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martedì 13 luglio 2010

Mandela e il 6, Iniesta e Robben Island. Anche le stelle volevano Madiba vincente..!



Strane coincidenze e relazioni fanno pensare che, lassù, qualcuno voleva madiba Mandela sul tetto del mondo

Mandela e il 6, Iniesta e Robben Island. Anche le stelle volevano Madiba vincente..!!

l mondiale africano di Sudafrica 2010 è andato in archivio con la vittoria della Spagna. E con la vittoria di un intero continente, una vittoria sui dubbi e sulle perplessità, sulla tenuta e sulle capacità organizzative. Il cameo finale ha visto anche la presenza di Nelson Mandela, il simbolo non solo del Sudafrica e di un continente, ma dell’intera razza nera. 
La finale ha visto l’affermazione della squadra che più di tutte ha sempre cercato di vincere attraverso il gioco, a volte persino stucchevole, ed il fraseggio. 
Una finale, quella di Johanneburg, vista e vissuta spalla a spalla dai regnati di Spagna (la reginaSofia, il principe Felipe di Spagna e Letizia) e d’Olanda (il principe Guglielmo Alessandro dei Paesi Bassi e Maxima). 

C’era ovviamente il Presidente Jacob Zuma. E c’era l’attore che ha impersonato Nelson Mandela nel film Invictus, Morgan Freeman.

Mancava solo George Leonard, il principe senza cervello di Foligno.
Un mondiale, quello di Sudafrica 2010, che non sarà ricordato per partite epiche o di grande valore simbolico, qualcosa del tipo Italia-Germania 4-3, Olanda-Brasile 2-0 o Iran-Usa 1-0; niente di tutto ciò, Sudafrica 2010 sarà ricordato come la vittoria di un intero continente.
La Spagna ha avuto ragione, solo ai supplementari, di una Olanda molto coriacea e ridotta in dieci, quando un passaggio filtrante di Cesc Fabregas ha messo Andres Iniesta (l’uomo che non avrebbe dovuto esserci) nelle condizioni eseguire lo smash vincente.
Andres Iniesta aveva sulle spalle il numero 6.
Il numero sei è molto importante nella vita di Madiba Mandela.
46664 era il numero assegnato a Nelson Mandela durante la sua detenzione nella prigione di Robben Island dove l’ex presidente del Sud Africa trascorse diciotto dei suoi 27 anni di prigionia.
Robben, come Arjen “Alien” Robben.
Il 6 di Iniesta ha avuto ragione del Robben d’Olanda. C’è della poesia in tutto ciò, il numero della prigionia che diventa libertà e vittoria, gioia e felicità.
C’è qualcuno che afferma che anche Mandela quando giocava a Rugby aveva il 6. Sarà vero?

Vi lascio con le immortali parole di Mandela, qualcosa di straordinariamente simile all I Have a Dream di Martin Luther King, ma non molto diverse dagli insegnamenti del Buddha, di Gesù, di Lincoln o delGandhi.
“La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati.
La nostra paura più grande è che siamo potenti al di là di ogni misura.
 È la nostra luce, non il nostro buio che ci spaventa.
Ci domandiamo: “ Chi sono io per essere brillante, magnifico, pieno di talento, favoloso?
In realtà chi sei tu per non esserlo? Tu sei il figlio dell’universo.
Il tuo giocare a sminuirti non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nel rimpicciolirsi in modo che gli altri non si sentano  insicuri intorno a noi.
Noi siamo fatti per risplendere come fanno i bambini.
Noi siamo fatti per rendere manifesta la gloria dell’universo che è in noi.
Non solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere noi, inconsciamente, diamo alle altre persone il permesso di fare la stessa cosa.
Quando ci liberiamo delle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”.
Madiba, hai vinto..
Come la Luce.