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mercoledì 28 luglio 2010

Nasce a Londra l'hotel per insetti

Avete appena finito di lottare con il plotone di formiche che ha invaso il salotto? Sappiate che siete decisamente "out": l’ultima tendenza è quella di accogliere imenotteri e scarrafoni tra le mura domestiche. O meglio, in giardino, costruendo per loro un albergo a cinque stelle… (Elisabetta Intini, 27 luglio 2010)

Agli architetti si sa, l'estro creativo non manca. Se poi si tratta di architetti inglesi, non c'è limite all'immaginazione! Invece che progettare ponti o grattacieli, i designer del gruppo internazionale ARUP (la stessa "mente" della torre della CCTV a Pechino, Cina) hanno ideato un resort aperto a pochi eletti. Condizione necessaria per accedere è avere 6 zampe, antenne o ali che dir si voglia. Nel Bug Hotel - una specie di scatola bucherellata della profondità di 50 centimetri, formata da 25 lastre di compensato cesellate - c'è posto per tutti. Ogni inquilino ha a disposizione una serie di celle fatte su misura per le sue esigenze, riempite con materiali riciclati che fungono da comodi giacigli. Ecco quali "turisti" passeranno da qui:

Cervi volanti. Hanno bisogno di pezzetti di legno marcio e bagnato per il sostentamento delle loro larve. Alloggeranno al piano inferiore.

Api solitarie. A loro sono destinate le cellette del primo piano, piene di ceppi di legna accatastati e canne di bambù. Gli interni inoltre, sono decorati con sabbia e pezzetti di terracotta.

Libellule e falene. Si sistemeranno nei piani alti, a cui potranno accedere da ingressi di forma  verticale. Per le loro camere, legna secca e cortecce.

Ragni e coccinelle. I loro scomparti si possono riempire a piacimento con quello che avanza in casa. Vecchie scarpe (da non rimettere!), rotoli di cartone della carta igienica, tubi di plastica. Insomma, materiali cavi in cui gli aracnidi possano tessere la loro tela. 

Il Bug Hotel sarà sistemato in parchi e giardini (se non siete troppo schizzinosi).

Una volta sistemati gli ospiti, occorrerà scegliere una location: gli architetti dell'ARUP hanno optato per i grandi parchi londinesi, nella speranza che questi si ripopolino di insetti "buoni" e fondamentali per l'ecosistema. Il progetto si è aggiudicato il primo posto nel concorso Beyond the Hive (lett. "Oltre all'arnia") organizzato dalla città di Londra, una competizione tra architetti volta a trovare la migliore soluzione per accogliere questi animaletti.

Straordinarie foto di insetti "catturati" con una speciale tecnica fotografica.

 

Gioco Digitale



martedì 27 luglio 2010

Vodafone


Poker online Italia: Su quale network giochi?

La definizione di network indica una pluralità di soggetti, persone o società, che si muovono all'interno di uno stesso ambito con finalità comuni. Nel poker i network sono quelle sale che agiscono con un software comune.  
Questo vuol dire che players di diverse ditte possono ritrovarsi sullo stesso tavolo e giocare contro pur facendo capo a due diversi tipi di società.
network aiutano così le sale ad avere un movimento più vasto in termini di giocatori. I tavoli si formano in maniera più rapida e, di conseguenza, c'è maggior possibilità di introiti da parte di una singola ditta appartenente ad una rete, un network appunto.
Per ogni network c'è la società che mette a disposizione il software di gioco per le sale che lo compongono, che sono dette ancheskin.
In Italia, come nel mondo, non tutte le poker room si uniscono ad un network. Ci sono quelle che hanno il proprio software e preferiscono non condividerlo con nessuno. Altre invece, pur avendo una propria identità pokeristica proveniente già dal .com, hanno deciso di affiliare altre sale per averne un ritorno economico immediato, in quanto queste ulteriori sale pagano l'utilizzo del software di gioco, e per un aumento del traffico dei giocatori, come spiegato sopra. Esempi pratici ne abbiamo con PokerStars per il primo caso e PartyPoker nel secondo. 
PokerStars possiede un proprio software di gioco, lo stesso del .com, che usa in esclusiva. E' una delle sale con più traffico in Italia, segno evidente di forza. Molti giocatori, del resto, erano già attivi sulla piattaforma internazionale ed era prevedibile una cosa del genere da parte della room numero uno al mondo.
PartyPoker, al pari di PS, possiede un proprio programma di poker, anche questo proveniente dalla già esistente versione della sala .com. Tuttavia ha deciso di condividerlo con altre sale per motivi economici, ma anche per le effettive difficoltà riscontrate nel traffico dei giocatori dei primi tempi. Del resto il background dei vertici di PP è notevole, ed era impensabile che non trovassero una soluzione a questo problema. PartyPoker del resto, è stata a lungo la sala di poker con più traffico in assoluto a livello mondiale, prima della scelta di abbandonare il mercato USA per le note vicende dell'UIGEA.
I network in Italia sono svariati. Il più diffuso e frequentato è quello di People's Poker, che comprende un numero impressionante di skin. Sono oltre 100 le sale che sono affiliate al network ed i numeri parlano chiaro: prima in Italia come raccolta poker. La dimostrazione che l'unione fa la forza. Infatti prese singolarmente queste poker room risultano sconosciute ai più.
Un network dalle potenzialità oscure è quello della Leonardo Service Provider. Sono 9 le skin che lo compongono, per lo più siti di scommesse sportive che si affacciano al poker. I risultati non sono entusiasmanti per il momento, ma negli ultimi mesi in vede un deciso miglioramento.
Altro network interessante è indubbiamente quello della Playtech, meglio conosciuto come iPoker
La iPoker è un software riconosciuto a livello internazionale con diverse sale ad usarlo a proprio vantaggio. Un nome su tutti: Titan poker. In Italia sono almeno sei le società che si sono affidate alla Playtech, creando il network iPoker.it Tra queste abbiamo Snai,Sisal e  PowerPoker.


Altro network importante nel nostro paese, e che sta crescendo costantemente come numero di skin, è quello della Ongame, portato in Italia da Bwin, che già ne faceva uso sulla piattaforma internazionale. Alla room di origine austriaca si sono aggiunteGioco Digitale, società pioniera del poker in Italia, BetPro e la nuovissima Winga Poker.
Infine c'è il software di BossMedia che comprende sale quali PokerClub TotoSì.
Discorso a parte il software innovativo in Java di Nice Hand, unico nel suo genere, e sale che pur giovani e di nuova creazione, posseggono un software in proprio come Big Poker.
Questa la lista dei principali network italiani.

Leonardo Service Provider - Betting2000; DollaroBet; Mediatelbet...
 
iPoker - BetClic; Eurobet; Poker SnaiSisal Poker; PowerPoker; Virgin Poker.
 
Ongame BetPro; Bwin; GD Poker; Winga Poker.
 
PartyGaming - 4A Poker; Intralot; Party Poker.
 
People's Poker - BetShop; SmartPoker; YouBet...

BossMedia: PokerClub by Lottomatica; TotoSì.

Daniel Negreanu: "In perdita col cash game online"

Come sappiamo lo specialista dei tornei, Daniel Negreanu, nell’ultimo periodo ha iniziato a specializzarsi con il cash game online. Un’impresa non proprio facilissima e, nel suo blog, il Pro di Pokerstars ci illustra i suoi ultimi risultati.   

“Ho giocato quasi esclusivamente nel $100-$200 no limit hold’em 6max, contro alcuni dei più grandi giocatori online del mondo. All’inizio è stato davvero duro il passaggio dalla strategia dei tornei a quella per il cash game high stakes online, ma sono comunque soddisfatto dei miei progressi che ho centrato fino ad ora.”
Così, ora che metà 2010 già se n’è andato, Daniel, dopo circa10,009 mani ci presenta un breve resoconto dei risultati nei suoi high stakes cash poker challenge.

Daniel, inizialmente aveva cominciato a giocare il 25 Febbraio, dove fino al 22 Marzo era riuscito a guadagnare ben $200,000. Dopo di che però ne ha subito persi $191,000. In seguito ha avuto un altro upswing di $221,227, prima di ricadere nel baratro e ritrovarsi con soli $9,000.

Daniel spiega così, nel suo blog, che gli è sembrato di essere sulle montagne russe e che le linee degli upswing e dei downswing sono state impressionanti durante tutto questo periodo.
Tuttavia, dopo un breve pausa causa WSOPNegreanu ha ripreso a giocare e il risultato definitivo è che si ritrova in passivo di $750 dopo 10,009 mani giocate nel $100/$200 NLHE.

Tuttavia Negreanu spiega che, se la fortuna l’avesse assistito le cose per lui sarebbero andate molto diversamente.

Ho analizzato che, se avessi avuto più fortuna in certe situazioni, ora sarei a più $10,693.20. Prendo come punto di riferimento questa statistica poiché non analizza solo i profitti, ma, in questo modo posso capisco realmente come ho giocato e sapere se le mie abilità sono migliorate. Questo mi dimostra che nonostante sia in passivo, le mie abilità nel cash game online sono sempre più in miglioramento”
In conclusione quindi, Daniel, dice di essere molto soddisfatto dei suoi risultati fino ad ora, anche se la fortuna non è stata dalla sua parte per garantirgli anche un ritorno economico.

Dal Blog di Daniel Negreanu

Comma “ammazza-blog”: inammissibile lo diciamo noi

Le buone non sono servite a nulla: l’estensione dell’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa del 1948 ai blog sta per diventare legge. E nella sua versione originaria, che prevede una sanzione fino a 12.500 euro per qualunque gestore di siti informatici “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” che non proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta e secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità. Gli emendamenti proposti al testo del comma contenente la norma (il 29 dell’articolo 1), sia quelli abrogativi avanzati dal PD che quelli migliorativi, come quello dell’On. Cassinelli del PDL, sono stati ritenuti infatti “inammissibili” dall’On. Bongiorno. Con un provvedimento che l’avvocato Guido Scorza non esita a definire “lapidario” e “pressoché privo di motivazione”. Ad aggiungere al danno la beffa, tutto questo avviene proprio mentre “cade il bavaglio alla stampa”, grazie anche ai voti di PD e UDC all’emendamento del Governo. Che naturalmente non conteneva alcuna previsione riguardante la Rete. Nella battaglia scatenata dai giornali negli ultimi mesi, del resto, non se ne è mai letto praticamente nulla. Come se la libertà di espressione nel nostro Paese non si misurasse già oggi, e sempre più in futuro, su Internet.
Diciamo “le buone” perché il tentativo, inizialmente, è stato quello di provare a far ragionare il legislatore. Metterlo di fronte ad argomenti, a dati di fatto. Ad esempio che sia errato equiparare un blog qualsiasi a una testata registrata. Che sia errato mettere sullo stesso piano la diffusione professionale e amatoriale di notizie. Che sia inconcepibile pretendere da chiunque apra un sito per esprimere liberamente la propria opinione che non possa assentarsi dalla propria pagina per un fine settimana senza rischiare di trovarsi con migliaia di euro da pagare. Che sia antistorico credere che una legge concepita nel 1948 possa cogliere adeguatamente le dinamiche dell’informazione online. Che sia barbaro disincentivare la libera circolazione delle idee, instillare la paura e il sospetto in chi sfidi il “bavaglio” e fornire un ulteriore strumento intimidatorio ai potenti di turno, che potranno agitare la minaccia della rettifica – con tutto il carrozzone giudiziario che ne consegue – a ogni notizia sgradita. Quanti dei blogger, che per la stragrande maggioranza scrivono senza ricavare un euro dalla loro attività e anzi investendo gran parte del loro tempo libero, saranno disposti ad accollarsi le spese adeguate a dimostrare la fondatezza della propria notizia? Pochi. Gli altri finiranno per piegarsi. Magari dovendosi pure registrarsi presso una qualche “autorità” (il tribunale, l’Agcom o chissà che altro) per rendersi reperibili in caso di guai. Dire la verità, insomma, potrebbe non bastare per dormire sonni tranquilli.
È ora dunque di alzare la voce. Tutti insieme. Perché questo non è il primo tentativo di mettere il “bavaglio” alla Rete, e di certo – visto che sta per avere successo – non sarà l’ultimo. Ieri con l’alibi della sicurezza si è burocratizzato come in nessun Paese libero l’accesso da luoghi pubblici e in mobilità. Oggi con la scusa del rispetto per la verità si è fatto un passo in avanti forse decisivo per approvare l’obbligo di rettifica. Domani potrebbe toccare a filtri preventivi e a nuovi reati creati appositamente per il Web. Per colpire la Rete e in particolare i social network, un potenziale di dissenso che dà fastidio a chi l’informazione è abituato a controllarla come gli pare e piace. I disegni di legge ci sono già, basta rispolverarli – o creare l’ennesimo scandalo mediatico sulla Rete perché sia legittimo farlo. Adottare misure di questo tipo rappresenta una tendenza in atto in sempre più paesi nel mondo – ma nessuno di questi è un paese democratico. Quello di oggi è un altro piccolo spostamento nella direzione della Cina, della Birmania e dell’Iran. Ma deve essere l’ultimo.
Per questo chiediamo a tutti i blogger, a tutti i lettori, a chiunque abbia a cuore che la Rete rimanga, pur con tutti i suoi difetti, così com’è di dire no. Di dire basta. Prima che venga ridotta a una grande televisione (anche su questo i primi passi sono già stati fatti). Prima che da un luogo di conversazione diventi un megafono. Lo chiediamo anche a tutti queigiornali che finora hanno taciuto l’esistenza di questo comma, evitando perfino di prendere posizione. Come se questo non fosse un dibattito decisivo per il futuro della libertà. Bene, è ora di schierarsi, e di farlo subito, perché il tempo stringe. È ora di dire all’On. Bongiorno e al Parlamento che se c’è qualcosa di “inammissibile” è questa norma. Che non piace all’opposizione e nemmeno – e qui si rasenta il farsesco – a larghi settori della maggioranza, che pure l’ha proposta. Dimostriamo al legislatore che non piace alla Rete e alla società civile. Chiediamogli di abrogare il comma 29. Prima che faccia danni irreparabili.

Silvio e lo scandalo internazionale del Cenacolo leonardesco

Stando alle reazioni nel mondo il suo comportamento è stato irrispettoso, irriguardoso, l’opinione pubblica ha percepito la cosa come uno stupro dell’opera leonardesca, allo spirito del Rinascimemento (...) ha identificato istantaneamente la strumentalizazione autoreferenziale dell’affresco di Leonardo, lo sfruttamento volgare, il furto della grandezza altrui...
Uno storico dell’Arte particolarmente velenoso ha cosi commentato la polemica: "sta faccia di tolla... va perdonato, lui e il Cenacolo sono coetanei... ed entrambi hanno subito pesanti restauri!"
Silvio e lo scandalo internazionale del Cenacolo leonardesco
L’avviso in tutte le lingue all’ingresso del Cenacolo di Leonardo da Vinci,i flash provocano uno schock termico che potrebbe danneggiare l’affresco
La scena vede Silvio Berlusconi posare davanti al Cenacolo di Leonardo da Vinci con un che di fierezza insieme al presidente russo Dmitrij Medvedev a Santa Maria delle Grazie.
Il taglio dell’immagine si chiama " piano americano " una certa inquadratura,furbina,serve a dare aria,spazio intorno ai soggetti ritratti,cela quanto potrebbe disturbare degli attori nel primo piano a mezzo busto; (se prestate un attimo di attenzione non puo sfuggrvi l’usura fisica che esprime il Presidente del Consiglio rispetto alle immagini ufficiali diffuse dai media ...)  e assoggetta agli attori da ritrarre lo sfondo,un palazzo,una convention,qualunque cosa per importanza conferisca prestigio all’attore,all’esibizionismo del turista o del politico teso ad autocelebrarsi narcisisticamente in una dinamica autoreferenziale.

I turisti conoscono bene questa prassi del souvenir,della foto ricordo e ne converrete ci sono sfondi a cui si puo rubare la scena,un classico è la Fontana di Trevi (impossibile addomesticarla per le sue dimensioni e la sua monumentalità) e sfondi con cui si debbono porre in atto certi riguardi,attenzioni,ad esempio ponendosi a lato etc,
Il Cenacolo è uno di questi "sfondi" scenografie che reclamano prepotentemente rispetto,rispetto per l’Arte,per la povertà geniale,l’austerità spirituale con cui è stato concepito l’affresco,per Leonardo da Vinci,per l’immagine stessa che partecipa in gran misura all’identità italiana (quella non ancora buttata alle ortiche dalla politica) e che ci riconosce il mondo intero.

Luogo è universalmente noto,il Cenacolo è una icona dell’Arte notissima nell’universo mondo.
Il tema dell’ultima Cena, forse suggerito a Leonardo dai domenicani del convento di Santa Maria delle Grazie, è quello del momento più drammatico del vangelo di Giovanni (Gv. 13,21 e seguenti), quello in cui Cristo proferisce la frase: "Uno di voi mi tradirà" e da queste parole gli apostoli si animano drammaticamente, i loro gesti sono di stupore e di meraviglia; c’è chi si alza perché non ha percepito le parole, chi si avvicina, chi inorridisce, chi si ritrae, come Giuda Iscariota, sentendosi subito chiamato in causa. 
Sarà una coincidenza mà non sto alludendo a Fini,a quel "traditore" che toglie il sonno a Silvio,oppure si ?

Appare dappertutto,nel web in infinite caricature,lazzi,provocazioni,basta pensare alla Pop Culture,nella Storia dell’Arte in infinite repliche,nel cinema in situazioni iconoclaste e dissacranti vedi Bonuel, nei musei in un infinito numero di copie e in un infinito numero di versioni redatte da artisti e illustratori tra cui il più famoso Marcel Ducham con la sua trasgressiva Monna Lisa con i baffi,La Gioconda e il noto dissacrante gioco di parole "LHOOQ" tradotto in italiano suona cosi:" lei ha caldo al culo " !
Traduco il panegirico:solo l’Arte ha la libertà di sfottere l’Arte ! 

Non c’è enciclopedia o testo d’arte che non ne parli,il cenacolo è un po come la Bibbia.
Marcel Duchamp certe libertà se le poteva permettere,il punto è se anche Silvio senza essere un "artista" se lo puo permettere...
Stando alle reazioni nel mondo il suo comportamento è stato irrispettoso,irriguardoso,l’opinione pubblica ha percepito la cosa come uno stupro dell’opera leonardesca,allo spirito del Rinascimemento (...) ha identificato istantaneamente la strumentalizazione autoreferenziale dell’affresco di Leonardo,lo sfruttamento volgare,il furto della grandezza altrui...
Sopratutto in Francia e negli USA il fatto è stato molto sentito,noto che per i rancesi Leonardo fà parte "dell’identitè nationale" .

L’Uomo di Vitruvio

Mi pare che del reale fatto che si cela dietro questa foto ufficiale non si sia molto parlato;lo si dà per scontato anche se la cosa non è sfuggita agli artisti ed agli esperti d’immagine e all’opinione pubblica internazionale,quella più sensibile allo stato del patrimonio artistico italiano già di per se bistrattato,abusato,umiliato se non saccheggiato !
Sorvolo sulla polemica dei flash,risponde il soprintendente per i Beni Architettonici di Milano Alberto Artioli:" Le luci delle macchine da presa o i troppi flash possono causare un’eccitazione termica e rovinare il dipinto, ma in questo caso si trattava di pochi scatti. Come si vede anche dalle foto i flash erano piuttosto lontani, non vedo dove sia la polemica... "
Dice lui,mà credo che abbia capito benissimo la sostanza del contendere,solo abbozza,fà finta di non sentirci da quell’orecchio,tergiversa facendo buon viso a cattivo gioco, sono sicuro che con i suoi colleghi abbozza una smorfia,insieme ad un sorrisetto condito da uno sguardo complice che tradotto suona con il classico:" tengo famiglia " noto passepartout di tutti gli zelanti "servitori" del bene pubblico!
La polemica è proseguita a Palazzo Marino e sui media tra cui la Repubblica.it a cui devo le immagini ufficiali "dell’evento" dicevo,tutti ci girano intorno,istintivamente hanno afferrato "lo stupro" dell’immagine leonardesca,dell’identità di cui vanno immensamente fieri gli italiani:l’arte,la nostra Storia dell’Arte,un fatto fondante e unificatore dell’identità italiana,molto più che "santi,navigatori e poeti ! "
Stupro consumato da un individuo che nonnostante se la dia da "principe" con una abbondanza di mezzi e una fortuna leggendaria con l’arte a parte il personale monumento funebre,costruito dallo scultore Cascella in stile neo-Concettual-Massonico,un mausoleo autocelebrativo (...) non ci ha mai avuto molto a che fare,neppure quando comprava paccotiglia,sculturine,nudi osè e soppramobili in bronzo a Saint Paul de Vence in Costa Azzurra.
Stavolta diciamo che l’ha fatta fuori dal vaso !
L’opinione pubblica sarebbe stata più indulgente se la sua "generosità" e sensibilità umana si fosse espressa donando all’Arte e al paese,alle Sovraintendenze alle Belle Arti risorse,borse di studio,collezioni piuttosto che spacciare con i suoi media uno smodato cannibalistico consumo di corpi, di Eros inteso questo soltanto in termini di orizontalità estatica prona al potere"tappeti di carne più che tappeti di preghiera " direbbe il poeta...
Uno storico dell’Arte particolarmente velenoso ha cosi commentato la polemica :" sta faccia di tolla... và perdonato,lui e il Cenacolo sono coetanei...ed entrambi hanno subito pesanti restauri ! " rievocando le polemiche intorno al restauro del Cenacolo ad opera della Pinin Brambilla!
 
 FONTE : http://100cosecosi.blogspot.com/
 
L.H.O.O.Q., a cheap postcard-sized reproduction of the Mona Lisa,upon which Duchamp drew a mustache and a goatee. The "readymade" done in 1919, is one of the most well known act of degrading a famous work of art. The title when pronounced in French, puns the frase "Elle a chaud au cul"", t