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Visualizzazione post con etichetta facebook strategy. Mostra tutti i post
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giovedì 12 luglio 2012

Il LIKE personalizzato


Ti sei mai chiesto quali sono i passi che un consumatore compie prima di acquistare un tuo prodotto?

Ecco qui il funnel (imbuto) che indica le fasi pre-acquisto dei tuoi clienti. Forse ti starai chiedendo: Cosa hanno in comune un imbuto e un “like”? Leggi questo articolo fino in fondo e lo scoprirai :)

Ecco qui il funnel d’acquisto in formato grafico, di seguito ti illustro passo passo le sue fasi. 

Conoscenza 
In questa fase il consumatore scopre il tuo brand a prescindere dal fatto che desideri o meno acquistare i tuoi prodotti in quel momento. Questa fase può essere caratterizzata da un messaggio pubblicitario, il passaparola o semplicemente scoperta casuale.

Interesse
Questa fase rappresenta il momento in cui il consumatore inizia a pensare all’acquisto del prodotto. Questo suo interesse potrebbe essere innescato da un evento, un mutamento di circostanze, un aumento dello stipendio, un bisogno o anche un messaggio pubblicitario. 

Ricerca e familiarità 
In questa fase il consumatore ha già deciso di acquistare, mosso semplicemente dal desiderio di avere un prodotto simile al tuo o perché ne ha un reale bisogno. Probabilmente inizierà a leggere recensioni, prenderà familiarità con il prodotto scoprendone le caratteristiche, effettuerà dei confronti e chiederà opinioni ad amici e conoscenti. 

Questa fase del processo d’acquisto potrebbe durare poco o molto, anche influenzata dal valore del prodotto. Infatti, il tempo che un consumatore dedica alla ricerca e alla comparazione di un’auto non è lo stesso che dedica alla scelta di un panino con la mortadella :-).

Lista e opinioni 
Il consumatore selezionerà in un elenco, in nota mentale o tramite preferiti del browser, quelli che sono gli acquisti più probabili in base alla ricerca che ha compiuto in precedenza. 

Considerazioni
In questa fase è probabile che il consumatore, per decidere quale sarà l’acquisto migliore, sceglierà di testare i prodotti inseriti nella precedente lista tramite un "test-drive", partecipando a una dimostrazione live dei prodotti o chiedendo un parere a qualcuno che ha già acquistato uno di quei prodotti. 

Acquisto
Una volta scelto il "brand", il consumatore visiterà l’e-commerce o fisicamente il punto vendita dove concluderà l’acquisto. 

Ora Parliamo di Facebook 
In queste ultime settimane, molti articoli online hanno illustrato delle nuove "azioni" facebook oltre il classico “mi piace”, che permetteranno la creazione di pulsanti da aggiungere ai siti web. Molti di questi articoli prendevano in considerazione le seguenti azioni:

Like 
Want 
Buy

Rispettivamente mi piace, lo voglio e compro.

Tutto molto bello, ma siamo sicuri che la gente sarà disposta a cliccare su questi pulsanti aggiuntivi? Tra l’altro, per quale motivo dovrebbero cliccare? quale beneficio ne trarrebbero? 

Nelle fasi del processo d’acquisto è molto difficile convincere un utente a cliccare su quei pulsanti, anche perché nelle fasi pre-acquisto il consumatore è ancora indeciso.

E se ti dicessi che dopo l’acquisto… ? 

Subito dopo l’acquisto, specialmente se il prodotto acquistato è uno status symbol (vedi l’auto o il cellulare di ultima generazione) il cliente potrebbe esser felice di comunicare a tutti, soprattutto ai suoi amici, il suo nuovo acquisto. Se ci pensi è quello che facciamo un po’ tutti dopo aver concluso un acquisto “non comune”. 

Quindi, perché limitarsi a quei 3 pulsanti? E se esistesse un pulsante relativo ad una fase post acquisto che incrementa la visibilità della tuo brand? 

In alcuni casi, il pulsante “own” o “use” potrebbero avere un CTR maggiore rispetto ai pulsanti like, want e buy, perché fanno leva sull’euforia dei clienti che si sentono appagati nel far sapere ai loro amici (e non solo) che possiedono o utilizzano un determinato prodotto. 

Questi pulsanti potrebbero scatenare dei post automatici con messaggi contenenti una leva persuasiva molto più potente dei semplici like, want o buy. Ecco un esempio di post automatico generato subito dopo il click sul pulsante “own” se fosse stato integrato sul sito della Apple. 

Fonte: FBStrategy

domenica 29 gennaio 2012

Copyright e Facebook... che fine fanno i tuoi contenuti?

L'avvocato Geti, risponde alla domanda di un fan FBStrategy, inerente la "proprietà" e relativi diritti di un qualsiasi contenuto pubblicato su Facebook.
Di chi sono le immagini? Degli utenti? Di facebook? Dell’amministratore della pagina?

Il rapporto tra Copyright e Facebook è da sempre stato estremamente complicato e contestato. Probabilmente, l’orientamento iniziale del network, estremamente social e improntato sulla condivisione, non aveva mai sollevato quei problemi di riservatezza e diritto alla proprietà che ci si trova ad affrontare oggi, anche in seguito all’aumento esponenziale degli utenti privati, ma anche professionali (liberi professionisti, artisti, scrittori, fotografi…) ed imprenditoriali (brand e multinazionali). Di conseguenza sono state sollevate numerose problematiche in ordine alla titolarità dei diritti di proprietà intellettuale dei materiali (immagini, video, musica, testi…) che gli utenti possono caricare sulla piattaforma, che hanno portato alla modifica delle condizioni di utilizzo del servizio.

Secondo la legislazione vigente (legge 22 aprile 1941, n. 633) sono oggetto di tutela le opere dell’ingegno di carattere creativo, che appartengano alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro, al cinema. Tale tutela consiste in una serie di diritti esclusivi di utilizzazione economica dell’opera (diritti patrimoniali dell’autore) e di diritti morali a tutela della personalità dell’autore, che nel loro complesso costituiscono il c.d. “diritto d’autore”.



L’attuale versione dello “Statement of Rights and Responsabilities“, che definisce diritti, doveri e responsabilità degli utenti e della Società che offre il servizio, è stata revisionata il 26 aprile 2011 e, in ordine alla condivisione delle informazioni e contenuti, prevede:


2. Sharing Your Content and Information


You own all of the content and information you post on Facebook, and you can control how it is shared through your privacy and application settings. In addition: For content that is covered by intellectual property rights, like photos and videos (IP content), you specifically give us the following permission, subject to your privacy and application settings: you grant us a non-exclusive, transferable, sub-licensable, royalty-free, worldwide license to use any IP content that you post on or in connection with Facebook (IP License). This IP License ends when you delete your IP content or your account unless your content has been shared with others, and they have not deleted it.



When you delete IP content, it is deleted in a manner similar to emptying the recycle bin on a computer. However, you understand that removed content may persist in backup copies for a reasonable period of time (but will not be available to others). When you use an application, your content and information is shared with the application. We require applications to respect your privacy, and your agreement with that application will control how the application can use, store, and transfer that content and information. (To learn more about Platform, read our Privacy Policy and Platform Page.)



When you publish content or information using the Public setting, it means that you are allowing everyone, including people off of Facebook, to access and use that information, and to associate it with you (i.e., your name and profile picture). We always appreciate your feedback or other suggestions about Facebook, but you understand that we may use them without any obligation to compensate you for them (just as you have no obligation to offer them).


Di conseguenza viene esplicitamente riconosciuta all’utente la titolarità di qualsiasi diritto sui contenuti che immette nel sistema, sia attraverso la pubblicazione sul proprio profilo che su pagine proprie o di terzi.



È bene precisare che, con l’inserimento nel social network, l’utente concede a Facebook il diritto di utilizzare il materiale, detenerlo, copiarlo ed effettuare ogni altra operazione che sia necessitata per il buon funzionamento del sistema (es. copie di backup, trasferimento di server...).



A tal fine, per ogni contenuto che possa essere soggetto a forme di copyright viene richiesta una licenza di uso degli stessi espressamente definita come “non-exclusive, transferable, sub-licensable, royalty-free, worldwide”.



Evidentemente, se le estensioni “worldwide” (quindi: estesa in tutto il mondo) e “royalty-free” (vale a dire: priva di qualsiasi diritto economico da parte di Facebook) possono essere comprensibili, qualche dubbio non può che sorgere con riferimento alle possibilità di “trasferimento” e concessione di una “sub-licenza” per l’uso degli stessi contenuti. Ed invero, attraverso tali clausole Facebook si riserva il diritto dicoinvolgere altri soggetti nel rapporto con i propri utenti, sia pure al solo fine di offrire un servizio migliore di archiviazione ovvero di visualizzazione (es. rivolgendosi ad un’azienda terza – magari creata ad hoc – per l’archiviazione dei video).



Le recenti modifiche dei termini di privacy di Facebook hanno comportato l’introduzione di un’utile specificazione, secondo cui “allorquando vengano pubblicati contenuti ovvero informazioni utilizzando l’impostazione “Pubblico”, si autorizza chiunque, inclusi soggetti al di fuori del network, ad accedere ed utilizzare le informazioni, nonché associarle a sé stessi (es. il nome e l’immagine del profilo)”.


Evidentemente, tale impostazione non tocca in alcun modo il copyright, quanto piuttosto la diffusione dei contenuti, al tempo stesso escludendo ogni coinvolgimento di Facebook per eventuali utilizzi illeciti da parte dei terzi venuti in possesso dei contenuti coperti dal diritto d’autore condivisi in modalità “pubblica”.



Analogamente, ai sensi del “Facebook Pages Terms“ aggiornati al 29 novembre 2011:


2. Content posted to Pages is public information and is available to everyone.


Ancora una volta, si deve correttamente ritenere che la qualificazione di “informazione pubblica e disponibile a chiunque” afferisca alle modalità di diffusione della stessa, senza riguardare in alcun modo la titolarità dei diritti sugli stessi contenuti. A tal fine, è espressamente previsto che:


3. If you collect information from users, you will obtain their consent, make it clear you (and not Facebook) are the one collecting their information, and post a privacy policy explaining what information you collect and how you will use it.


Ne consegue che la pubblicazione di un’immagine, un testo ovvero un video rappresenta un mezzo per la diffusione del contenuto stesso, senza modificare in alcun modo i diritti ed i doveri del soggetto (utente del social network) che voglia condividerli. 



Viceversa, l’amministratore di una Pagina e/o di un sito che richieda, per raccoglierli ovvero pubblicarli su un sito, contenuti provenienti dagli utenti ne sarà il solo ed unico responsabile per eventuali utilizzi contrari a termini di legge ovvero dei servizi offerti da Facebook, chiarendo sin da subito che è lui e non Facebook a raccogliere le informazioni ed i contenuti, indicandone contestualmente le finalità della raccolta.



In tal senso si muovono altresì le “Promotions Guidelines“, per le quali Facebook non è altro che il mezzo attraverso il quale veicolare l’informazione ovvero amministrare una promozione (es. un contest relativo a foto, immagini o racconti), escludendo ogni responsabilità per le violazioni eventualmente commesse dall’Amministratore della Pagina.


If you use Facebook to communicate about or administer a promotion, you are responsible for the lawful operation of that promotion, including the official rules, offer terms and eligibility requirements (e.g., age and residency restrictions), and compliance with regulations governing the promotion and all prizes offered in connection with the promotion (e.g., registration and obtaining necessary regulatory approvals). Please note that compliance with these Guidelines does not constitute the lawfulness of a promotion. Promotions are subject to many regulations and if you are not certain that your promotion complies with applicable law, please consult with an expert.


In conclusione, in base ai vigenti termini d'uso della piattaforma sociale, l'utente che pubblichi suFacebook un determinato contenuto, ne sarà il solo ed unico responsabile, detenendone ogni diritto, nonostante la condivisione in forma pubblica (su profilo ovvero su Pagina), la quale costituisce solo una modalità di fruizione senza alcuna cessione dei diritti a terzi (amministratori della Pagina ovvero Facebook).



Restano comunque aperti numerosi dubbi in ordine alla effettiva possibilità di operare una cancellazione completa dei contenuti (per lo meno dalla Piattaforma) atteso che, sebbene non più disponibili online, potrebbero permanere presso copie di backup del sistema (almeno fino alla loro completa cancellazione/sovrascrittura).




Avvocato 

Dottore di ricerca in "Giustizia costituzionale e diritti fondamentali"



Disclaimer: il contenuto ha scopo meramente illustrativo, non se ne garantisce nè l'accuratezza nè l'aggiornamento, anzi il lettore è espressamente invitato a controllare la data di pubblicazione e, più in generale, ogni informazione ed avvertito che ogni eventuale utilizzo di quanto segue è a suo esclusivo rischio e pericolo e che le informazioni qui contenute non possono, in nessun caso, sostituire un consulente legale. 

Pagina Fan e/o Aggiornamenti Profili: il Dilemma (e le novità…)!

Cresce l’importanza degli “aggiornamenti”… 


Qualche giorno fa parlammo del (presunto) crollo della visibilità delle pagine fan. Tale crollo può esser dovuto agli upgrade effettuati alle home page (+ o – ottobre 2011), oppure all’incremento di connessioni tra utenti e pagine (costante nel tempo), oppure alla volontà di Facebook di render un po’ meno visibili le pagine al fine di spingere la vendita delle inserzioni. Potrebbero esserci altri motivi a noi ignoti ma non è di questo che parliamo oggi.



In un altro articolo abbiamo invece segnalato il lancio del nuovo tasto “subscribe” (ricevi gli aggiornamenti). La funzione principale di questo tasto è permettere a chi consulta un sito (ad esempio un giornale online) di iscriversi agli aggiornamenti del singolo giornalista. Tale azione non è alternativa all’iscrizione alla pagina fan del giornale per tramite ad esempio di un like box. 



La domanda sorge spontanea: la funzione “subscribe” può incrementare la visibilità della pagina fan (e di un sito) o sopperire al suo inesorabile crollo?



La risposta è: probabilmente si, ma non in tutti i casi. Tra le aziende più agevolate da questo punto di vista troviamo i giornali online (e le case editrici).



Accade infatti che i giornalisti tramite il proprio profilo privato pubblichino gli articoli del giornale per cui lavorano oppure condividano le notizie della pagina fan del giornale. Tutto ciò ha effettivamente una sua logica. Potrei esser molto interessato a ciò che scrive un giornalista che seguo abitualmente e poco interessato a tutti gli articoli pubblicati da un certo giornale.



E’ questo il motivo per cui il Washington Post invita i lettori a sottoscrivere gli aggiornamenti dei singoli giornalisti (su consiglio forse dello stesso Facebook)?






















Il secondo motivo può essere l’interessante numero di persone che “segue” alcuni giornalisti in particolare.























Il terzo motivo può essere la maggior interazione prodotta da un profilo privato rispetto ad una pagina fan che presenta un simile numero di connessioni.



Quindi mi chiedo… per portare visibilità ad un sito è meglio pubblicare su 10 profili con 10mila subscribers o su una pagina con 100mila fan?



A questa ricetta vanno aggiunti due importanti nuovi ingredienti:



1. E’ possibile iscriversi agli aggiornamenti degli amministratori delle pagine fan (quando scegli di renderli visibili) direttamente dalla pagina fan stessa:
















2. Già da tempo Facebook, con il supporto di Bing, traduce in automatico i contenuti delle pagine fan quando la lingua del lettore è differente dalla lingua in cui è stato pubblicato il contenuto. In altre parole, chi nel proprio profilo ha inserito l’italiano come lingua principale e visita una pagina fan con contenuti in inglese, vedrà un link “visualizza traduzione” subito sotto i post. 



Sembra esser recentissima l’introduzione della funzione “traduzione” anche per i post dei profili. Se quindi mi iscrivo agli aggiornamenti di persone che non parlano la mia lingua, avrò la possibilità di comprendere al meglio i contenuti pubblicati.


























Questa rappresenta una opportunità aggiuntiva per chi intende incrementare il numero degli iscritti ai propri “aggiornamenti”. Questo scenario potrebbe effettivamente generare un po’ di confusione ma allo stesso tempo presentare nuove opportunità per chi intende ritagliarsi uno spazio di crescente visibilità in un Facebook ormai prossimo alla “saturazione”. 

Se non stai tracciando le conversioni, stai perdendo tempo (e denaro)!



Molte delle aziende utilizzano Google Analytics per monitorare il sito, ma non hanno impostato alcun obiettivo. Ciò vuol dire che non tracciano le conversioni ed i relativi processi. In altre parole, sanno che il sito produce conversioni ma non sanno come, quando, perché e per effetto di quali strategie, azioni, etc.

E' necessario un attento riepilogo:


1. La “conversione” è l’azione che il visitatore compie sul tuo sito. Può trattarsi di un acquisto, iscrizione alla newsletter, registrazione al forum, compilazione di un modulo richiesta informazioni, etc.


2. Il “tasso di conversione” è il rapporto tra il numero di visitatori del tuo sito e quanti di questi compiono un’azione (quindi, conversione). Se su 100 visitatori 1 acquista, il tasso di conversione è del 1%.

3. L’analisi ti permette di associare determinati tassi di conversione alle differenti fonti di traffico del tuo sito. Puoi farti un’idea (seppur “di massima”…) delle fonti di traffico che si rivelano maggiormente efficaci.



4. L’analisi più approfondita ti permette di andare oltre “l’ultima fonte di traffico” (immagine sopra) e studiare l’intero processo di conversione degli utenti. 




Potresti scoprire che, anche se la conversione è associata ad una ricerca su Google (ricerca organica), in realtà l’utente ha visitato il tuo sito diverse volte accedendo da fonti differenti come ad esempio il social network, e la prima volta che ha visitato il tuo sito ha cliccato su un link presente su un sito esterno (referral). Questo è solo un esempio. In uno dei prossimi articoli vedremo come utilizzare questi dati per attuare una strategia che possa rivelarsi efficace specie a medio/lungo termine.


Cosa devi fare subito e prima di ogni altra cosa?


Devi telefonare al tuo webmaster e chiedergli di impostare immediatamente gli obiettivi su analytics. Devi impostare un obiettivo per ogni tipologia di conversione (esempio: Obiettivo 1 acquisto; Obiettivo 2 iscrizione newsletter, etc.). 


In seguito fatti spiegare come consultare analytics al fine di analizzare i tassi di conversione ed i relativi processi. Col tempo ti renderai conto del reale valore delle informazioni ottenute in questo modo.


Se già usi Analytics puoi impostare tu gli obiettivi. La procedura è semplicissima ed è spiegata qui: http://support.google.com/googleanalytics/bin/answer.py?hl=it&answer=55515 

lunedì 20 giugno 2011

Gli iscritti a Facebook conoscono di PERSONA l'89% dei propri amici?

Ho preso in prestito l'immagine dall'articolo su Mashable. Questa indagine è la prova del fatto che ognuno di noi "conosce" un Facebook differente (chi ha studiato il corso sa bene cosa intendo).



Il nostro (insignificante) "Facebook Personale"

Il nostro "Facebook personale", e l'idea generale che ognuno di noi si fa del social network, è strettamente condizionata/correlata alla nostra rete di contatti (il nostro personale grafo sociale).

Nella migliore (si fa per dire) delle ipotesi la nostra rete di connessioni può esser composta massimo da 5000 persone. Facebook, ed altre ricerche, ci dicono che la gente è in media connessa a 130/150 amici.

Se rapporti il numero dei tuoi amici attuali col numero totale degli iscritti a Facebook ti accorgi di quanto la tua rete di amici sia insignificante rispetto all'intera rete di Facebook, e capisci perchè tutto ciò che "credi di sapere" di Facebook è spesso frutto di una visione ben limitata. Questo è uno dei motivi per cui sperare di fare marketing su facebook utilizzando solo il profilo personale vuol dire limitarsi parecchio.

Attendibile o presa in giro? Quando ho visionato l'immagine qui sopra l'ho considerata quasi subito una presa in giro, dato che dei miei 2500 (circa) attuali amici ho conosciuto di persona massimo il 10/15%. Poi ho compreso che io stesso sono condizionato dalla mia rete, dalla mia visione limitata di Facebook e dall'uso che ne faccio... difficile considerarmi un "utente nella media". Probabilmente anche tu che leggi non sei "nella media", specie se come me operi online e di conseguenza conosci molte persone quasi esclusivamente online (persone che probabilmente non incontrerai mai offline).
Dove voglio arrivare? Probabilmente l'indagine qui sopra è attendibile. La gente comune su Facebook si connette prima di tutto a chi già conosce di persona.  Il risultato dell'indagine potrebbe quindi esser interpretato/comunicato in modo leggermente differente: - ci connettiamo su Facebook a gran parte della gente che già conosciamo offline (perchè amici, parenti, colleghi, etc.) invece di- incontriamo offline il 90% delle gente con cui siamo connessi su Facebook Che ne dici? Va meglio? :-)Se è vero è bello! Se è vero che l'utente medio è connesso soprattutto a gente che già conosce offline ci fa piacere!  Ci fa molto piacere perchè sappiamo che la gente si fida soprattutto di chi conosce meglio. La gente si fida quando instaura dei rapporti personali, meglio se offline. E' dunque ovvio che visualizzare le azioni e preferenze su Facebook di chi già conosciamo offline, può ancor più incuriosirci ed in alcuni casi influenzarci (per effetto di riprova sociale e passaparola automatico).  In altre parole, se l'indagine è attendibile, ci fornisce un motivo in più per far leva sulle connessioni (del grafo sociale) per fare in modo che il nostro messaggio si propaghi in maniera orizzontale (da persona a persona). Se l'indagine è attendibile avvalora l'ipotesi dell'influenza dell'offline in Facebook, così come spiegato nel corso. Non è facile... e neanche impossibile.

sabato 11 giugno 2011

Il Search Marketing di Facebook ADS

Il titolo è un pò provocatorio e ci tengo a precisare che, in questo caso, per Search Marketing non intendo far riferimento a ciò che già conosciamo bene (es. Google Adwords) ma al concetto più generico dell’intercettazione di intenzioni tramite “parole” (keyword). 

Parole digitate nella casella di un motore di ricerca o parole digitate in uno stato di Facebook? Cosa rappresentano davvero queste parole per chi le scrive? Sforziamoci di fare un passo indietro.

Sai già che il search marketing ha successo e funziona bene perché mette in contatto l’offerta e la domanda nel momento stesso in cui quest’ultima è espressa.

Com’è “espressa” la domanda nel caso del search marketing? La domanda è rappresentata dalla ricerca di parole su un motore di ricerca. Se la ricerca esprime un’intenzione, esigenza, desiderio, allora il motore di ricerca offre una risposta.

Cosa può invece rappresentare ciò che scriviamo su Facebook? Le parole che scriviamo su Facebook possono rappresentare una intenzione, esigenza, desiderio del momento? La mia personale opinione è:probabilmente SI.

Sembra che Facebook ci creda così tanto da testare la pubblicazione di inserzioni correlate alle parole (keyword) digitate dalle persone sui propri profili… Sono ormai mesi che notiamo questi test ma oggi sembrano molto più “espliciti”. Ecco un paio di esempi freschi di giornata:




Ringrazio la gentilissima Chiara Pranio per aver testato le funzione utilizzando il proprio profilo personale.

E’ evidente come le inserzioni sponsorizzate siano in un certo modo correlate alle parole scritte nello stato (e non solo).

E’ interessante inoltre notare che, partecipando alla discussione sul profilo di Chiara, ho immediatamente visualizzato anche io le inserzioni sul Sushi. Probabilmente Facebook suppone che chi partecipa ad una discussione sia interessato all’argomento principale … e spesso è proprio così.

Cosa ci aspetta?

Credo che l’ottimizzazione di tale sistema da parte di Facebook renderà le inserzioni ADS più efficaci (anche in termini di CTR). Il naturale incremento del numero di inserzionisti (e quindi annunci) permetterà a Facebook di fornire risposte (inserzioni correlate) ad un maggior numero di intenzioni, desideri, necessità (cioè parole scritte sul nostro profilo)… quindi vedremo sempre più spesso inserzioni relative a ciò che scriviamo.

venerdì 3 giugno 2011

Facebook ADS: SATURAZIONE del target e FREQUENZA di visualizzazione.



Una delle principali differenze tra il traffico acquistato sui motori di ricerca (es. Google Adwords) e quello acquistato su Facebook tramite ADS è rappresentata dal tipo di domanda intercettata e dal momento in cui la si intercetta.

Sappiamo che Adwords funziona bene perché intercetta la domanda proprio nel momento in cui questa viene “espressa” tramite una ricerca. Potremmo quindi definirla “Domanda Consapevole”.

Per mezzo di Facebook ADS si intercetta invece quella che potremmo definire “Domanda Latente”. Lo sforzo sta nel mostrare annunci pertinenti agli interessi delle persone (e non è facile). Questo è il motivo per cui i CTR di Adwords e Facebook ADS non sono paragonabili.

Saturazione del target

Un altro problema di Facebook ADS potrebbe esser definito “Saturazione del Target”. Cosa intendiamo?

Quando impostiamo una nuova campagna e ne profiliamo il target sappiamo che i nostri annunci saranno visualizzati da un gruppo di “n” persone, cioè quelle persone che presentano interessi correlati a ciò che abbiamo da offrire.

Una volta partita la campagna, molte di queste persone (se si connetteranno a Facebook) visualizzeranno il nostro annuncio e decideranno se cliccare o meno. Col tempo molte persone potrebbero visualizzare lo stesso annuncio più e più volte dando luogo all’EFFETTO SATURAZIONE. 

Suppongo che, chi è interessato al nostro annuncio effettuerà click dopo le prime visualizzazioni e chi non è interessato continuerà a visualizzarlo infinite volte senza compiere alcuna azione (l’annuncio diventerà invisibile agli occhi di molti… un po’ come gli spot in TV). Col tempo ciò comporta un naturale calo del CTR ed il conseguente incremento del costo per click: in altre parole calano le performance della campagna.

Quando non si verifica l’effetto saturazione?

L’effetto saturazione non si verifica (o almeno non è così avvertito) quando il target delle nostre inserzioni si evolve velocemente. Quando nuova gente diventa fan di pagine ed esprime gradimento per i nostri argomenti con una certa frequenza, il nostro target di riferimento cresce e si rinnova. Ciò vuol dire che sempre nuova gente visualizzerà i nostri annunci e deciderà se interagire o meno. 

Ciò accade molto spesso quando si utilizzano le sponsored stories per promuovere le pagine fan. Pensa che per ogni nuova connessione alla pagina, il target cresce allargandosi agli amici di chi si è appena connesso. Questo potrebbe comportare una certa “stabilità” del CTR.

Effetto Saturazione: Soluzioni?

Nel caso in cui il nostro target non si evolva e cresca con una certa frequenza saremo costretti ad adottare delle soluzioni al problema della saturazione. Io ne ho provate 3:

1. PAUSA. Se il target non si evolve velocemente non vuol dire non lo faccia lentamente (specie quando è rappresentato da un piccolo numero di persone). Ho provato a mettere in pausa alcune campagne per poi riattivarle dopo 15/30 giorni ed ho notato una ripresa delle performance “originali” (simili alla prima pubblicazione degli annunci).

2. Cambia contenuto ed immagine. Il fatto che alcuni non abbiano cliccato sul tuo annuncio, dopo averlo più volte visualizzato, può voler dire che il contenuto o l’immagine non ha destato in loro attenzione e/o interesse. Prova quindi a testare annunci che puntano alla medesima pagina ma che presentavo testo ed immagini differenti (monitora le differenze con i precedenti).

3. Cambia Target. Analizza in maniera più approfondita pagine ed interessi direttamente (ed indirettamente) correlati a ciò che vendi. Scopro frequentemente nuove pagine che trattano argomenti correlati ad alcuni prodotti e servizi che possono diventare oggetto del campo “Interessi” nel tool di creazione degli annunci. 

4. 1+2+3. Ogni caso ed ogni campagna fa storia a sé e per questo ti invito a provare queste 3 soluzioni anche insieme o in modo alternato. Puoi ad esempio attivare la campagna con target A e lasciare in pausa quella che punta al target B e, dopo del tempo, fare l’esatto contrario.

Messaggio per Facebook (sperando che qualcuno legga):

Caro Facebook sarebbe bello sapere dopo quante visualizzazioni (in media) le persone cliccano sull’annuncio. Sarebbe anche bello poter “automatizzare” la programmazione degli annunci (attivazione, pausa, riattivazione).