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giovedì 29 luglio 2010

BINGO SISAL

4A THE POKER SUITE

mercoledì 28 luglio 2010

Alcune riflessioni sul Mobile Marketing e i Social Network

Il modo di informarsi, conoscere ed effettuare operazioni online cambia continuamente grazie all’evoluzione tecnologica e al bisogno delle persone di disporre di strumenti a “portata di mano”.
Di questi mezzi il più diffuso e utilizzato è sicuramente il telefonino: viste le tendenze degli ultimi anni, l’uso del cellulare sembra destinato a crescere ancora molto nel tempo.

Osservando i dati riguardanti il mobile web, ci rendiamo conto di come, a livello mondiale, la crescita sia continua e come questo testimoni l’importanza del fenomeno e le enormi possibilità commerciali ad esso legate.
Nel 2012 si stima un numero superiore ai 3 miliardi di dispositivi che avranno accesso ad Internet, metà di questi probabilmente saranno dispositivi mobili. Già nel 2008, il fenomeno mostrava la sua vivacità, basti solo pensare che 40 milioni di utenti negli Stati Uniti accedevano ai siti web attraverso il telefonino.
Un altro dato di rilievo è la propensione all’investimento, da parte delle aziende, nel mercato del mobile advertising. Questo dimostra quanto, anche in un momento storico di crisi economica come questo, le possibilità di allargare il proprio business esistano e possano venire sfruttate.
L’investimento delle aziende USA in advertising è lievitato dai $416 milioni del 2009 ai $593 milioni del 2010, proprio perché hanno inserito il Mobile nel loro marketing mix.
Un altro aspetto molto interessante è invece l’ormai completa integrazione tra le applicazioni per i telefonini, palmari e smartphone, ed i social network.
Infatti la geo-localizzazione, e le applicazioni social utili per la comunità, sono la chiave per le aziende che cercano di coinvolgere e attrarre i consumatori in movimento.
La distanza con i consumatori verrà probabilmente annullata, grazie alla graduale diffusione di telefonini smart economici e/o con funzionalità sempre più intelligenti.
Di pari passo, i big player del Social Networking perseguono già da tempo questo cammino, sviluppando varie versioni mobile (o applicazioni) dei propri siti. Qualche esempio? LinkedIn dispone di versioni per iPhone, Blackberry e Palmari; Facebook permette di restare sempre in contatto con gli amici anche in movimento;  Youtube consente di caricare e condividere i video in Rete, anche attraverso un’applicazione specifica per i cellulari.
Oltre alle piattaforme social, però, ci sono anche molte applicazioni di terzi che hanno come obiettivo l’integrazione tra il mondo del mobile web e i social media, in alcuni casi spinti dagli stessi big del mercato dei telefonini, come sta facendo ormai da tempo il colosso Nokia con il suo Ovi.
Viviamo in un’epoca in cui il bisogno di interconnessione è enorme, la diffusione dei collegamenti Wi-Fi punta ad essere alla portata di tutti, le comunicazioni sono sempre più rapide e slegate dai luoghi fisici. Non capire il cambiamento potrebbe voler dire, per molte aziende,  trovarsi in ritardo e perdere importanti possibilità in un mercato nuovo ed in continua evoluzione.

Google Caffeine: novità su reputazione online e pubblicazione contenuti

Google aggiorna continuamente gli algoritmi ed i pesi dei vari fattori che regolano il ranking. Quando però le modifiche sono consistenti assegna un nome all’update, come ha fatto in questo caso con Caffeine, il nuovo sistema di indicizzazione dei contenuti lanciato in questi giorni.
cambiamenti principali fanno riferimento alla velocità di aggiornamento dell’indice e quindi all’aggiornamento dei risultati di ricerca.
In sostanza il mega archivio di informazioni di Google, che prima era organizzato in modo “stratificato”, ora avrà una procedura di aggiornamento più snella, che permetterà di fornire qualità maggiore anche per informazioni pubblicate da poco.
Google Caffeine
Caffeine modifica il modo in cui Google indicizza le risorse, ma non il sistema di ranking: cioè il motore mantiene il suo algoritmo di ranking, ma cambia il modo in cui ottiene le informazioni.
La nuova sfida di Google, quindi, è di fornire risultati sempre più freschi e pertinenti.
Avere un indice più flessibile e versatile significa che Google:
  • indicizza più velocemente e quindi può posizionare notizie e contenuti in modo più veloce
  • ha un numero maggiore di contenuti nel suo database
  • fornisce  tempi di risposta più veloci agli utenti.
Cosa possiamo fare per sfruttare al meglio i cambiamenti portati dal nuovo algoritmo?
  • monitorare le pagine dei risultati relative ai nostri prodotti e brand: infatti i tempi di reazione e posizionamento dei contenuti da parte di Google sono più veloci e quindi una notizia pubblicata potrebbe godere di una visibilità ancora più istantanea
  • produrre con più frequenza nuovi contenuti, anche su argomenti di “coda lunga”
  • diffondere online comunicati stampa e notizie in modo tempestivo
Grazie all’aumento della velocità di indicizzazione, queste attività si riveleranno infatti ancora più efficaci.
Buona “caffeina” a tutti!
PS. per gli smanettoni :-D
In rete sono stati associati a Caffeine altre modifiche dell’algoritmo: il long tail traffic “MayDay” e l’introduzione della velocità del sito come fattore di ranking. Secondo Matt Cutts però questi aggiornamenti sono indipendenti tra loro.

Fatica sprecata allenare il cervello con i videogiochi



I videogiochi che promettono di allenare il cervello sarebbero in realtà quasi del tutto inutili:  aumenterebbero l'abilità nel risolvere i semplici quiz che propongono, ma senza effetti misurabili sul QI e sulle facoltà intellettuali. Cosa ne pensano i produttori?


Se state tentando di convincere la vostra dolce metà a lasciarvi comprare l'ultima consolle per videogiochi promettendole che vi dedicherete solo ai games per allenanare il cervello, cercatevi un'altra scusa: i videogiochi intelligenti non aiutano a migliorare il quoziente intellettivo. La notizia viene dalla Gran Bretagna, dove un team di ricercatori dell'Università di Cambridge ha recentemente concluso una ricerca sull'efficacia dei giochi elettronici che promettono di migliorare le facoltà cerebrali.



Cervelli in palestra


Adrian Owen e i suoi collaboratori hanno hanno reclutato 11.000 volontari tra i 18 e i 60 anni attraverso una trasmissione televisiva e li hanno sottoposti a una serie di prove sulle facoltà mnemoniche e spaziali. Hanno poi invitato la metà di loro a giocare per 6 settimane con due allenatori cerebrali online, mentre l'altra metà ha semplicemente navigato sul web. Al termine di questo periodo hanno somministrato nuovamente i test cognitivi ai due gruppi: l'analisi dei risultati ha dimostrato che entrambe le attività avevano migliorato in misura uguale e solo marginalmente le performance intellettuali dei partecipanti. Secondo i ricercatori i giochi intelligenti migliorano solo alcune abilità specifiche che però non si trasferiscono alla sfera cognitiva. Possono per esempio migliorare la capacità di risolvere rapidamente semplici operazioni algebriche come somme e sottrazioni ma non a capire come risolvere una divisione o una moltiplicazione. I games per allenare il cervello avrebbero insomma un'altissima specificità.



C'è chi dice no 

Le conclusioni della ricerca di Owen, pubblicate sulla rivista Nature, non sono però condivise all'unanimità dalla comunità scientifica internazionale. Torkel Klingberg, uno psicologo del Karolinska Institute di Stoccolma, sostiene che i videogames attualmente commercializzati come "brain training" non sono stati progettati su basi scientifiche e per questo non danno risultati apprezzabili. Klingberg, fondatore di un'azienda specializzata nel miglioramento delle facoltà cognitive, nega che tutti i programmi di allenamento mentale siano spazzatura e sostiene che i partecipanti alla ricerca inglese hanno utilizzato software dal dubbio valore e per troppo poco tempo. "La ricerca di Owen non prova e assolutamente nulla", ha dichiarato a New Scientist, "nè a favore nè contro questi software". 



La parola al Dr. Kawashima 

Ma cosa ne pensano i produttori di questi videogiochi? "Il brain training del Dr. Kawashima (uno dei più famosi videogiochi di questo genere. Ndr) non promette di migliorare le facoltà intellettuali su una base scientifica" ha dichiarato in un'intervista alla BBC il portavoce di Nintendo, che ha precisato come il software "richieda agli utenti di superare una serie di divertenti sfide basate su matematica semplice, memorizzazione e lettura. In questo modo si allena il cervello che viene stimilato dalla continua sfida a migliorarsi proposta dal gioco". Eppure genii si può diventare: lo affermava qualche anno fa una ricerca condotta proprio all'Università di Cambridge. E secondo altri non serve neppure studiare noiosi tomi o complicate formule matematiche: per allenare il cervello e migliorarne le capacità ci si può dedicare ad attività anche molto più fisiche come la giocoleria.

Con la matematica ci si può anche divertire: clicca qui e scopri come.



Nasce a Londra l'hotel per insetti

Avete appena finito di lottare con il plotone di formiche che ha invaso il salotto? Sappiate che siete decisamente "out": l’ultima tendenza è quella di accogliere imenotteri e scarrafoni tra le mura domestiche. O meglio, in giardino, costruendo per loro un albergo a cinque stelle… (Elisabetta Intini, 27 luglio 2010)

Agli architetti si sa, l'estro creativo non manca. Se poi si tratta di architetti inglesi, non c'è limite all'immaginazione! Invece che progettare ponti o grattacieli, i designer del gruppo internazionale ARUP (la stessa "mente" della torre della CCTV a Pechino, Cina) hanno ideato un resort aperto a pochi eletti. Condizione necessaria per accedere è avere 6 zampe, antenne o ali che dir si voglia. Nel Bug Hotel - una specie di scatola bucherellata della profondità di 50 centimetri, formata da 25 lastre di compensato cesellate - c'è posto per tutti. Ogni inquilino ha a disposizione una serie di celle fatte su misura per le sue esigenze, riempite con materiali riciclati che fungono da comodi giacigli. Ecco quali "turisti" passeranno da qui:

Cervi volanti. Hanno bisogno di pezzetti di legno marcio e bagnato per il sostentamento delle loro larve. Alloggeranno al piano inferiore.

Api solitarie. A loro sono destinate le cellette del primo piano, piene di ceppi di legna accatastati e canne di bambù. Gli interni inoltre, sono decorati con sabbia e pezzetti di terracotta.

Libellule e falene. Si sistemeranno nei piani alti, a cui potranno accedere da ingressi di forma  verticale. Per le loro camere, legna secca e cortecce.

Ragni e coccinelle. I loro scomparti si possono riempire a piacimento con quello che avanza in casa. Vecchie scarpe (da non rimettere!), rotoli di cartone della carta igienica, tubi di plastica. Insomma, materiali cavi in cui gli aracnidi possano tessere la loro tela. 

Il Bug Hotel sarà sistemato in parchi e giardini (se non siete troppo schizzinosi).

Una volta sistemati gli ospiti, occorrerà scegliere una location: gli architetti dell'ARUP hanno optato per i grandi parchi londinesi, nella speranza che questi si ripopolino di insetti "buoni" e fondamentali per l'ecosistema. Il progetto si è aggiudicato il primo posto nel concorso Beyond the Hive (lett. "Oltre all'arnia") organizzato dalla città di Londra, una competizione tra architetti volta a trovare la migliore soluzione per accogliere questi animaletti.

Straordinarie foto di insetti "catturati" con una speciale tecnica fotografica.

 

Gioco Digitale