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Visualizzazione post con etichetta blogger. Mostra tutti i post
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lunedì 26 marzo 2012

I blog gratuiti di Blogger

I blog gratuiti di Blogger vengono da oggi rediretti al dominio blogspot.it (se aperti dall'Italia).



Come annunciato in un precedente articolo anche in Italia i blog su Blogger di tipo gratuito cioè con un URL del tipo mioblog.blogspot.com vengono da questa mattina reindirizzati a un dominio locale che dipende dalla zona del pianeta da cui è stato aperto il blog.

Per essere più chiari facciamo un esempio pratico.

Un mio blog che uso per fare dei test ha questo URL
http://design-prova.blogspot.com
Se adesso verrà aperto da un navigatore situato in Italia, nella barra del browser si vedrà questo URL
http://design-prova.blogspot.it
Se invece venisse aperto da un utente che si trova inSpagna, sarebbe visualizzato con l'URL
http://design-prova.blogspot.es
e così via per tutti gli altri Paesi.

Se provate a modificare l'estensione finale del vostro blog, inserendo quella tedesca, francese o di qualsiasi altro Paese, risiedendo però in Italia,non trovereste il vostro blogma un altro sito o un messaggio di errore.L'estensione finale dipende dall'IPche indica la nostraposizione geografica. Il primoPaesein cui è avvenuto questo redirect credo sia stato l'India e adesso è il turno dell'Italia o forse la cosa è stata generalizzata a tutto il mondo.

Vengono anche a modificarsi gli indirizzi dei singoli URL. Per esempio questo post
http://design-prova.blogspot.com/2012/02/demo-del-codice-qr-inserito-nel-blog.html
verrà rediretto all'URL
http://design-prova.blogspot.it/2012/02/demo-del-codice-qr-inserito-nel-blog.html
Questa ultima cosa è probabile che impieghi diverse ore se non giorni per essere completata.

LE RAGIONI DEL CAMBIAMENTO DI URL
Secondo Google questa modifica è stata resa necessaria per una gestione locale dei contenuti. Sappiamo che ci sono molte differenze culturali, politiche e giuridiche tra i vari Paesi in cui è presente la piattaforma Blogger.

Il Team di Google riceve continue richieste di rimozione di contenuti dalle varie autorità locali. Con questo metodo, un post o un intero sito verrebbe quindi oscurato solo nel Paese che ne ha fatto richiesta o su cui si è pronunciata la magistratura mentre rimarrebbe regolarmente online per il resto del mondo. Questo nuovo sistema, secondo Google, riesce a conciliare le diverse esigenze della libertà di espressione e del rispetto della legislazione locale.

Un cittadino italiano potrebbe per esempio chiedere alla magistratura il blocco di un sito di Blogger che, nel caso la richiesta venisse accolta, non sarebbe più visibile in Italia ma resterebbe regolarmente online in tutto il resto del mondo.


SARA' SEMPRE POSSIBILE ACCEDERE ALLA VERSIONE ORIGINALE DI UN BLOG
Non c'è censura che tenga perché anche se un sito venisse oscurato in un Paese, i cittadini ivi residenti potranno accedervi digitando alla fine dell'URL la stringa /ncr che è l'acronimo di "No Country Redirect". Rimando in tema con l'esempio di inizio post, si potrà accedere al suo indirizzo canonico digitando
http://design-prova.blogspot.com/ncr


Se fosse oscurato un solo post, per accedervi dovremmo inserire /ncr subito dopo in dominio del Paese. Prendendo l'esempio di prima, dovremo digitare
http://design-prova.blogspot.com/ncr/2012/02/demo-del-codice-qr-inserito-nel-blog.html

CONSEGUENZE E DOMINI PERSONALIZZATI
Tutti coloro che hanno acquistato da Google o hanno configurato da soli un dominio personalizzato come è per esempio il caso di questo blog non saranno in alcun modo interessati da questa modifica. Chi invece ha un dominio gratuito potrebbe avere delle spiacevoli sorprese nel breve periodo
  1. Mi Piace su Facebook o il numero di Tweet ricevuti da un articolo potrebbero azzerarsi e non si sa se questa sarà una cosa momentanea (la più probabile) o se perdurerà nel tempo.
  2. Ciascun blog gratuito avrà decine di domini che porteranno allo stesso sito (tanti quanti sono i Paesi del mondo in cui viene supportata questa nuova funzionalità). Questo potrebbe portare a un rilevamento di contenuti duplicati per Google inteso come motore di ricerca. Il Team di Bloggerha già dichiarato che correrà ai ripari configurando nei suoi server quello che si chiama URL Canonico ma nel breve periodo potrebbero verificarsi dei problemi.
  3. Quale URL si dovrà inserire quando vorremo indicare il nostro blog? In linea teorica si può mettere sia l'URL canonico, cioè .com, sia quello locale vale a dire .it. Però per non avere troppi redirect è consigliabile cercare di usare il più possibile l'URL con il .com
  4. Nel caso ci fossero delle novità sarà mia cura aggiornare questo post
Aggiornamento n°1: Alcuni widget come quello dei Lettori hanno smesso di funzionare. Nono si visualizzano più alcune icone di accesso rapido come il Quick Edit e quella del cacciavite e della chiave inglese. Su alcuni blog è scomparso anche il pulsante Elimina sotto i commenti nidificati quindi per procedere a cancellare i commenti si deve necessariamente andare nella Bacheca.
Aggiornamento n°2: E' stato azzerato il Page Rank dei blog con estensione locale. Sicuramente non porterà a una diminuzione delle visite però è scocciante.

venerdì 9 marzo 2012

L'aspirante Blogger





The Brain of the Beginning Blogger è un’interessante infografica in inglese a cura di Problogger che potrebbe essere tradotta il cervello dell’aspirante Blogger: ovvero come ragiona un blogger in erba.
In modo molto semplice si evidenziano i problemi realativi al posizionamento, al SEO, alla grafica, alle tematiche da trattare, alla monetizzazione.

domenica 6 febbraio 2011

Segreti per lo Spam, SEO, Twitter e trucchi per Google

Ogni volta, nelle prime battute del mese di gennaio, si leggono post dai siti che trattano il tema del SEO i buoni propositi per l’anno nuovo: creazione di una to-do list delle attività migliori, quelli che sono i trends da seguire, negli ultimi periodi anche la direzione da prendere in materia di social media e di mobile.
Tutte belle parole e buoni propositi, che però ancora oggi nel 2010, si devono scontrare con un tema molto controverso, personalmente oserei dire leggendario: lo spam.
Ma… cos’è lo spam?
L’evoluzione della specie fà si che un essere vivente per adattarsi alle condizioni dell’ambiente in cui vive muta, suo malgrado. Muta per ragioni di sopravvivenza, per portare avanti la propria esistenza e quella dei propri figli passandogli, pian piano, delle caratteristiche che viste in un periodo più ampio hanno una connotazione più marcata.
Ma non mi sto riferendo allo spam, adesso, ma a chi ha fatto del SEO una passione e/o un lavoro, o almeno parte di esso.
Ecco che definire lo spam diventa una pratica assai più sottile, tanto più lo si cerca di definire in un determinato periodo storico della tecnologia come quello attuale, gennaio 2011. E’ un insieme di tecniche? E’ uno stile di vita? E’ un modo di essere? E’ tutto o niente?
Sembra che l’accezione più diffusa e condivisa del concetto di SPAM sia quello di “un qualcosa di non desiderato, forzato e privo di interesse”. Almeno da quello che rilevo guardandomi attorno. Ma credo che questa considerazione debba abbracciare come minimo la definizione di piattaforma su cui si attua, perchè da questo ne possono derivare una serie di ramificazioni, ed altrettante accezioni, che sono ormai all’ordine del giorno.
Mi è capitato, lavorando su un progetto di comunicazione atraverso il social media, di avere a che fare con una pagina fan da popolare di contenuti. Bene, parliamo con la redazione, stabiliamo una linea condivisa, decidiamo cosa fare quando un utente ci chiede qualcosa, quali risorse segnalare, cosa valorizzare del sito ad essa collegata e quali contenuti condividere.
Ecco che, per una serie di motivi tra cui alcuni anche legittimi, ti ritrovi con un feed automatico e poco più di una proposta “invitiamo i nostri amici, e poi gli amici degli amici e facciamo circolare la cosa”.
Beh allora ecco che una strategia sbagliata su una pagina fan di facebook si tramuta da opportunità a SPAM: notizie pompate, indesiderate, impersonali sono spam!
Ti lanci su Twitter: follow friday, follow back, buongiorno, buona sera, condividi immagini, post, commenti gli ultimi trending topic o quello che passa offline, becchi consigli e consigli tramite la ricerca di twitter, aggiungi nuovi amici e approfondisci con l’interazione.
Bene, feed automatico. Altro spam.
Ne cito un’altra: apri un blog, come questo ad esempio, lo tiri su con link, cerchi contenuti interessanti da ripubblicare, aggiungere punti di vista, lavorare sulla sua popolarità su altri siti e sui social networks, cerchi di farti un nome… e poi? Ti ritrovi 900 commenti automatici tra cui alcuni che risaltano particolarmente all’occhio, e che ti danno il “La” per scriverci su.
Trovi che delle vecchie dicerie sono vere, e non sono poi così vecchie, ti trovi un elenco di commenti che fanno capo a siti più o meno popolari, ma con testo ottimizzato, email verosimili. E ti chiedi “perchè lo fai?”
Lo fanno, lo si fà, lo si continuerà a fare perchè c’è qualcuno che te lo permette. Ancora una volta non conta partire e proseguire bene, ma tirare la corda ed evidentemente si è capito che questa corda è d’acciaio e non si romperà facilemente, pena -evidentemente- la rottura del giocattolo globale: Google -e ora, bannami-. Perchè te lo puoi permettere dove lo strumento è meno personale, più automatico, ovvero su un motore di ricerca, mica su un social netowork: e qui che entra in gioco il doppiogioco -cacofonia voluta-.
Vi mostro ora un’immagine che ritrae i commenti di spam simil-vero che ho ricevuto. Voglio prima fare alcune precisazioni:
1- non guadagno niente dalla pubblicazione di questo post, anzi decreterà soltanto ulteriore impopolarità per chi come me lavora con olio di gomito e suda ogni giorno ogni centesimo
2- non ce l’ho con nessuno in particolare, se non col fatto che ancora una volta il lavoro pulito NON paga
3- se te la senti, puoi usare questa tecnica, ho visto blogger che ci sono cascati e hanno regalato links a questi SEO che sono persone come noi, in mezzo a noi
4- nonostante tutto mi ostino a continuare sulla strada buona per una scelta personale e professionale. Il mio marchio è la mia passione e se anche ora sono molto stanco e moralmente a terra, non riesco ad esimersi dall’appassionarmi e dal continuare a fare le cose con onestà, soprattutto sui social dove qualcuno che ha voglia di social-izzare ancora c’è…
Ecco la lista, crocifiggetemi:
Ai proprietari dei siti elencati, che ritengo sicuramente in buona fede al 100%, consiglio di trovare altre stragie/collaboratori perchè questo se anche possa portare ad un certo posizionamento non giova all’immagine. Ho omesso gli indirizzi IP per motivi di privacy, il resto però lo lascio… tanto è solo SPAM.
Per cui, tornando al tema principale, quanti di voi iniettano vecchi blog, wordpress fallati, commenti, forum e quant’altro con links al fine di posizionare il proprio sito o quello dei propri clienti?
Tanto di cappello a chi ci sta riuscendo, avete capito che Google è dalla vostra parte, a differenza mia, e che forse è un valore aggiunto che altri player del settore stanno cercando di abbattere. Non fosse altro che esiste Blekko, che ha spopolato con questo intento, e che ormai si avvicendano sempre più spesso articoli autorevoli sullo spam nelle SERP e che in definitiva non se ne può proprio più!
A quanto pare lo SPAM fà massa critica, genera materiale per creare differenza, genera lavoro per contrastarlo ma anche per generarlo.
E non dite che “con un buon piano di web marketing non c’è bisogno di usare altre vie” ammettetelo, ammettiamolo, siamo umani e ci piace vincere facile!

martedì 27 luglio 2010

Comma “ammazza-blog”: inammissibile lo diciamo noi

Le buone non sono servite a nulla: l’estensione dell’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa del 1948 ai blog sta per diventare legge. E nella sua versione originaria, che prevede una sanzione fino a 12.500 euro per qualunque gestore di siti informatici “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” che non proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta e secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità. Gli emendamenti proposti al testo del comma contenente la norma (il 29 dell’articolo 1), sia quelli abrogativi avanzati dal PD che quelli migliorativi, come quello dell’On. Cassinelli del PDL, sono stati ritenuti infatti “inammissibili” dall’On. Bongiorno. Con un provvedimento che l’avvocato Guido Scorza non esita a definire “lapidario” e “pressoché privo di motivazione”. Ad aggiungere al danno la beffa, tutto questo avviene proprio mentre “cade il bavaglio alla stampa”, grazie anche ai voti di PD e UDC all’emendamento del Governo. Che naturalmente non conteneva alcuna previsione riguardante la Rete. Nella battaglia scatenata dai giornali negli ultimi mesi, del resto, non se ne è mai letto praticamente nulla. Come se la libertà di espressione nel nostro Paese non si misurasse già oggi, e sempre più in futuro, su Internet.
Diciamo “le buone” perché il tentativo, inizialmente, è stato quello di provare a far ragionare il legislatore. Metterlo di fronte ad argomenti, a dati di fatto. Ad esempio che sia errato equiparare un blog qualsiasi a una testata registrata. Che sia errato mettere sullo stesso piano la diffusione professionale e amatoriale di notizie. Che sia inconcepibile pretendere da chiunque apra un sito per esprimere liberamente la propria opinione che non possa assentarsi dalla propria pagina per un fine settimana senza rischiare di trovarsi con migliaia di euro da pagare. Che sia antistorico credere che una legge concepita nel 1948 possa cogliere adeguatamente le dinamiche dell’informazione online. Che sia barbaro disincentivare la libera circolazione delle idee, instillare la paura e il sospetto in chi sfidi il “bavaglio” e fornire un ulteriore strumento intimidatorio ai potenti di turno, che potranno agitare la minaccia della rettifica – con tutto il carrozzone giudiziario che ne consegue – a ogni notizia sgradita. Quanti dei blogger, che per la stragrande maggioranza scrivono senza ricavare un euro dalla loro attività e anzi investendo gran parte del loro tempo libero, saranno disposti ad accollarsi le spese adeguate a dimostrare la fondatezza della propria notizia? Pochi. Gli altri finiranno per piegarsi. Magari dovendosi pure registrarsi presso una qualche “autorità” (il tribunale, l’Agcom o chissà che altro) per rendersi reperibili in caso di guai. Dire la verità, insomma, potrebbe non bastare per dormire sonni tranquilli.
È ora dunque di alzare la voce. Tutti insieme. Perché questo non è il primo tentativo di mettere il “bavaglio” alla Rete, e di certo – visto che sta per avere successo – non sarà l’ultimo. Ieri con l’alibi della sicurezza si è burocratizzato come in nessun Paese libero l’accesso da luoghi pubblici e in mobilità. Oggi con la scusa del rispetto per la verità si è fatto un passo in avanti forse decisivo per approvare l’obbligo di rettifica. Domani potrebbe toccare a filtri preventivi e a nuovi reati creati appositamente per il Web. Per colpire la Rete e in particolare i social network, un potenziale di dissenso che dà fastidio a chi l’informazione è abituato a controllarla come gli pare e piace. I disegni di legge ci sono già, basta rispolverarli – o creare l’ennesimo scandalo mediatico sulla Rete perché sia legittimo farlo. Adottare misure di questo tipo rappresenta una tendenza in atto in sempre più paesi nel mondo – ma nessuno di questi è un paese democratico. Quello di oggi è un altro piccolo spostamento nella direzione della Cina, della Birmania e dell’Iran. Ma deve essere l’ultimo.
Per questo chiediamo a tutti i blogger, a tutti i lettori, a chiunque abbia a cuore che la Rete rimanga, pur con tutti i suoi difetti, così com’è di dire no. Di dire basta. Prima che venga ridotta a una grande televisione (anche su questo i primi passi sono già stati fatti). Prima che da un luogo di conversazione diventi un megafono. Lo chiediamo anche a tutti queigiornali che finora hanno taciuto l’esistenza di questo comma, evitando perfino di prendere posizione. Come se questo non fosse un dibattito decisivo per il futuro della libertà. Bene, è ora di schierarsi, e di farlo subito, perché il tempo stringe. È ora di dire all’On. Bongiorno e al Parlamento che se c’è qualcosa di “inammissibile” è questa norma. Che non piace all’opposizione e nemmeno – e qui si rasenta il farsesco – a larghi settori della maggioranza, che pure l’ha proposta. Dimostriamo al legislatore che non piace alla Rete e alla società civile. Chiediamogli di abrogare il comma 29. Prima che faccia danni irreparabili.

domenica 11 luglio 2010

Pregi e difetti dei sistemi di promozione

Pregi di Google Adwords : Estremamente immediato, se usato bene è sicuramente il metodo di promozione migliore, almeno per il momento.

Difetti : beh, come ho già detto costa! Esistono però altri sistemi di promozione.

Da poco tempo è stato varato online un sistema chiamato Free-Per-Click

promosso da Bruno Editore . Si tratta di un sito web privato accessibile solo dagli iscritti. Chi lo ha provato, io per primo, può affermare che è un autentica miniera d’oro per chi vuole fare pubblicità completamente gratuita per sempre. E’ un concentrato di risorse online per promuovere il proprio sito o i prodotti del nostro Programma di Affiliazione. Ti forma con i tre passi necessari per indicizzare i propri prodotti sui motori di ricerca più utilizzati e fornisce tutti gli strumenti completamente gratuiti. Inoltre viene aggiornato di continuo con dei nuovi strumenti, tutti pensati inizialmente per il mercato Americano ma ora adattati a quello italiano. E’ una delle più valide alternative al Pay-Per-Click e tutti gli strumenti esclusivi di FPC sono gratuiti per sempre, per risparmiare i costi di Google Adwords.

Pregi di Free-Per-Click : tutti gli strumenti sono gratuiti per sempre e scelti per noi da espertissimi del settore, testati in anni di prove e studi.

Difetti : non è molto immediato, dobbiamo lavorarci su costantemente.

Possiamo inoltre fare pubblicità sul nostro blog con i link che l’affiliante ci fornisce e scrivere delle recensioni interessanti sui prodotti che abbiamo provato.

Apriamo un blog su Blogger.it, cerchiamo un titolo interessante, scriviamo degli articoli e delle recensioni sui prodotti inserendo più volte il link all’interno del post e le parole chiave da promuovere nel titolo, nel post, nei links. Logicamente dobbiamo credere sul serio che i prodotti che proponiamo siano validi ed essere notevolmente esperti e interessati al settore. Altrimenti non saremo sinceri e non riusciremo a vendere per bene i prodotti (un interessante chicca : il Programma di Affiliazione di Autostima.Net ci da 30 Euro solo per posizionare un banner sul nostro sito o blog!).

Pregi della promozione via blog : non è necessaria alcuna competenza di base. Creare un blog è facile come bere un bicchiere d’acqua ed è possibile crearne uno in 5 minuti! Inoltre la piattaforma di Blogger.it (appartenente a Google) è del tutto intuitiva e possiamo creare praticamente blog infiniti e molto ben indicizzati sui motori di ricerca essendo un servizio fornito direttamente da Google.

Difetti : Non avremo da subito molti visitatori. All’inizio dobbiamo crearci la nostra utenza. Scrivendo molti articoli che interessino alla gente, promuovendoci bene sui motori di ricerca, insomma, ci sarà parecchio da lavorare, soprattutto all’inizio. Altrimenti possiamo creare un Sito Web trattante l’argomento dei prodotti dell’affiliante. Se riusciamo a creare qualcosa di bello, funzionale e utile riusciremo ad avere in breve molti visitatori. Magari all’inizio potremmo attirarli con qualcosa di gratis (logicamente se vendiamo prodotti per esempio in formato elettronico). Anche in questo caso dobbiamo essere relativamente interessati e ferrati sull’argomento per riuscire a promuovere bene e vendere i prodotti e anche in questo caso c’è da studiare e lavorare.

Pregi della promozione con sito web : Possiamo addirittura crearci la nostra identità specifica e fidelizzare i nostri clienti. Possiamo crearci la nostra nicchia di visitatori che affezionati alla nostra identità continueranno a comprare da noi

Difetti : E’ necessario saper creare un sito web. Ma non un sito web qualsiasi. Bensì un sito web che desti interesse, che sappia vendere, che sia sempre aggiornato e sempre in tema con l’argomento principale. Inoltre dobbiamo essere estremamente ferrati sull’argomento di promozione altrimenti non riusciremo a vendere.

Molti Programmi di Affiliazione annullano il conto degli Affiliati che utilizzano Spam non desiderato, e fanno bene! Voi quale metodo di promozione preferite usare? Secondo me la scelta migliore che si possa operare è quella di adoperarli tutti! Ricordate che più promuoviamo più guadagniamo! Comunque ora indipendentemente dal metodo che decideremo di usare, il nostro obbiettivo è creare click.

Più gente clicca sui nostri annunci (o sul nostro sito, sul nostro blog), più abbiamo possibilità che uno dei nostri clienti acquisti e faccia quindi si che noi riceviamo quello che ci spetta. Beh questo però dipende anche dal sito web del produttore, è importante che il sito sia fatto bene e che sia un sito che vende.

L’unica scelta che possiamo fare in questo senso è la scelta del Programma di Affiliazione. Valutate bene le loro pagine di vendita, riflettete ‘’Io comprerei un prodotto da loro?’’ Pensate come un cliente e non come un venditore e saprete fare la scelta giusta. In genere la conversione in Italia (il rapporto tra persone che entrano nel sito e persone che poi effettivamente comprano) per dei programmi di affiliazione che funzionano bene e attorno allo 0,75% (circa 7, 8 ordini ogni 1.000 click). Ma seguendo i consigli di questo libro e dei testi consigliati la conversione migliorerà a vista d’occhio.

lunedì 5 luglio 2010

I migliori blog e blogger italiani 2010 premiati a Ischia. I vincitori.

Claudio Messora, blogger di Byo Blu, è il vincitore della seconda edizione del Premio Ischia Social Network, nel 2009 denominato “Blog dell’anno”, ma quest’anno ampliato sino a includere informazioni, articoli e news provenienti non solo dalla blogosfera, ma anche da social media come Facebook e Twitter, solo per citare due delle piattaforme più note. Messora è stato premiato per il suo articolo “L’informazione assassina”, pubblicato in occasione del tragico terremoto che ha colpito l’Abruzzo.
Al secondo posto, Carlotta Mismetti Capua, con “La città di Asterix”, il blog su Facebook che racconta la storia vera di quattro ragazzini afghani incontrati su un autobus nel centro di Roma, mentre il Tevere esondava. I quattro piccoli afghani erano arrivati in Italia da Tagab, dopo aver percorso 5000 chilometri a piedi. In terza posizione, invece, Essential News di James Hansen.

A coordinare l’evento è stata Cristina Sivieri Tagliabue, mentre la giuria era composta dai responsabili delle principale testare Internet italiane – Marco Pratellesi per Corriere.it, Anna Masera per LaStampa.it, Giuseppe Smorto per Repubblica.it, Daniele Bellasio per IlSole24Ore.com – dai responsabili delle sezioni on line delle agenzie Ansa e Adnkronos, e dai gestori dei principali aggregatori di social media (Liquida, Wikio e BlogBabel).

I premi per i blogger sono stati assegnati ad autori che si sono distinti durante il 2009 per le migliori news in esclusiva, a seconda di criteri di tempismo (in anticipo rispetto agli altri media), precisione (con approfondimenti e dettagli rispetto all’informazione stessa) e attendibilità (essere ripresi da altri blog, siti Internet e dai media tradizionali). Esclusi i blog singoli o collettivi legati a partiti politici e aziende.

domenica 4 luglio 2010

Con Blogger in Draft è adesso possibile vedere le statistiche dei blog su Blogger in tempo reale.

Questa nuova funzionalità è stata annunciata da pochi minuti da un articolo sul blog di Blogger in Draft e da un altro su Google Operating Systems ed è veramente notevole. Accedendo alla Bacheca attraverso Blogger in Draft sarà visualizzata, per ciascun blog che possediamo, la scheda Statistiche


Le schede a disposizione sono
  1. Overview: in cui ci sarà una panoramica generale con il numero di pagine viste oggi, ieri, lo scorso mese e da quando è iniziato il servizio. Si vedranno i post che stanno ricevendo le maggiori visite con i relativi numeri; saranno visibili anche le più importanti sorgenti di traffico oltre a una mappa sulla provenienza dei visitatori
  2. Posts: si vedranno in dettaglio i post più  visitati
  3. Traffic Sources: Sarà possibile monitorare la provenienza dei navigatori attraverso i referral quali OKNotizie, Diggita, ecc e attraverso i motori di ricerca quali Google, Yahoo, Liquida, Il Bloggatore, Fai Informazione, ecc. Nella parte bassa della pagina sono anche visibile le principali parole chiave con cui viene raggiunto il nostro blog su Blogger.
  4. Audience: E' la scheda visibile nello screenshot precedente e mostra la mappa delle visite, la percentuale dei browser con cui viene raggiunto e, nella parte bassa, il numero delle visite per ciascuna nazione
Tutti questi dati possono essere consultati attraverso cinque opzioni: All Time (dall'inizio, cioè da quando è iniziato questo servizio), Last day (Ieri), Last week (ultima settimana), Last month (ultimo mese) e Now (statistiche in tempo reale!).
Bisogna riconoscere che stavolta il Team di Blogger ha fatto le cose veramente in modo eccellente perché, dopo un rapido controllo ho potuto constatare che i dati sono molto simili a quelli di Google Analytics e quindi molto affidabili.
A proposito di Google Analytics a questo punto, per i blog su Blogger, diventa un servizio quasi superfluo e forse è opportuno eliminare quello script a fondo pagina che appesantisce notevolmente la velocità di caricamento. Rimane ancora valido per coloro che lo hanno associato all'account di Adsense per monitorare i ricavi di ciascun post.
Queste statistiche sono disponibili solo da pochi giorni quindi i dati dell'ultimo mese coincidono con quelli "all time"

venerdì 2 luglio 2010

Social Media Week – Come sfruttare al massimo il tuo profilo su Twitter



Molti di voi hanno già dimestichezza con Twitter, altri sono invece dei novellini; però forse c’è qualcuno di voi veterano o newbie che sia, come direbbero quelli che parlano 2.0, che si chiede come può fare a rendere il suo profilo su Twitter famoso come di quello di Lady Gaga o dell’onnipresente Ashton Kutcher.

Ecco perché abbiamo deciso durante la Social Media Week di spiegarvi come fare.

1. Scrivete una grandiosa Biografia

Avete a disposizione 160 caratteri per scrivere qualcosa di voi. Usateli tutti o almeno fate in modo di sfruttare quanti più possibili.
Non bisogna sottovalutare l’importanza di una biografia. Oltre a voi stessei e probabilmente alla vostra madre non tutto il mondo sa che razza di fenomeno siete.
Il box dove apparirà la vostra breve ma intensa biografia è una delle cose che potrà fare in modo che chiunque acceda sul vostro profilo abbia la sensazione che valga la pena seguirvi.

Cosa fondamentale poi è il vostro nome di battesimo, scriverlo aiuterà chi vi cerca a trovarvi facilmente. Il vostro nome è infatti la più importante delle keyword di ricerca che avete a disposizione.
Poi potrete scrivere ciò che siete, che fate e usare questi termini come base per costruirvi la vostra bio. Dunque siete “musicisti”? Siete “blogger” molto influenti? Siete la “mamma” di 2 gemelli? Scrivetelo!
Infine scrivete un piccolo elemento personale, preferibilmente divertente, così che le persone possano trovarvi spassoso, interessante e soprattutto reale.
Altro piccolo consiglio: scegliete i colori adatti per personalizzare questo box, non siate esagerati e cercate di abbinarli al vostro sfondo.

2. Scegliete una foto che spacca

In rete c’è un gran dibattito su quale sia la miglior foto da utilizzare come immagine del profilo, anche delle guide su come creare quella perfetta con qualche piccolo trucchetto. L’indicazione principale, quella diciamo universalmente accettata, è che la foto deve essere la vostra faccia, con gli occhi che fissano l’obiettivo e magari anche un accenno di sorriso, giusto per non sembrare dei serial killer.

Sappiate comunque che anche se l’immagine del profilo su Twitter ha le misure di un quadrato di 48×48 pixel e che nello stream dei tweet è ancora più piccola, se qualcuno sarà incuriosito da voi cliccando sulla foto nel vostro profilo potrà vederla a dimensione originale. Quindi se caricate una foto dopo una non stop alcolica sperando che le occhiaie nella miniatura non siano tanto visibili state attenti!

3. Create uno sfondo personalizzato offrendo anche più informazioni

Se proprio non riuscite a convincere il mondo di quanto fantastici siete ma non ce la fate usando solo i 160 caratteri della biografia potete giocarvi la carta dello sfondo del vostro profilo.