta ai vincitori della singolare lotteria.

Eppure anche oggi, 28 novembre, fuori tempo massimo, si possono acquistare biglietti. E regolarmente. Il "trucco" è affidarsi ad agenzie turistiche che offrono pacchetti viaggio per un Capodanno a Vienna con incluso il prezioso del biglietto. Prima pagina del catalogo de Il sipario Musicale, «il primo tour operator italiano specializzato in viaggi musicali» come si legge nel volume ricco di proposte. 

Ecco l’offerta che comprende albergo per tre notti, tre cene, visite a musei e monumenti e biglietto per il Concerto di Capodanno a 4.375 euro, ma non il viaggio, che è carico del cliente. Il prezzo scende a 3.005 euro se si sceglie di ascoltare i valzer la sera del 31 dicembre. Insomma, una differenza di 1370 euro (stiamo parlando della tariffa massima). Mentre per chi ha scelto la via del sorteggio lo scarto tra il biglietto del 31 dicembre e quello del 1° gennaio è di 220 euro.

«Il grosso divario è legato ai costi di acquisizione e al rischio di rimanere anche con qualche biglietto invenduto» precisa Andrea Cortelazzi, responsabile delle relazioni esterne del Sipario Musicale. E anche qui occorre capire. Prima di tutto come mai, se l’unica via, come dicono i Wiener, è quella del sorteggio ci sono sul mercato tali proposte? «In diciassette anni di attività nel campo dell’organizzazione dei viaggi musicali – spiega Cortelazzi – abbiamo intrecciato rapporti di fiducia con i teatri di tutto il mondo tanto che, come nel caso di Vienna, abbiamo la possibilità di opzionare un tot di biglietti da inserire nei nostri pacchetti».

In realtà all’estero esistono anche società che acquistano i biglietti e li rivendono in tutto il mondo. Guadagnandoci. Sono, diciamo così, "bagarini legalizzati", visto che queste agenzie hanno una forma giuridica e pagano le tasse. Facendo, però, inevitabilmente salire il costo dei biglietti. Con il rischio che la musica diventi un fatto elitario, riservata a chi economicamente se la può permettere.

Basta sfogliare i cataloghi degli operatori turistico-musicali italiani (una realtà che si fa strada timidamente: oltre al Sipario Musicale, ci sono Note in Viaggio a Roma, Merion a Genova, Esatour nelle Marche). 

Per una poltrona di platea per la<+corsivo> Valchiria<+tondo> di Wagner che il 7 dicembre inaugurerà la nuova stagione del Teatro alla Scala, il costo (comprese due notti e la cena di Sant’Ambrogio) è di 4mila euro (che scendono a 650 euro se ci si accontenta di un posto in loggione). Per passare il Capodanno a Venezia, con il concerto diretto da Daniel Harding alla Fenice, occorre mettere in conto (tre notti più il cenone) 1330 euro. Quattro notti per un Don Giovanni di Mozart all’Opera di Vienna vengono 720 euro, 710 euro costano invece tre sere a Londra per vedere al Covent GardenAdriana Lecouvreur con i divi Angela Gheorghiu e Jonas Kaufmann. Se amate Wagner, con 1515 euro potete passare due notti a Bayreuth per un’opera del festival estivo (poltrona in galleria, però). 

Molti i pacchetti per il Metropolitan: un esempio, a 2523 euro sette giorni a fine anno a New York con inclusi i biglietti per tre opere e un concerto del pianista cinese Lang Lang. Biglietti che, assicurano gli operatori, vengono venduti solo all’interno dei pacchetti turistici. «Se uno mi chiama e mi offre anche 10mila euro per un posto al Concerto di Capodanno di Vienna – conclude Cortelazzi – dico: no, grazie». Meglio tentare la fortuna con il sorteggio. O accendere la tv.