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lunedì 4 aprile 2011

Google crea il suo Social Graph

Facebook il suo Algoritmo? La convergenza dei colossi.

Ieri ho aperto su web marketing forum una discussione che riguarda l'ipotetica evoluzione delle strategie di Google (e Facebook). La riporto qui perchè credo possa interessarvi.

La scorsa settimana siamo stati spettatori di un bel pò di "pesci d'aprile". Uno dei tanti annunci sembra non far parte della fauna marittima :-)

Mi riferisco a questo:



 Prima di cominciare a discutere vorrei ricordarvi anche questo (di qualche tempo fa):


















Mi piacerebbe mettessimo da parte per qualche minuto tutte le convinzioni su social e motori che ci portiamo dietro ormai da tempo, quelle che rendono più bello e simpatico Google di Facebook e viceversa.
+1 ... che roba è?

Se permettete io avanzerei un'ipotesi azzardata (ma neanche tanto): A google piacerebbe molto creare il proprio SOCIAL GRAPH. Come sappiamo il Social Graph è semplicemente una rete di connessioni che mette in relazione persone con altre persone ed "oggetti" di varia natura (interessi, prodotti, aziende, passioni, cazzate, etc.). Vi dico subito che non mi interessa discutere del "come" farà o come risolverà alcuni problemi tecnici.

Che se ne fa Google di un grafo sociale?
L'obiettivo di Google è fornire risultati di valore ai propri utenti, ipotizzavo che il valore potesse "incrementare" se gli utenti stessi in qualche modo (facevo riferimento anche a twitter e social...ma oggi le cose stanno cambiando...) potessero ESPRIMERE GRADIMENTO per alcune pagine. La condivisione di un link (come ad es. il retweet) poteva rivelarsi un'informazione importante ma non bastava.

Per questo Google cominciò ad interessarsi di "social" in maniera sempre più pressante partorendo una paio di schifezze del tutto inutili. Oggi forse ha capito che il problema non sta nel creare un vero e proprio social inteso come sito web a sè stante (o meglio, il problema non è solo quello)... il problema sta nel rendere social ciò di cui Google già dispone... il proprio database (BigDaddy... grazie Nicola Briani :-)).

Google ha capito che la vera potenzialità di Facebook non sta nelle cazzatine che scrivono sui giornali o in chi si lamenta del cazzeggio o in chi piagnucola perchè è senza fan... la vera potenzialità non si vede ... ed è nel social graph. Social Graph che Google oggi non ha.

Al contrario Facebook dispone del grafo sociale ma non della tecnologia che permette ad un motore di ricerca di fornire risultati rilevanti anche senza basarsi sulla componente sociale (ci prova con bing).

Quindi... +1?

Quindi +1 potrebbe rappresentare l'espressione di gradimento di Google. Potrebbe rappresentare lo strumento che permetterà a Google di associare Persone (fatte da nome, cognome e faccia... per intenderci) a degli "oggetti" di varia natura... proprio come fa Facebook, ma in modo diverso.

Algoritmo+Grafosociale

Cosa accade se Google riesce a creare il proprio grafo sociale ed a farlo lavorare insieme al già ottimo algoritmo? Accade che i risultati delle serp di Google presenteranno una "componente sociale" simile a quella di Bing. Cioè tra i risultati vedremo chi ha espresso gradimento (o QUANTI hanno espresso gradimento).

Non so se la componente sociale influenzerà il posizionamento (assoluto) di un sito e sinceramente me ne frega poco. Quello di cui sono certo è che la componente sociale influenzerà le azioni degli utenti nelle serp e le renderà sempre più personalizzate (cosa che fino ad oggi, diciamocelo, non è mai davvero accaduta).

Che senso avrà parlare di "posizionamento per tutti" se il posizionamento cambia da persona a persona il base alle proprie connessioni? (vedi ad esempio la home page di Facebook).

Strategie e modelli di business convergenti?

Perchè parlo di strategie convergenti? Fino a qualche giorno fa avrei mandato a quel paese chi parlava di concorrenza tra Facebook e Google, perchè tra loro troppo diversi.

Oggi sto cambiando idea...

Qual è la maggior fonte di reddito di Google? Adwords

Qual è la maggior fonte di reddito di Facebook? Facebook ADS

L'obiettivo finale di Google e Facebook è molto simile: fare in modo che ogni "impression" renda il più possibile. Per far ciò, nel modello pay per click, è necessario sforzarsi di incrementare al massimo il CTR (oltre al numero di inserzionisti concorrenti ).

Il CTR incrementa quando le inserzioni su Facebook e Google sono quanto più possibili pertinenti alle ricerche o agli interessi degli utenti. Per far ciò google e facebook fino ad oggi utilizzano modalità differenti...fino ad oggi...

Google fa oggi leva sulle INTENZIONI

Facebook fa oggi leva su INTERESSI e FIDUCIA

A Google oggi manca ciò che Facebook ha e viceversa. Se il +1 sarà utilizzato in maniera massiccia, Google conoscerà gli interessi ed influenzerà le scelte degli utenti tramite la FIDUCIA... fiducia che gli utenti hanno in chi conoscono, stimano, riconoscono come autorevole (ne ho straparlato nel modulo 2 del corso).

Va bene il +1... ma per connettere la gente?

Ciò che ancora non ho compreso è come farà Google a generare reti di persone... va bene Social CIrcle... ma chi diavolo lo conosce davvero? Se Google non mette in relazione milioni di persone non potrà introdurre la componente (riprova) sociale nelle serp (e nei siti che adottano il +1).

A pensarci bene però l'amico twitter può rivelarsi molto utile per chiudere il cerchio...

lunedì 28 marzo 2011

The month's top-ten links check out

It's tough to keep up on the happenings in the world of SEO and online marketing. This digest will do the job for you--we'll send you the month's top-ten links that you should check out.

1) Google's Farmer/Panda Update
In an effort to improve ranking quality, Google updated its algorithm that reportedly affected 11.8% of site rankings. Learn how you can regain your rankings if your site was affected.

2) Bing/Google Clickstream-gate
Matt Cutts, Principal Engineer at Google, accused Bing of using Google data to improve its search results. Bing admitted to (unintentionally) copying Google's results. An ex-Google engineer confirmed that they partake in similar ranking quality practices.

3) Google Launches Site Blocker
Now we're all webspam police: Google launched the ability for searchers to block their choice of results.

4) JC Penney's Busted for Buying Links
JC Penney's site get busted by the New York Times' investigative reporting, launching a media hunt for sites abusing SEO.

5) Social is Key to SEO in 2011
Matt Cutts admitted that social media marketing is key to driving SEO--albeit indirectly.

6) Inbound Marketing Gains Interest
Inbound marketing software provider HubSpot received $32M in investment from Google Ventures, Sequoia Capital, and Salesforce.com, highlighting the growing interest in the inbound marketing movement.

7) AOL's Master Plan Leaked
"The AOL Way", AOL CEO Tim Armstrong's master plan for the site, is leaked to the public.

8) The Noob Guide to Online Marketing
Community member Oli Gardner introduces online marketing to newbies who might be SEO-savvy but could use some marketing education.

9) Forbes Busted by Google
Forbes is busted by Google for not cleaning up its paid links. Second time's the charm?

10) Chrysler Fires Agency Over Tweet
The automotive giant cans its social media agency over reposting a tweet that contained a vulgarity.

5 peggiori nemici nel posizionamento su Google

Ed eccomi, come promesso la scorsa settimana, ad intrattenervi su quello che non si deve MAI fare per non adirare il nostro motore di ricerca preferito. Elencherò le 4 cose valutate su Seomoz come "top negative ranking factor" e poi ne aggiungerò una che considero altrettanto importante.
Cloaking malevolo
Per chi non lo sapesse (male, molto male) il cloaking è quella pratica di far vedere ai motori di ricerca un contenuto differente da quello proposto agli utenti. Per esempio, al motore mostro una pagina di testo tutta curata e piena di keywords e poi un redirect in javascript mi porta gli utenti ad una pagina piena di banner e zozzerie varie.
Non sempre il cloaking è cattivo, pensiamo ad esempio ad un redirect automatico in base alla lingua dell'utente.
Concordo con questo punto, se (o meglio, quando) Google ci scopre sono "dolori".
Acquisto di link da noti "venditori di link"
Chiaro: se il page rank di basa sui voti, espressi come link", è ovvio che Google si arrabbi. Però io penso che più che penalizzare non conti il link e accenda una spia di alert. Perché altrimenti sarebbe troppo semplice far scomparire un concorrente, basterebbe acquistare un link a suo nome.
Link dalle nostre pagine verso siti spam
Ovvio. Cosa aggiungere? Ah sì, che Google non considera (solitamente) come spam i link inseriti in commenti dei blog. D’altro canto non li conta nemmeno come voti. Possiamo dire che li ignora. Quindi se vi siete dimenticati di moderare i commenti su wordpress non disperate.
Server con frequenti down e conseguente inacessibilità del sito
Ebbene sì, le prestazioni sono sempre importanti! Curate i vostri siti e fate in modo che rispondano sempre velocemente e non vadano offline. Risparmiare 50 Euro annui in hosting non è proprio la cosa migliore che si possa fare.
Eccessiva ripetizione della stessa anchor in un’alta percentuale di link esterni verso di noi
Questa tecnica non penalizza il sito di per se, ma non comparirete mai più (e quando dico mai più intendo mesi se non anni) con quella keyword!


sabato 5 marzo 2011

Posizionamento sui motori: i semi della discordia.

Dopo due anni dall'ultima newsletter ritorno a scrivere qualcosina sul posizionamento organico nei motori. Spero non vi siate dimenticati di me.. Se così fosse non sentitevi in colpa, ricominciamo a studiare! Oggi parlerò di Authority di un sito per Google.

Il concetto di Authority per un sito web è molto intuitivo. 
Pensiamo ad uno stato, magari diverso dall'Italia, e ad un'azienda. Quale delle due realtà risulta più autorevole?
 
Per i siti web è la stessa cosa. 
 
Il lato simpatico della medaglia è che Google usa molto questo fattore; quello più antipatico è che crearsi una grande autorevolezza è molto difficile.
Il perché è semplice: questo valore magico (chiamiamolo trust), come il page rank, si distribuisce attraverso i link
Il trust, a mio modo di vedere, è logico essere misurato come il page rank e quindi in scala logaritmica (circa in base 7). 
 
Cambia il nome, varia il metodo (neanche poi tanto), ma la sostanza, dal '96, è sempre quella! 
 In ogni caso, ovviamente più ci allontaniamo dalla sorgente più il trust diminuisce.
 
Sorgente.. ma quali sono questi siti sorgente? Gli stessi a cui state pensando: siti istituzionali, università internazionali, Nasa...
 
Ecco perché è difficile avere un alto trust.
 
Un aspetto meno noto è l'importanza della coppia trust - pagerank. 
 
Cosa succede se il nostro sito ha basso pagerank e alto trust? O, al contrario, alto pagerank e basso trust? 

Per me, e pure per Google, la situazione è sospetta... 

Il nuovo filtro di Google? Anticipiamolo!

Finding more high-quality sites in search”. Così, lo scorso giovedì, nel blog ufficiale di Google, è stato annunciato il lancio di un nuovo e mistico strumento anti-spam. Proviamo a leggere un po’ tra le righe:
This update is designed to reduce rankings for low-quality sites—sites which are low-value add for users, copy content from other websites or sites that are just not very useful. At the same time, it will provide better rankings for high-quality sites—sites with original content and information such as research, in-depth reports, thoughtful analysis and so on.”
Google sostiene quindi che valorizzerà i siti di alta qualità, con contenuti utili ed originali per gli utenti, e abbasserà il rank dei siti poveri di contenuti e poco interessanti. Contenuto originale, ranking… molto, molto interessante.
Vediamo di non fermarci in superficie e scendiamo di livello (ebbene sì, ogni riferimento ad Inception è puramente casuale)
Primo livello
Di che rank stiamo parlando? Page o trust rank?
Io sostengo entrambi: prima il trust e poi, per ovvia perdita di valore dei link dei siti penalizzati, anche del page rank, con buona pace di chi crede sia morto..
(lo so, potrei essere accusato di preveggenza visto che martedì scorso, 3 giorni prima dell’uscita del loro post, vi ho rinfrescato il trust rank)
Secondo livello
“Therefore, it is important for high-quality sites to be rewarded, and that’s exactly what this change does.”
E’ importante valorizzare i siti di qualità. Semplice a dirsi, ma come li selezionano? A mano o in modo automatico?
E’ sensato supporre che si possano basare su piu’ fonti. Oltre a tutti i dati statistici su chi preme il tasto indietro dal browser, tempi di lettura (ricordo che chrome è in rapida ascesa) Google ha a disposizione dati su Directory (la cara vecchia Dmoz?), link su wikipedia.. etc etc Ritorniamo nuovamente sul trust rank? No dai, oramai avete capito.
Terzo livello
I siti inseriti in Google news, e quindi approvati da loro manualmente, saranno considerati come autorevoli? Io penso proprio di sì…
Quarto livello
I siti che generano discussioni sui social network sono considerati interessanti per gli utenti? Di nuovo, io penso proprio di sì…
Torniamo in superficie
Ma dobbiamo quindi preoccuparci? Dipende!
Sì, se il nostro sito agli occhi degli utenti è uno di quelli inutili, di quelli che salvano le ricerche per intenderci, o hannno come uniche informazioni  dati scopiazzati qua e là.
No, se il nostro sito è composto di contenuti originali.
Assolutamente no, se il nostro sito è originale, sviluppa discussioni sui social network e ha un discreto/buon page e trust rank.
In ogni caso il lancio è previsto solo in U.S., ma a breve sarà esteso ovunque.. webmaster avvisato, mezzo salvato!
ps. gran finale: contenuti duplicati, similarity.. vi dicono niente ?

martedì 22 febbraio 2011

Authority per Google

Oggi parlerò di Authority di un sito per Google. Il concetto di Authority per un sito web è molto intuitivo. 
Pensiamo ad uno stato, magari diverso dall'Italia, e ad un'azienda. Quale delle due realtà risulta più autorevole?
 
Per i siti web è la stessa cosa. 
 
Il lato simpatico della medaglia è che Google usa molto questo fattore; quello più antipatico è che crearsi una grande autorevolezza è molto difficile.
 
Il perché è semplice: questo valore magico (chiamiamolo trust), come il page rank, si distribuisce attraverso i link
 
Il trust, a mio modo di vedere, è logico essere misurato come il page rank e quindi in scala logaritmica (circa in base 7). 
 
Cambia il nome, varia il metodo (neanche poi tanto), ma la sostanza, dal '96, è sempre quella! 
 
In ogni caso, ovviamente più ci allontaniamo dalla sorgente più il trust diminuisce.
 
Sorgente.. ma quali sono questi siti sorgente? Gli stessi a cui state pensando: siti istituzionali, università internazionali, Nasa...
 
Ecco perché è difficile avere un alto trust.
 
Un aspetto meno noto è l'importanza della coppia trust - pagerank. 
 
Cosa succede se il nostro sito ha basso pagerank e alto trust? O, al contrario, alto pagerank e basso trust? 
 
Per me, e pure per Google, la situazione è sospetta.

martedì 15 febbraio 2011

10 errori da evitare promuovendo un sito

Nel precedente articolo abbiamo parlato dei 10 errori da evitare promuovendo un sito, fermandoci ai primi 5. Vediamo oggi le ultime 5 raccomandazioni sulle cose da non fare:
6. Diventare un “social media spammer”

Un social media spammer è colui che segnala tutti i propri articoli a tutti i social media che è stato in grado di reperire sulla Rete.

Lascia che siano i tuoi utenti a decidere se il tuo articolo merita di essere segnalato e votato sui social media. Se vuoi essere sicuro di raggiungere questo obiettivo scrivi contenuti utili ed interessanti, il resto lo faranno i tuoi lettori.
7. Scrivere (solo) per i motori di ricerca

Non ottimizzare le tue pagine solo per ottenere la prima posizione in Google, pensa anche e soprattutto ai tuoi utenti. Trova il giusto equilibrio tra Search Engine Optimization (SEO), qualità e forma del contenuto.

Se scrivi una grande quantità di contenuti, un problema che ti sarai posto sicuramente almeno una volta è quello che io chiamo “il dilemma del sinonimo”: meglio usare in continuazione la stessa parola (ad es. marketing), oppure ricorrere ai suoi sinonimi (es. promozione, pubblicità, advertising ecc.)? Il SEO che è in te, che vuole fortissimamente vedere il tuo sito in prima posizione con la parola “marketing”, ti farà dimenticare all’istante ogni altro sinonimo. Il linguista che è in te ti consiglierà di ricorrere spesso ai sinonimi. La soluzione sta nel mezzo: alterna il termine per il quale ti vuoi posizionare con i suoi sinonimi; in questo modo otterrai un buon posizionamento sui motori e i tuoi lettori potranno arrivare in fondo all’articolo senza farsi venire il mal di testa.
Non dimenticare, infine, che avere un buon posizionamento su Google non significa essere apprezzati. Se punti tutto sul SEO probabilmente otterrai tanti accessi, ma difficilmente riuscirai a creare una community di lettori affezionati.
8. Riempire il sito di social media widgets

La tendenza è ormai dilagante: la maggioranza delle sidebar dei blog è oggi popolata da gadget/widget di ogni genere collegati ai profili sui social network più disparati.

Si tratta di un comportamento da evitare per almeno due ragioni:
  • la prima è puramente tecnica: la maggior parte di questi gadget vengono caricati remotamente recuperando i relativi contenuti da altri siti. Questo fa in modo che tu non possa più controllare con precisione il tempo di caricamento delle pagine che si dilata enormemente al proliferare dei widget;
  • la seconda è più teorica e richiama alla mente quella regola nota con il nome di KISS principle: “Keep it Simple and Stupid” o, secondo alcuni, “Keep it Simple, Stupid”. Fondamentalmente si tratta di un inno alla semplicità. Il punto di forza del tuo sito devono essere i contenuti; evita qualsiasi orpello inutile che avrebbe l’unico effetto di distogliere l’attenzione dai contenuti stessi (sì lo so, forse io ho un po’ esagerato con il minimalismo della grafica.
    Una delle ragioni per cui Google ha schiacciato la concorrenza dei vari Yahoo!, Altavista ecc. è proprio la sua semplicità: nella home non trovi altro che la casella di ricerca.
9. Copiare da altri siti

Questo punto non merita quasi alcun commento. Sforzati di essere originale in tutto: dal design, allo stile, ai contenuti. E’ questo il principio che, ad esempio, mi sconsiglia di riproporre su questo blog le classiche news che puoi trovare su molti altri siti del settore.

10. Usare servizi di sottomissione automatica ai motori di ricerca

Anche su questo punto non ci sono dubbi: i servizi che promettono di segnalare il tuo sito a 100, 1.000 o 10.000 motori di ricerca sono completamente inutili e, se a pagamento, dannosi.

Se costruisci il tuo sito con un minimo di ottica SEO, i motori di ricerca lo indicizzeranno automaticamente, senza che tu debba fare nulla e tantomeno spendere soldi.

venerdì 11 febbraio 2011

Link building for effective search engine optimization

When you begin the task of acquiring quality and relevant backlinks to your website there are many factors that can increase or decrease your search engine rankings. This article outlines the difference between good and bad backlinks.
A quality backlink pointing to your site should be in the same category and relevant in content to your website. The page where your link is located should be indexed by Google and the page should also have a Google page rank. The webpage where your link is located should also contain no more than 30 other out-going links to other websites. Link pages with more than 30 out-going links are less relevant to the search engines. Having your link posted on this type of webpage can affect your search engine rankings in a negative way. Other excellent techniques of acquiring backlinks are directory submissions, posting articles, blogs and forums. 

For directory submissions select the proper directory category and take a look at how many other websites are contained in the category where your link would be posted, if you can manage to get on the first or second page of the listings, this is a quality backlink. Also look at the Google page rank of the landing page for your link. If the page has a Google page rank this is also a quality backlink.

Stay within your category, relevant content is very important to the search engines. Write an article preferably relevant in content to your website and submit the article to high quality article directories. Blogs are an excellent way to get quality one-way backlinks, Blog sites also receive tons of traffic, which in turn give your site more exposure. Posting your link on forum pages is also an efficient method of aquiring backlinks instantly.

Backlinks to avoid would be a zero page ranked webpage, especially if the home page has a zero page rank. Links posted within framed webpages which will also steal your traffic. Especially avoid link farms, webpages which contain more than 100 unrelated outgoing links, This type of link page is frowned upon by many major search engines. Avoid Webpages with mirror sites containing the exact same content with a different URL, also pages that utilize redirects and URL cloaking. Never post your link on a webpage that contains a "no follow" or "no index" robots meta tag within the source code. Dynamic websites with question marks in the URL should be avoided because they are not always indexed by the search engines.

Avoid posting your link on a page that opens very slow or contains mostly ads and flash banners. Try not to aquire or purchase great numbers of backlinks in a short period of time, backlinks should be accumulated gradually. Also avoid webpages and directories that list their results in alphabetical order, as their database increases your link could be moved to a less relevant page with less pagerank. Quality backlinks are one of the most important factors involved in the process of acheiving high search engine ranking.

Article written by the CEO of www.submit-site.org
Article Source: http://www.ArticleGeek.com - Free Website Content

domenica 6 febbraio 2011

I SEO venuti dal Brasile

Il SEO  è una questione di scrittura e spesso di lingue – International SEO –  e di culture. Essere posizionati bene su Google utilizzando la lingua portoghese o meglio il lusitano non è la stessa cosa che farlo per altre lingue diffuse nel pianeta. Il Brasile, ad esempio, è un paese enorme sotto molti punti di vista e negli ultimi anni sta diventando sempre più uno di quei paesi che trainano lo sviluppo del pianeta. Un paese di dimensioni quasi simili a quelle della Cina, ma con “solo” 193 milioni di abitanti di cui circa 130 mila milionari – i numeri, come al solito, dicono sempre molto anche sulle disparità economiche e sociali – non potrà più essere ignorato da aziende europe ed italiane. La stessa FIAT produce e vende, infatti, molte più automobili in terra brasileira che in Italia.
Visto che Google Brasile (www.google.com.br) non è la stessa cosa che Google Italia (www.google.it), nel caso un’azienda italiana volesse proporre i suoi prodotti al mercato brasiliano deve assolutamente tenere conto della lingua e della cultura di questo enorme stato federale. Ma questo non basta.

Segreti per lo Spam, SEO, Twitter e trucchi per Google

Ogni volta, nelle prime battute del mese di gennaio, si leggono post dai siti che trattano il tema del SEO i buoni propositi per l’anno nuovo: creazione di una to-do list delle attività migliori, quelli che sono i trends da seguire, negli ultimi periodi anche la direzione da prendere in materia di social media e di mobile.
Tutte belle parole e buoni propositi, che però ancora oggi nel 2010, si devono scontrare con un tema molto controverso, personalmente oserei dire leggendario: lo spam.
Ma… cos’è lo spam?
L’evoluzione della specie fà si che un essere vivente per adattarsi alle condizioni dell’ambiente in cui vive muta, suo malgrado. Muta per ragioni di sopravvivenza, per portare avanti la propria esistenza e quella dei propri figli passandogli, pian piano, delle caratteristiche che viste in un periodo più ampio hanno una connotazione più marcata.
Ma non mi sto riferendo allo spam, adesso, ma a chi ha fatto del SEO una passione e/o un lavoro, o almeno parte di esso.
Ecco che definire lo spam diventa una pratica assai più sottile, tanto più lo si cerca di definire in un determinato periodo storico della tecnologia come quello attuale, gennaio 2011. E’ un insieme di tecniche? E’ uno stile di vita? E’ un modo di essere? E’ tutto o niente?
Sembra che l’accezione più diffusa e condivisa del concetto di SPAM sia quello di “un qualcosa di non desiderato, forzato e privo di interesse”. Almeno da quello che rilevo guardandomi attorno. Ma credo che questa considerazione debba abbracciare come minimo la definizione di piattaforma su cui si attua, perchè da questo ne possono derivare una serie di ramificazioni, ed altrettante accezioni, che sono ormai all’ordine del giorno.
Mi è capitato, lavorando su un progetto di comunicazione atraverso il social media, di avere a che fare con una pagina fan da popolare di contenuti. Bene, parliamo con la redazione, stabiliamo una linea condivisa, decidiamo cosa fare quando un utente ci chiede qualcosa, quali risorse segnalare, cosa valorizzare del sito ad essa collegata e quali contenuti condividere.
Ecco che, per una serie di motivi tra cui alcuni anche legittimi, ti ritrovi con un feed automatico e poco più di una proposta “invitiamo i nostri amici, e poi gli amici degli amici e facciamo circolare la cosa”.
Beh allora ecco che una strategia sbagliata su una pagina fan di facebook si tramuta da opportunità a SPAM: notizie pompate, indesiderate, impersonali sono spam!
Ti lanci su Twitter: follow friday, follow back, buongiorno, buona sera, condividi immagini, post, commenti gli ultimi trending topic o quello che passa offline, becchi consigli e consigli tramite la ricerca di twitter, aggiungi nuovi amici e approfondisci con l’interazione.
Bene, feed automatico. Altro spam.
Ne cito un’altra: apri un blog, come questo ad esempio, lo tiri su con link, cerchi contenuti interessanti da ripubblicare, aggiungere punti di vista, lavorare sulla sua popolarità su altri siti e sui social networks, cerchi di farti un nome… e poi? Ti ritrovi 900 commenti automatici tra cui alcuni che risaltano particolarmente all’occhio, e che ti danno il “La” per scriverci su.
Trovi che delle vecchie dicerie sono vere, e non sono poi così vecchie, ti trovi un elenco di commenti che fanno capo a siti più o meno popolari, ma con testo ottimizzato, email verosimili. E ti chiedi “perchè lo fai?”
Lo fanno, lo si fà, lo si continuerà a fare perchè c’è qualcuno che te lo permette. Ancora una volta non conta partire e proseguire bene, ma tirare la corda ed evidentemente si è capito che questa corda è d’acciaio e non si romperà facilemente, pena -evidentemente- la rottura del giocattolo globale: Google -e ora, bannami-. Perchè te lo puoi permettere dove lo strumento è meno personale, più automatico, ovvero su un motore di ricerca, mica su un social netowork: e qui che entra in gioco il doppiogioco -cacofonia voluta-.
Vi mostro ora un’immagine che ritrae i commenti di spam simil-vero che ho ricevuto. Voglio prima fare alcune precisazioni:
1- non guadagno niente dalla pubblicazione di questo post, anzi decreterà soltanto ulteriore impopolarità per chi come me lavora con olio di gomito e suda ogni giorno ogni centesimo
2- non ce l’ho con nessuno in particolare, se non col fatto che ancora una volta il lavoro pulito NON paga
3- se te la senti, puoi usare questa tecnica, ho visto blogger che ci sono cascati e hanno regalato links a questi SEO che sono persone come noi, in mezzo a noi
4- nonostante tutto mi ostino a continuare sulla strada buona per una scelta personale e professionale. Il mio marchio è la mia passione e se anche ora sono molto stanco e moralmente a terra, non riesco ad esimersi dall’appassionarmi e dal continuare a fare le cose con onestà, soprattutto sui social dove qualcuno che ha voglia di social-izzare ancora c’è…
Ecco la lista, crocifiggetemi:
Ai proprietari dei siti elencati, che ritengo sicuramente in buona fede al 100%, consiglio di trovare altre stragie/collaboratori perchè questo se anche possa portare ad un certo posizionamento non giova all’immagine. Ho omesso gli indirizzi IP per motivi di privacy, il resto però lo lascio… tanto è solo SPAM.
Per cui, tornando al tema principale, quanti di voi iniettano vecchi blog, wordpress fallati, commenti, forum e quant’altro con links al fine di posizionare il proprio sito o quello dei propri clienti?
Tanto di cappello a chi ci sta riuscendo, avete capito che Google è dalla vostra parte, a differenza mia, e che forse è un valore aggiunto che altri player del settore stanno cercando di abbattere. Non fosse altro che esiste Blekko, che ha spopolato con questo intento, e che ormai si avvicendano sempre più spesso articoli autorevoli sullo spam nelle SERP e che in definitiva non se ne può proprio più!
A quanto pare lo SPAM fà massa critica, genera materiale per creare differenza, genera lavoro per contrastarlo ma anche per generarlo.
E non dite che “con un buon piano di web marketing non c’è bisogno di usare altre vie” ammettetelo, ammettiamolo, siamo umani e ci piace vincere facile!

Google determina la nazionalità dei siti

Molte volte ci si chiede quanto incida sul posizionamento la località del server, il TDL del dominio e altri fattori legati al paese in cui è hostato materialmente il sito web.
E’ stato da poco ufficializzato da Google un brevetto che permette al motore di ricerca di individuare quasi con certezza la nazionalità vera e propria, e quindi la lingua, di un determinato portale.
I punti principali del brevetto sono probabilmente questi:
  1. A country top level domain (tld) for the domain a page is on – it could be assumed that the page is associated with that country. The example the patent gives is of the URL www.whsmith.co.uk, which is assumed to be either located in or associated with the United Kingdom.
  2. The address of the domain registrar for the site might be examined to infer the country of business inferred.
  3. The country where the IP address might be located for the Web server from which the search result was obtained, from the page, or from other pages on the same site.
  4. Information from anchor text of the links pointing to the page and text near those links, and the countries linking to the page are located.
  5. Information from anchor text of links pointing from the page and text near those links, and the countries where those links are pointed towards are located.
  6. A combination of the above methods.
  7. Other techniques that might be helpful.
In poche parole Google capisce di che nazionalità è un determinato sito web attraverso questi parametri:
  1. Il TDL(Top Level Domain) del dominio, ovvero l’estensione, chiamato anche Dominio di Primo Livello.
  2. La residenza di chi ha registrato il dominio, è verosimile infatti che un’Italiano gestisca un sito web in lingua italiana.
  3. La locazione del server nel quale è hostato il sito web, individuata tramite l’IP del server stesso.
  4. Lingua degli Anchor Text dei links che puntano al sito web.
  5. Informazioni degli Anchor Text dei links che puntano dalla pagina e i Paesi relativi.
  6. La combinazione di tutti questi metodi.
  7. Altre tecniche che possono essere d’aiuto.
Viene quindi confermato più o meno quello che già si sapeva, rafforzando l’utilità dei TDL: è quindi vero che un dominio nazionale viene meglio identificato dal motore di ricerca e quindi inserito senza troppi sforzi nella giusta SERP.
Importante anche la conferma della locazione del server, un fattore da molti sottovalutato ma che sicuramente può aiutare il motore in assenza di una tematicizzazione linguistica forte.
Interessante la funzione dei TDL, sarebbe bello fare un test con due domini vergine con contenuti simili e stessi links ma con estensioni .com e .it e vedere quale dei due riesce a posizionarsi meglio nel motore di ricerca espondendo poi i risultati: voi cosa ne pensate? C’è qualcuno disposto ad aiutarmi in questo test?

sabato 5 febbraio 2011

I migliori video Google su tematiche SEO

Segue una raccolta di video di provenienza “Google” su argomenti SEO. I video esplorano argomenti di base in modo semplice ed efficace.
Come Google “scopre” il tuo sito.
Per comprendere le modalità con cui Google trova le pagine del tuo sito. Guarda il video
Come rendere il tuo sito “accessibile”.
Scopri come rendere i contentui del tuo sito più accessibile agli utenti e a Google. Guarda il video
Come Google “ranka” il tuo sito
Una spiegazione efficace di come Google “ranka” il tuo sito nei risultati di ricerca. Guarda il video
Matt Cutts spiega come posizionarsi al meglio in organico
Ottima indicazione di come migliorare il pagerank del tuo sito. Guarda il video
Matt Cutts spiega come sono usati i meta tag description
Scopri come configurare dei meta tag in modo efficace. Guarda il video
Matt Cutts riassume il funzionamento di Google
Come il motore cerca i contenuti e stabilisce cosa visualizzare. Guarda il video
Matt Cutts e i link da Twitter e Facebook
Scopri come Google considera gli inbound link provenienti da siti social come Twitter e Facebook. Guarda il video
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giovedì 16 dicembre 2010

Spamhaus' False Allegations Against wikileaks.info

On Tuesday, 14-Dec-2010 Spamhaus has issued a statement wherein it labels wikileaks.info as "unsafe", as they consider our hosting company as a malware facilitator:

http://www.spamhaus.org/news.lasso?article=665

We find it very disturbing that Spamhaus labels a site as dangerous without even checking if there is any malware on it. We monitor the wikileaks.info site and we can guarantee that there is no malware on it. We do not know who else is hosted with Heihachi Ltd and it is none of our business. They provide reliable hosting to us. That's it.
While we are in favour of "Blacklists", be it for mail servers or web sites, they have to be compiled with care. Just listing whole IP blocks as "bad" may be quick and easy for the blacklist editors, but will harm hosters and web site users.
Wikileaks has been pulled from big hosters like Amazon. That's why we are using a "bulletproof" hoster that does not just kick a site when it gets a letter from government or a big company. Our hoster is giving home to many political sites like castor-schottern.org and should not be blocked just because they might have hosted some malware sites.
Fortunately, more responsible blacklists, like stopbadware.org (which protects the Firefox browser, for example), don't list us. We do hope that Spamhaus hasn't issued this statement due to political pressure.
Wikileaks.info will always be safe and clean. Promised:
Update (15-Dec-2010 17:00 PM GMT): Spamhaus has updated their statement to say that they don't blacklist us.
The wikileaks.info Team

venerdì 26 novembre 2010

notizie strane

Detenuto tenta di spacciarsi per un poliziotto dal telefono della prigione


Un certo Bradley Pryor era stato arrestato per furto in un negozio di vestiti, da cui aveva sottratto diversi capi di abbigliamento ed altri accessori.
Un reato minore, ed infatti il giudice aveva imposto una cauzione di soli 1.000 dollari. Ma Pryor ha pensato di essere più scaltro, e ha ideato un piano più articolato. Dal telefono della prigione, invece che chiamare qualche parente per farsi prestare i soldi della cauzione, ha chiamato l’autorimessa dove era stato portata la sua auto, sequestrata dagli agenti di polizia, sostenendo di essere un poliziotto, e che l’auto doveva essere immediatamente restituita al proprietario perché c’era stato un errore. L’impiegato dell’autorimessa ha però obiettato che l’arrivo dell’auto era già stato registrato e quindi, anche volendo, serviva una comunicazione formale.
Fatto sta che Pryor non ha tenuto presente un piccolo, ma non trascurabile, aspetto: le telefonate dei detenuti dal telefono della prigione sono ascoltate dagli agenti di polizia penitenziaria, oltre che registrate.
Inevitabilmente, la telefonata gli è costata una ulteriore denuncia per avere impersonato un pubblico ufficiale, e gli è stata imposta una cauzione di 5.000 dollari. Non osiamo pensare che piano geniale potrebbe ideare questa volta.

Licenziata per prolungate assenze ingiustificate, ma è in coma

Una donna spagnola, Sandra Tejero, di Barcellona, è stata licenziata per “assenze ripetute e non giustificate” dal posto di lavoro, un negozio di animali.
Solo che la Tejero una buona motivazione per le assenze (che qualcuno evidentemente non ha notato essere anche consecutive): era in coma in seguito ad un incidente stradale.
coma
Evidentemente nessuno al lavoro ha pensato minimamente di preoccuparsi di scoprire come mai la donna non si presentava al lavoro da qualche giorno, prima di decidere per il licenziamento.
Secondo alcune fonti, in seguito alle proteste che questa situazione ha generato, la donna dopo qualche mese sarebbe stata ri-assunta.

Tentano il record di numero di sms spediti, ma scoprono di non avere una tariffa “flat”. 26.000 dollari di bolletta.

Due americani, Nick Andes, 29 anni, e Doug Klinger, 30 anni, si erano messi in testa di battere il record di numero di sms spediti in un mese. I due si sono messi di impegno, e sono arrivati a ben 217.033 sms inviati l’un l’altro in un mese. Per carità, molti messaggi erano banali (una sola parola) e spesso c’erano ripetizioni.
Ma i due, oltre a non avere evidentemente molto da fare nelle loro giornate, sono purtroppo piuttosto ingenui. Innanzi tutto, il Guiness World Records non ha ancora riconosciuto il record, dovendo innanzi tutto decidere se la loro “performance” sia  equiparabile a quella del precedente record che avrebbero voluto battere, i 182.000 ed oltre messaggi inviati da una certa Deepak Sharma nel 2005, che però li ha inviati da sola ad amici e parenti (ringraziate il cielo che non avesse avuto il vostro numero di cellulare, dev’essere stata un’esperienza atroce per i suoi conoscenti…).
sms-regord
Ma soprattutto, i due hanno scoperto che l’abbonamento “all-inclusive” che credevano di avere non era evidentemente tale, dato che l’operatore a fine mese ha recapitato loro una bolletta da oltre 26.000 dollari, in un plico talmente ingombrante che la sola spedizione della bolletta è costata oltre 27 dollari.
I due hanno protestato, contestando che il loro abbonamento prevede l’invio di sms gratis almeno a certi numeri di telefono selezionati (tra cui, reciprocamente, i loro due), e l’operatore sta facendo delle verifiche, anche se sembra che nelle “righe piccole” potrebbe esserci un limite (irraggiungibile dalle persone sane di mente) al numero di sms inviabili gratuitamente.