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Visualizzazione post con etichetta saturazione. Mostra tutti i post
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domenica 29 gennaio 2012

Pagina Fan e/o Aggiornamenti Profili: il Dilemma (e le novità…)!

Cresce l’importanza degli “aggiornamenti”… 


Qualche giorno fa parlammo del (presunto) crollo della visibilità delle pagine fan. Tale crollo può esser dovuto agli upgrade effettuati alle home page (+ o – ottobre 2011), oppure all’incremento di connessioni tra utenti e pagine (costante nel tempo), oppure alla volontà di Facebook di render un po’ meno visibili le pagine al fine di spingere la vendita delle inserzioni. Potrebbero esserci altri motivi a noi ignoti ma non è di questo che parliamo oggi.



In un altro articolo abbiamo invece segnalato il lancio del nuovo tasto “subscribe” (ricevi gli aggiornamenti). La funzione principale di questo tasto è permettere a chi consulta un sito (ad esempio un giornale online) di iscriversi agli aggiornamenti del singolo giornalista. Tale azione non è alternativa all’iscrizione alla pagina fan del giornale per tramite ad esempio di un like box. 



La domanda sorge spontanea: la funzione “subscribe” può incrementare la visibilità della pagina fan (e di un sito) o sopperire al suo inesorabile crollo?



La risposta è: probabilmente si, ma non in tutti i casi. Tra le aziende più agevolate da questo punto di vista troviamo i giornali online (e le case editrici).



Accade infatti che i giornalisti tramite il proprio profilo privato pubblichino gli articoli del giornale per cui lavorano oppure condividano le notizie della pagina fan del giornale. Tutto ciò ha effettivamente una sua logica. Potrei esser molto interessato a ciò che scrive un giornalista che seguo abitualmente e poco interessato a tutti gli articoli pubblicati da un certo giornale.



E’ questo il motivo per cui il Washington Post invita i lettori a sottoscrivere gli aggiornamenti dei singoli giornalisti (su consiglio forse dello stesso Facebook)?






















Il secondo motivo può essere l’interessante numero di persone che “segue” alcuni giornalisti in particolare.























Il terzo motivo può essere la maggior interazione prodotta da un profilo privato rispetto ad una pagina fan che presenta un simile numero di connessioni.



Quindi mi chiedo… per portare visibilità ad un sito è meglio pubblicare su 10 profili con 10mila subscribers o su una pagina con 100mila fan?



A questa ricetta vanno aggiunti due importanti nuovi ingredienti:



1. E’ possibile iscriversi agli aggiornamenti degli amministratori delle pagine fan (quando scegli di renderli visibili) direttamente dalla pagina fan stessa:
















2. Già da tempo Facebook, con il supporto di Bing, traduce in automatico i contenuti delle pagine fan quando la lingua del lettore è differente dalla lingua in cui è stato pubblicato il contenuto. In altre parole, chi nel proprio profilo ha inserito l’italiano come lingua principale e visita una pagina fan con contenuti in inglese, vedrà un link “visualizza traduzione” subito sotto i post. 



Sembra esser recentissima l’introduzione della funzione “traduzione” anche per i post dei profili. Se quindi mi iscrivo agli aggiornamenti di persone che non parlano la mia lingua, avrò la possibilità di comprendere al meglio i contenuti pubblicati.


























Questa rappresenta una opportunità aggiuntiva per chi intende incrementare il numero degli iscritti ai propri “aggiornamenti”. Questo scenario potrebbe effettivamente generare un po’ di confusione ma allo stesso tempo presentare nuove opportunità per chi intende ritagliarsi uno spazio di crescente visibilità in un Facebook ormai prossimo alla “saturazione”. 

venerdì 3 giugno 2011

Facebook ADS: SATURAZIONE del target e FREQUENZA di visualizzazione.



Una delle principali differenze tra il traffico acquistato sui motori di ricerca (es. Google Adwords) e quello acquistato su Facebook tramite ADS è rappresentata dal tipo di domanda intercettata e dal momento in cui la si intercetta.

Sappiamo che Adwords funziona bene perché intercetta la domanda proprio nel momento in cui questa viene “espressa” tramite una ricerca. Potremmo quindi definirla “Domanda Consapevole”.

Per mezzo di Facebook ADS si intercetta invece quella che potremmo definire “Domanda Latente”. Lo sforzo sta nel mostrare annunci pertinenti agli interessi delle persone (e non è facile). Questo è il motivo per cui i CTR di Adwords e Facebook ADS non sono paragonabili.

Saturazione del target

Un altro problema di Facebook ADS potrebbe esser definito “Saturazione del Target”. Cosa intendiamo?

Quando impostiamo una nuova campagna e ne profiliamo il target sappiamo che i nostri annunci saranno visualizzati da un gruppo di “n” persone, cioè quelle persone che presentano interessi correlati a ciò che abbiamo da offrire.

Una volta partita la campagna, molte di queste persone (se si connetteranno a Facebook) visualizzeranno il nostro annuncio e decideranno se cliccare o meno. Col tempo molte persone potrebbero visualizzare lo stesso annuncio più e più volte dando luogo all’EFFETTO SATURAZIONE. 

Suppongo che, chi è interessato al nostro annuncio effettuerà click dopo le prime visualizzazioni e chi non è interessato continuerà a visualizzarlo infinite volte senza compiere alcuna azione (l’annuncio diventerà invisibile agli occhi di molti… un po’ come gli spot in TV). Col tempo ciò comporta un naturale calo del CTR ed il conseguente incremento del costo per click: in altre parole calano le performance della campagna.

Quando non si verifica l’effetto saturazione?

L’effetto saturazione non si verifica (o almeno non è così avvertito) quando il target delle nostre inserzioni si evolve velocemente. Quando nuova gente diventa fan di pagine ed esprime gradimento per i nostri argomenti con una certa frequenza, il nostro target di riferimento cresce e si rinnova. Ciò vuol dire che sempre nuova gente visualizzerà i nostri annunci e deciderà se interagire o meno. 

Ciò accade molto spesso quando si utilizzano le sponsored stories per promuovere le pagine fan. Pensa che per ogni nuova connessione alla pagina, il target cresce allargandosi agli amici di chi si è appena connesso. Questo potrebbe comportare una certa “stabilità” del CTR.

Effetto Saturazione: Soluzioni?

Nel caso in cui il nostro target non si evolva e cresca con una certa frequenza saremo costretti ad adottare delle soluzioni al problema della saturazione. Io ne ho provate 3:

1. PAUSA. Se il target non si evolve velocemente non vuol dire non lo faccia lentamente (specie quando è rappresentato da un piccolo numero di persone). Ho provato a mettere in pausa alcune campagne per poi riattivarle dopo 15/30 giorni ed ho notato una ripresa delle performance “originali” (simili alla prima pubblicazione degli annunci).

2. Cambia contenuto ed immagine. Il fatto che alcuni non abbiano cliccato sul tuo annuncio, dopo averlo più volte visualizzato, può voler dire che il contenuto o l’immagine non ha destato in loro attenzione e/o interesse. Prova quindi a testare annunci che puntano alla medesima pagina ma che presentavo testo ed immagini differenti (monitora le differenze con i precedenti).

3. Cambia Target. Analizza in maniera più approfondita pagine ed interessi direttamente (ed indirettamente) correlati a ciò che vendi. Scopro frequentemente nuove pagine che trattano argomenti correlati ad alcuni prodotti e servizi che possono diventare oggetto del campo “Interessi” nel tool di creazione degli annunci. 

4. 1+2+3. Ogni caso ed ogni campagna fa storia a sé e per questo ti invito a provare queste 3 soluzioni anche insieme o in modo alternato. Puoi ad esempio attivare la campagna con target A e lasciare in pausa quella che punta al target B e, dopo del tempo, fare l’esatto contrario.

Messaggio per Facebook (sperando che qualcuno legga):

Caro Facebook sarebbe bello sapere dopo quante visualizzazioni (in media) le persone cliccano sull’annuncio. Sarebbe anche bello poter “automatizzare” la programmazione degli annunci (attivazione, pausa, riattivazione).